Il linguaggio degli occhi

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Quando mi svegliai la mattina dopo avevo un gran mal di testa. Scesi giù per fare colazione, visto che la sera prima ero andata a letto a digiuna. Iniziai a scendere il primo gradino dell'alto, quando dei brividi si impossessarono di me. C'era una strana atmosfera in casa. Sentii improvvisamente un tonfo. Mi agitai.

"Mamma..papà..siete voi?" chiesi in un sussurro. Non ricevendo risposta mi affrettai a scendere. Non appena arrivai al piano terra il mio sangue si raggelò. C'era una bambina affianco a me, credo un fantasma, visto che potevo vedere cosa c'era attraverso di lei. Teneva il suo sguardo fisso in qualcosa, o meglio..qualcuno. Il mio cuore smise di battere, nello stesso momento in cui la bimba si accorse dei suoi genitori. Capii che quella ero io da piccola. E che ero ritornata a quello stramaledetto giorno. Mi girai intorno, cercando di distogliere l'attenzione sulla me del passato che nel frattempo iniziò ad urlare disperata. Ed ecco che li vidi. In mezzo alla stanza c'era quel ragazzo, con gli occhi oceano. Il suo viso era sfocato ma i suoi occhi blu intenso scintillavano. Rimasi meravigliata, come 10 anni prima. Ad un certo punto la stanza iniziò a vorticare. Cercai di rimanere ferma sui miei piedi, quando caddi rovinosamente sul pavimento che mano a mano si desintegrava in piccoli frammenti. Mi girai e vidi la me del passato che abbracciava stretta stretta i suoi genitori, prima di scomparire inghiottita.

"NO!" urlai.

Riposai l'attenzione nuovamente su quegli occhi, molto più vicini rispetto a prima. Incominciai ad avere paura e a sudare freddo, ma non per la casa che si sfracellava, ma per l'avvicinanza del ragazzo. Mi trovai a pochi centimentri dal suo viso, che si inziava mano mano a mettere a fuoco.

"Ci vedremmo molto presto piccola. Più di quanto immagini" Sbarrai gli occhi.

La stanza ormai sembrava scossa da un tornado. Mi rimisi in piedi con fatica, cercando di tener testa a quella figura davanti a me. Non devi avere paura Adele, non devi avere paura..mi ripetei mentalmente.

"Adeleee" Mi girai di scatto sentendo la voce dei miei genitori adottivi. Stavano al centro del corridoio e piangevano abbracciati, mentre sotto di loro vi era il nulla. Tutto questo non poteva essere reale. Sicuramente stavo facendo un incubo. Chiusi gli occhi, volevo, dovevo risvegliarmi. Cercavo di concentrarmi, ma le urla dei miei mi riportarono alla realtà.. Il mio cuore pianse. Non volevo perdere anche loro.. Aprii gli occhi di scatto. Stavo per catapultarmi su di loro, quando delle mani mi tennero strette le braccia. Cercai di divincolarmi, ma invano.

"Lasciamiii" dissi con le lacrime agli occhi, mentre i miei genitori cercavano di aggrapparsi a qualcosa per non cadere nel vuoto. Il ragazzo mi si riavvicinò, e con voce molto lenta e malefica disse :

" Adi, stai attenta. Quello che abbiamo fatto ai tuoi genitori, lo ripossiamo fare anche a questi" disse indicandoli.

"Non mi fai paura!" gridai io guardandolo negli occhi. "Brutta mossa." Fece un secco gesto con le dita e i miei genitori adottivi caddero nel baratro. Nuove lacrime fecero capolineo sul mio viso. Ci fu una scossa più violenta, che mi fece cadere a terra. Intorno a me si fece tutto buio, mentre un frase rieccheggiava in sottofondo.

"LUOIS!" gridai zuppa nel mio letto. Guardandomi intorno mi accorsi che ero nella mia stanza. Quell'incubo mi era sembrato così reale... Mi alzai dal letto, quando un nome si fece spazio nella mia mente. Che cosa avevo urlato quando mi ero risvegliata? Sforzai le mie meningi per cercare il nome che avevo detto prima. Niente. Vuoto assoluto. Sospirai amereggiata, mentre iniziai a prepararmi.

Quel giorno non avevo voglia di andare a scuola. Dovevo distrarmi. Così, chiamai la mia amica Desy. Non ci volle molto per convincerla, e alla fine, ci diedimo appuntamento sotto il big bang.

GLI ASSASSINI DEI MIEI GENITORIWhere stories live. Discover now