Ottobre 2018Bryant Art School, Hawthorne Hills
Era passato poco più di un mese e incominciavo ad ambientarmi nella nuova scuola in qui mi ero iscritto. Precedentemente mia madre mi aveva mandato alla Windermere High School, contro la mia volontà, e ad essere sincero non mi aveva soddisfatto per nulla. Non era il posto adatto per me e così decisi l'abbandonai per iscrivermi alla Bryant Art School-una scuola dove la materia principale era l'arte.
Sarò sincero, aver abbandonato già una scuola non era un buon biglietto da visita e questo ben presto fu l'arma a doppio taglio che il dirigente scolastico, il sign. Wilburn, usò contro di me. Lo stronzo, da subito ha visto in me quella che posso definire carne da macello da poter torturare ogni volta che volesse. Ma ancora non sapeva con chi avesse a che fare.
Avevo anche battuto il record di qualunque sfigato: non mi ero ancora fatto degli amici. Odiavo tutti li dentro. Si credevano di essere Dio sceso in terra solo perché erano ricchi e te lo sbattevano anche in faccia. Un altro motivo per cui ero stato ammesso era proprio il fatto che provenissi da una famiglia povera o "non benestante" o, come affermano loro, da una famiglia di poveracci. Questo permetteva al sign. Wilburn di torturarmi tutte le volte che voleva, perché non c'era nessun paparino ricco per cui aver pauraFortunatamente era una bella giornata; non faceva né caldo né freddo. v
Mi diressi verso la mia classe sbuffando, che era come al solito vuota. Tutti gli altri arrivavano sempre pochi minuti dopo il suono della campanella e per quanto mi scocciasse essere il primo ad arrivare, non potevo permettere che questo ritardo diventasse un altro pretesto-da parte del preside-per buttarmi fuori.
L'unica cosa positiva dell'essere primo è che potevo sedermi agli ultimi posti e fare i cavoli miei durante le lezioni.-"Chambers!"- esclamò la prima persona che entrò come se fosse stupita di vedermi li-come ogni maledetto giorno: April Jones. Capelli color rosso ramato sempre raccolti in una coda perfetta. Occhi azzurri e piccolini e sempre un sorriso stampato in faccia. Credo fosse stata una ragazza casa e chiesa-portava un piccolo crocifisso d'argento al collo. Era sempre carina con tutti, a volte fin troppo, mentre gli altri non lo erano per niente con lei. Gli unici amici che aveva facevano parte della comunità della sua chiesa. E far parte di quel gruppo era un buon repellente per gli altri studenti. Ma in realtà credo che poco le importava -come biasimarla erano solo un branco di coglioni.
-"Perché devi sempre dirlo in quel modo?"- la guardai mentre si sistemava al primo banco-come tutti i secchioni della classe.
-"In che modo?"- dispose l'astuccio e il diario sul tavolo per poi voltarsi e guardarmi
-"Come se fossi stupita ogni volta di vedermi in classe per primo"-
-"Beh è sempre una sorpresa vederti prima degli altri"- continuò a fissarmi e a sorridermi
-"Beh almeno prendo il posto migliore no?"- dissi estraendo dalla tasca dei jeans il mio telefono
-"Oh si per giocare al telefono o guardare video.."- indicò il mio telefono
-"Porno?"- la interruppi continuai la frase per non metterla troppo in imbarazzo
-"Osceni. Comunque quella roba li...E' peccato lo sai?"- si bloccò sfiorando la collana con le dita.
Si okay, era più chiesa che casa.
-"Masturbarsi o guardare porno?"- sapevo che quelle due parole la infastidivano e adoravo le facce che faceva solo sentendone il suono
-"Certamente. I genitali non sono giocattoli, nè strumenti erotici...da gingillare a proprio piacimento. La masturbazione è un atto illecito perchè non realizza il fine proprio della sessualità..."-Scoppiai a ridere senza riuscire a trattenermi -"Davvero questa è la battuta migliore mai sentita"- continuai a ridere notando l'espressione seria della ragazza.
-"Beh è così, è un grosso peccato. Dovresti confessarti"-
-"Non dirmi che non hai mai solleticato il...grilletto"- le indicai la parte bassa del suo corpo guardandola con sguardo malizioso
-"No! E mai ci proverò. Ma perché sono ancora qui ad ascoltarti. Pervertito!"- si voltò incrociando le braccia al petto
-"Eddai Jones, stavo scherzando. Prometto che dopo scuola vado a confessarmi"- trattenni la risata
Lei si voltò di scatto guardandomi -"E io ci devo credere?"-
-"L'ho promesso"- feci una croce sul petto col dito all'altezza del cuore trattenendo una piccola risata
-"Mh ti ci porterò io allora..."- esclamò con troppo euforia sorridendomi.

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Nowhere boy
RomantikOgni tempesta ha una sua fine e solo nel momento di quiete capiamo chi è stato abbastanza forte da sopravvivere.