III

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Holland accompagnò a casa prima Seth e poi me, credo per non restare da sola con lui perché sarebbe stato più imbarazzante.
-"Non fare tardi come il tuo solito"- disse prima di sfrecciare via a tutta velocità. Non comprendevo il divertimento che aveva nell'andare così veloce.
Abitavo al secondo piano di un palazzo messo piuttosto male, case popolari per persone che non potevano permettersi uno di quegli attici in cima ad un grattacielo o una villetta a schiera a due piani con giardino e piscina.
Salì le scale fino ad arrivare davanti alla porta di legno che separava il pianerottolo dal mio salotto. Una porta di legno sottile quanto un pezzo di compensato e fragile quanto una foglia. In realtà ogni giorno mi stupivo del fatto che qualche mal vivente non abbia mai cercato di irrompere all'interno di uno di questi appartamenti, sarebbe bastato un piccolo calcio per buttarla giù ed entrare. Ma non credo che gli sarebbe convenuto, insomma non cera gran che da rubare.

Misi la chiave nella toppa ed entrai. Era un vero casino, come la mia vita. Il salotto era in disordine e cerano pacchetti vuoti di sigarette insieme a ciotole di plastica vuote. Questo significava che mia madre non era ancora rientrata dal giorno prima e che sarebbe toccato a me ripulire. Oltrepassai il salotto andando in cucina, che era messa peggio della stanza precedente. Aprì il frigo, presi una lattina di birra e nell'aprirla la schiuma stava fuoriuscendo così mi affrettai a portarmi la lattina alla bocca per evitare di sporcare e avere anche quello da pulire. Diedi un'ultima occhiata alla cucina e poi uscì per dirigermi verso la mia stanza.
Camera mia era l'unica stanza a non essere così tanto in disordine.
Avevo ancora parecchie ore davanti prima che Holland passasse a prendermi, e cosa cera di meglio che una dormita per occupare il tempo?
Tolsi le scarpe, impostai la sveglia alle 7:00 e mi distesi sul letto chiudendo gli occhi cercando di rilassarmi.

Il telefono squillo e ci impiegai qualche minuto prima di aprire gli occhi per vedere chi avesse interrotto il mio sonno. Smise di suonare e io non mi scomodai nemmeno di guardare chi fosse. Mi girai dall'altro lato ma mentre stavo chiudendo gli occhi il telefono ricominciò a suonare. Voltandomi di scatto afferrai il telefono e sullo schermo si leggeva "sconosciuto". –"Sarà uno stupido scherzo del cazzo"- mi limitai a schiacciare il tasto rosso sul display per riattaccare. Neanche pochi secondi dopo squillò ancora facendomi innervosire ancora di più. Sta volta risposi –"Chiunque tu sia hai rotto il cazzo. Non ho tempo per stupidi scherzi del cazzo!"- stavo per riattaccare quando una voce famigliare sussurrò parole incomprensibili –"Chi è?"- chiesi mettendomi seduto sul letto e alzando il volume del telefono –"Rachel.."-

Al suono di quelle parole spalancai gli occhi –"Rachel? Come hai il mio nu.."- la voce dall'altro capo del telefono mi interruppe bruscamente, era una voce maschile –"Hai 20 minuti"-
"Tempo 20 minuti"? Non capivo. –"Cosa un ora? Ma che diavolo succede Rachel?"-

-"Rachel sta benone ma hai tempo 20 minuti prima che finisca con un buco in testa in fondo al Green River"-

-"Ma che diavolo stai dicendo?"-

-"Tra 20 minuti davanti al Drive-In. Sii puntuale o lei morirà"- continuò la voce per poi riattaccare.

-"Rachel!"- urlai al telefono per poi lanciarlo dall'altra parte della stanza.
Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. Cosa centrasse Rachel e perché qualcuno dovrebbe ucciderla. Ripensavo alla voce maschile e aveva qualcosa di famigliare ma non riuscivo a collegarla a nessun volto.
Guardai l'orologio e segnava le 7:00 in punto. Il Drive-In distava esattamente 20 minuti da casa mia e io non possedevo nessun mezzo per poter raggiungere il luogo.

-"Che cazzo faccio ora!"- esclami andando nel panico più totale.
Il telefono squillò di nuovo. Mi voltai per cercarlo nel punto dove lo avevo lanciato ma non ce n'era traccia. –"Dove cazzo sei?!"- urlai di nuovo cercando ovunque nella stanza. Seguì il suono fin sotto il letto, mi inginocchiai per afferrarlo e quando guardai il display rimasi deluso e incazzato –"Cosa vuoi Addison?"- speravo che fosse ancora quel tizio. –"Andy che ti prende?? Sono giu che ti sto aspettando, il nostro appuntamento ricordi?"-
-"Ma cosa stai dicendo?"- mi affacciai alla finestra

Nowhere boyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora