17 - Perché ho dato il mio indirizzo a quello stupido cane?

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Non appena apro gli occhi, la luce del tardo sole pomeridiano fa capolino dalla finestra

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Non appena apro gli occhi, la luce del tardo sole pomeridiano fa capolino dalla finestra. È quasi il tramonto. In mano ho ancora la Switch con cui ho giocato con An e devo essermi addormentato da seduto, perché sono appoggiato con la schiena alla spalliera del letto. Sospiro, stiracchiandomi mentre mi godo il suono del respiro di Angel, che ancora dorme con la testa posata sul mio cuscino. A un certo punto siamo crollati, da quello che vedo. Non che la cosa mi dispiaccia particolarmente. Non l'avevo mai vista dormire e pare così serena che esito a svegliarla dai suoi bei sogni. Poso la console sul comodino e mi prendo il mio tempo per valutarne i pro e i contro. Angel di sicuro vorrebbe che la scuotessi e che le dicessi che sono già passate le quattro, però non voglio che se ne vada a casa. È appena diventata la mia partner, vorrei passare un po' di tempo con lei. E magari prenderle un po' di sangue.
A porre fine al mio dilemma è proprio lei, che socchiude gli occhi chiari, ancora assonnata, e mi chiama con la sua voce rauca a causa del riposo.

«Jus?»

«Voi mortali dormite troppo.» le dico, anche se in fondo avrei voluto che fosse durato un po' più a lungo.

Lei si stiracchia le spalle e si mette seduta, con lo sguardo assente di chi non si è ancora ripreso dal mondo di Morfeo. Poi arriva la sua reazione. Smette di strofinarsi gli occhi, ormai spalancati, e si gira verso di me. Le labbra tremolanti, imbarazzate, le guance rosse come le mele. È così carina che vorrei addentarla.

«Mi hai vista dormire!» la sua non sembra affatto una domanda, quanto piuttosto un'accusa.

Io faccio spallucce, per nulla sorpreso del suo comportamento, così naturale che mi riscalda il cuore in qualche modo. Di solito la gente mi evita, non arrossisce per me. Con An è sempre stato così, da che ricordo, e anche se è a causa di una maledizione non posso evitare di sentirmi un po' felice. Del resto, ormai è la mia partner, quindi sono io ad avere il coltello dalla parte del manico. Non devo temere più nulla, perché so per certo che lei non attenterebbe alla mia vita nemmeno se fosse un hunter.

«Sì. Sei la mia partner, quindi non c'è nulla di male.» ribatto, avvicinandomi al suo collo.

Direi che ho aspettato questo momento anche fin troppo. Voglio rendere la nostra relazione ufficiale e stipulare un contratto con lei. Per farlo, mi serve solo il suo sangue, visto che An sembra già particolarmente favorevole alle mie carezze. Beh, è normale, dopotutto sono un essere perfetto.

«Jus?» strilla con un tono piuttosto dubbioso, anche se non osa allontanarsi. È una buona reazione, pare che sia solo sorpresa dal mio comportamento. Non mi sta rifiutando. Per niente. Vuol dire che anche lei vuole renderlo ufficiale?
«Jus, cosa fai?» domanda con il fiato corto, impaziente.
«Sto ancora sognando?» sussurra infine con un filo di voce, facendomi sospirare.

«Sei stupida? Certo che no. Hai realizzato poco fa che ti ho vista sbavare sul mio cuscino, come fai ad avere ancora dei dubbi?» le ricordo e, alzando lo sguardo, vedo che adesso in faccia è di un delizioso color porpora.
«Che c'è? Se vuoi guardarmi dormire, puoi farlo. Sempre che tu riesca a rimanere sveglia, sporca umana.» ghigno, posando le labbra sulla sua pelle calda, sopra l'arteria.
«Ora scusami, ma ho una certa voglia da soddisfare.»

Il mio ragazzo mordeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora