Capitolo 10

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Cinque giorni dopo il test, Bucky non aveva ancora ricevuto alcuna risposta.
Era abbastanza soddisfatto di come era andata, ma non avevo avuto modo di confrontarsi con nessuno alla fine della prova.

Gli altri candidati erano scappati subito dopo la consegna. C'era da capirli. Il test era stato lunghissimo e molto più difficile di quanto Bucky si sarebbe mai aspettato. Si era trovato a rispondere alle domande senza avere il tempo per pensare e, soprattutto, senza avere modo di riprendere fiato tra una sezione del test e l'altro. Il fattore tempo era stato essenziale e doveva ammettere che essersi riposato il giorno prima poteva esser stata la mossa vincente che gli aveva permesso di rimanere concentrato fino alla fine.

Una volta finito, Bucky aveva fatto come deciso ed era tornato a lavoro in biblioteca, ma Sarah e le sue amiche avevano fatto in modo di lasciargli solo i lavori più leggeri per quel pomeriggio.

La madre di Steve aveva portato addirittura una torta fatta in casa per festeggiare all'ora della merenda. Non c'erano dubbi, tutte adoravano quel caro ragazzo, all'inizio un po' chiuso ma poi con il tempo sempre più rilassato e pronto al sorriso, estremamente educato, sempre pronto a fare i lavori più pesanti, preparato ed entusiasta di imbarcarsi in nuovi progetti di miglioramento per la biblioteca.
Tutte facevano il tifo per lui.

A cinque giorni dal test, però, ancora nessuna notizia dal college.

Fu solo dopo una settimana intera che il cellulare di Bucky vibrò durante l'orario di servizio, notificando l'arrivo dell'email tanto attesa.

Mittente: New York University - Segreteria studenti

Oggetto: Test ammissione "Borsa di studio - Progetto Walt Withman" - Esito

Bucky guardò la notifica per cinque minuti buoni cercando invano il coraggio per leggerne il contenuto.
Lo stomaco si era chiuso in un nodo doloroso.

Non pensava di tenere così tanto al fatto di poter riprendere gli studi.
Fino a pochi mesi prima si spostava da un buco sudicio all'altro, mangiando quando capitava, cosa capitava e se capitava. Aveva cercato un lavoro, ma senza trovare mai nessuno disposto a darglielo. Non aveva uno scopo, se non quello di stare il più possibile lontano dagli alpha.

Una vita lontana anni luce da quella che Steve gli aveva offerto.

Piano piano aveva iniziato a riabituarsi ad una vita normale, un tetto sulla testa, un letto comodo, coperte calde, pasti regolari, un lavoro per guadagnarsi da vivere, qualcuno intorno che tenesse a lui.
Un paradiso.
Adesso il futuro non era più un buco nero e vuoto.
Adesso lo poteva riempire di nuovo con dei sogni.

Riprendere la vita da dove l'aveva lasciata, riprendere gli studi, era il suo sogno.

No. Non riusciva a leggere quella email.
Non da solo, almeno.
Avrebbe aspettato e l'avrebbe letta quella sera con Steve.
Sì, con Steve avrebbe trovato il coraggio necessario.

Se fosse andata bene avrebbe potuto festeggiare, abbracciandolo.
Se fosse andata male avrebbe potuto piangere sul suo petto, abbracciandolo.

Ad ogni modo sarebbe finita in un abbraccio.
In fondo... poteva andare peggio.

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Quella sera entrando in casa Steve si accorse subito che c'era qualcosa di strano. Nessun odore di cena in giro e Bucky era seduto sul divano con un'espressione indecifrabile sul volto. Il portatile aperto davanti a lui sul tavolino basso.

"È arrivata?"

Un cenno di assenso da parte dell'omega. "Oggi pomeriggio."

"Allora? Non tenermi sulle spine..."

"Non l'ho ancora letta. Non ce l'ho fatta. Pensavo che con te sarebbe stato più semplice. Ti stavo aspettando." Un leggero rossore gli imporporò le gote.

"Oh Bucky... Allora aspetta un momento. Mi tolgo la giacca e arrivo."

Una manciata di secondi dopo Steve era seduto sul divano accanto a lui, il braccio a circondargli le spalle per fargli sentire fisicamente il sostegno di cui l'omega aveva bisogno in quel momento.

"Pronto?"

"Pronto." Rispose aprendo l'email con un semplice click.


Mittente: New York University - Segreteria studenti

Oggetto: Test ammissione "Borsa di studio - Progetto Walt Withman" - Esito

Testo:
Gentile sig. James Buchanan Barnes,
le comunichiamo che l'esito del suo test per l'assegnazione della "Borsa di studio – Progetto Walt Withman" è di 97/100.
Pertanto siamo lieti di comunicarle che lei risulta vincitore di suddetta borsa di studio per la copertura totale delle tasse di iscrizione per i prossimi tre anni accademici.
La preghiamo di inoltrarci entro quindici giorni da oggi i moduli qui allegati debitamente compilati per confermare la sua volontà a usufruire di tale agevolazione.
Saluti.
New York University - Segreteria studenti


Il silenzio cadde nella stanza. Steve si era limitato a voltarsi verso Bucky e aspettava una reazione da parte sua con una indescrivibile espressione di orgoglio negli occhi.

Bucky rilesse l'email per tre volte prima di convincersi di averne capito bene il contenuto.
Si portò le mani alla bocca per fermare un singhiozzo che gli uscì improvviso dalla gola. Poi si voltò verso Steve e lo abbracciò con tutta la forza che aveva nelle braccia.

"Grazie." Fu l'unica cosa che riuscì a dire contro il suo collo. "Non ce l'avrei mai fatta..."

"È tutto merito tuo Buck. Solo merito tuo." Gli rispose accarezzandogli i capelli e aspettando che i singhiozzi passassero.

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Quella sera andarono a letto molto tardi. Dopo che l'omega era riuscito a calmarsi, avevano deciso di farsi portare una pizza a casa. La mangiarono sul divano come piaceva a Bucky, contravvenendo per una sera alle regole ferree di Steve che impedivano di mangiare in sala. Ma quella sera Bucky era troppo felice e Steve non aveva avuto il cuore di dirgli di no.

Erano rimasti seduti sul divano per ore, i cartoni della pizza vuota lasciati a terra, a parlare di come potevano organizzarsi per permettere a Bucky di seguire le lezioni e di proseguire con il lavoro alla biblioteca. Eventualmente avrebbe preso il part time e Steve avrebbe iniziato a fare il volontario in biblioteca per non lasciare troppi turni scoperti. In fondo era giovane e senza problemi alle ginocchia. Parte del lavoro poteva farla anche lui.

Quando la stanchezza si era fatta sentire prepotente, si erano decisi ad andare a letto. L'omega si era mosso deciso verso la sua camera, causando il disappunto di Steve che, però, aveva rispettato la sua decisione e non aveva detto niente.

"Buonanotte Steve."

"Buonanotte Bucky." Rispose. Fai bei sogni disse tra sé quando la porta era ormai chiusa.

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