TU!

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Mi svegliai a causa dei continui "bip" emessi da un apparecchio. Appena riuscii a mettere le immagini a fuoco mi guardai intorno, per vedere dove fossi finita. Cercai di tirarmi su, ma la testa mi girò così velocemente che dovetti risdragliarmi. Così, rinunciando al mio primo "piano", decisi di guardare dove mi trovavo con la coda dell'occhio. Alla mia destra c'erano dei macchinari, mentre alla mia sinistra una flebo era attaccato con un tubicino al mio braccio. Iniziai a spaventarmi. Cosa mi stava succedendo e dove diavolo mi trovavo? Sentii dei rumori ovattati, e dei passi veloci avvicinarsi. Pregai con tutto il cuore che non mi facessero del male. Avvertii uno scatto di una porta aprirsi e chiudersi, e un rumore di scarpe avvicinarsi.

"Ciao Mia, come ti senti?" mi chiese una voce calda e rassicurante.

"C-chi sei? Cosa vuoi da me?" domandai in un sussurro. Sentii uno spostamento d'aria, e un ombra farsi spazio sul mio viso.

"Mi chiamo Liam. E sei all'ospedale- mi disse per poi aggiungere, una volta accortosi della mia espressione di terrore, -non ti vogliamo fare del male Adele, sei al sicuro qui." Lo guardai nei suoi occhi marroni chiaro, e il mio istinto mi disse di fidarmi. E così feci. I muscoli del mio viso si rilassarono, e sulla mia viso comparve un docile sorriso.

"Scusa, per prima. Ecco..io.." Capendo che ero in difficoltà, mi sorrise.

"Ehy, è tutto okey. So come ti senti, devi solo riposare ora. Per fortuna che eri all'entrata dell'ospedale, altrimenti non ti avrebbe soccorso nessuno" mi disse mentre contrallava quegli strani aggeggi. Dopo pochi minuti ricollegai la sua frase al mio cervello.

"C-che cosa mi è su-successo?" chiesi in un sussurro, avendo paura di una sua risposta. Mi guardò con occhi pieni di tristezza.

"Hai avuto un crollo di nervi a causa del troppo stress che hai accumulato. Ora devi solo pensare a riprenderti" Stavo per aprire bocca, ma lui fu più veloce di me.

"Sono stati avvertiti i tuoi genitori. Tra poco dovrebbero essere qui.. e "

Si girò, sentendosi chiamare da una voce lontana, e annuendo con il capo ritornò di nuovo a concetrarsi su di me.

" I tuoi genitori stanno percorrendo appena adesso il corridoio... Ah! Eccoli." Mi sorrise, per poi allontanarsi. Sentii chiaramente la voce di Liam che spiegava cosa mi era successo, e il pianto di mia madre farsi sempre più forte. Alcune volte esagerava un pochino. Io intanto rimasi a guardare il soffitto, visto che non riuscivo a mettermi seduta, nè a guardare da un palmo del mio naso. Ad un certo punto sentii un balzo provenire da sotto di me, e lo schienale del letto si iniziò a muovere, permettendomi una migliore visuale. Finalmente ora potevo vedere dove mi trovavo. E sì, mi resi conto che aveva ragione. Ero nello stesso ospedale di quel pomeriggio.

"Tesoro! Oddio, ci hai fatto così preoccupare!" Mi disse mia madre prima di stritolarmi in uno dei suoi soliti abbracci soffocanti-iperprottetivi. Le sorrisi, e facendola staccare delicatamente da me, le dissi.

"Mamma, sto bene ora. Non devi piangere sono solo svenuta tutto qui." Liam si intromise. "Non è da sottovalutare Adele. Non è normale tutto questo stress. Forse dovresti andare da un buono psicologo. Ti aiuterebbe sai? Molte persono si sono riprese grazie a questa figura. Io ne conosco uno buono. Se vuoi posso chiamarlo, e spiegargli la tua situazione. Credo che sarà molto felice di riceverti." Lo guardai con rabbia e allo stesso tempo con gratitudine. Insomma, era davvero dolce la sua preoccupazione per me, ma cavolo, stavo tentando di rissolevare mia madre, che in quel preciso momento riscoppiò a piangere.

GLI ASSASSINI DEI MIEI GENITORIWhere stories live. Discover now