Capitolo primo

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3 ottobre, poteva sembrare un giorno come un altro, anche Ilaria pensava così mentre percorreva in motorino l'ultimo tratto di strada prima di arrivare a casa. Bastò un secondo. Un attimo. Tutto volò via senza nemmeno avere nemmeno il tempo di sbattere le ciglia, un'ultima volta.

Alessio era ancora seduto sulla panchina, nonostante tutti fossero già andati a casa. Non era ancora riuscito a realizzarlo, non voleva farlo. Continuava a convincersi che non era vero. Ma lo era eccome. Ilaria era morta. Non cera nulla che potesse dire o fare che l'avrebbe riportata da lui. Il funerale in memoria di Ilaria non aveva migliorato le cose e non aveva fatto altro che riportare alla mente tutti i momenti passati con lei, tutto ciò che si erano detti e alle decine di volte che si erano detti ti amo. Sembravano lontanissimi i giorni in cui tornavano a scuola insieme o cercavano, invano, di studiare in biblioteca. Perché Ilaria non faceva che sorridere e lui continuava a distrarsi. Perso nei suoi ricordi Alessio non si era nemmeno accorto che fosse quasi il tramonto e sarebbe stato meglio tornare a casa. Il ragazzo non accennava a volersene andare dalla chiesa dove si era tenuto il funerale, l'ultimo posto dove aveva visto Ilaria. Dentro la bara Ilaria gli era sembrata serena.

Forse

aveva sperato

sta semplicemente dormendo e tra poco si sveglierà e sorprenderà tutti, come suo solito.

Ma non è mai accaduto. Ilaria non si era risvegliata magicamente. Qualcosa dentro di lui decise che sarebbe stato meglio andarsene e trovando a malapena le forze di alzarsi andò via. Appena aprì la porta di casa, sua madre cominciò a fargli mille domande e a dirgli se sapesse che quello non era lorario in cui tornare a casa. Era visibilmente preoccupata per lui, sapeva quello che era successo a Ilaria ma non voleva che suo figlio si lasciasse andare alla disperazione.

Ci si mette pure lei ora.

Alessio semplicemente non la stava ascoltando così per tagliare corto mormorò delle scuse e salì in camera sua. Non pianse.

Cosa dovrei fare? Cosa devo provare? Cosa mi rimane adesso?

Alla fine si addormentò perso nei suoi pensieri. Durante la notte continuava a svegliarsi in un bagno di sudore in preda agli incubi. La mattina aprì gli occhi di buonumore. La prima cosa che pensò fu di mandare il buongiorno ad Ilaria. Poi tutto gli tornò in mente : l'incidente, il funerale e ciò che era accaduto. Allora sul volto gli comparve di nuovo quell'espressione spenta che aveva da quando Ilaria non cera più e ricominciò a sentirsi vuoto. Si preparò, senza molta convinzione, per andare a scuola.

«Buona giornata» gli disse suo padre dalla cucina.

Sua madre si avvicinò a lui, lo guardò negli occhi e con fare comprensivo e materno gli accarezzò la guancia. Quel gesto significava Ti voglio bene, non abbatterti, io sono qui se ne hai bisogno. Alessio rispose con accenno di sorriso. Lo confortava il fatto che sua madre fosse pronta a consolarlo e offrigli aiuto per ciò che stava affrontando. La salutò e si incamminò per arrivare a scuola. Durante la strada il suo amico Gabriele si avvicinò a lui.

«Hey Ale!» lo salutò «Volevo chiederti se ti andrebbe di venire a casa mia oggi, possiamo giocare un po alla Play e poi anche mangiarci una pizza, tanto è sabato no?»

«Grazie ma questa volta passo» rispose Ale con un filo di voce.

Non se la sentiva ancora di aprirsi con lui e sapeva che in un modo o nellaltro Gabri glielo avrebbe chiesto. Gabriele era sempre stato il suo migliore amico sin dai tempi dellasilo ed erano, in qualche modo, sempre rimasti amici. Ricordando i centinaia di momenti passati a divertirsi gli scappò una risata. La positività di Gabri lo aveva sempre contagiato. Arrivati allentrata si salutarono e ognuno andò nella direzione della sua classe.

La scuola non era mai stata il suo forte e il massimo che riusciva ad ottenere era un misero 6 se andava bene. Non prestò molta attenzione alle lezioni e non vedeva lora che quegli stupidi adulti la smettessero di blaterare. Durante il breve intervallo scorse passare per i corridoi Sara. Sara era la migliora amica di Ilaria. Erano ragazze molto differenti però riuscivano ad intendersi molto bene.

Mio Dio, anche Sara no eh! Ancora lì con quelle sue amichette credendosi la padrona della scuola, ma si è resa conto di cosa è accaduto ad Ilaria?! Non mi sembra il momento di ridere.

Una comunicazione improvvisa gli fece interrompere ciò che stava facendo. Il preside aveva deciso di radunare tutti in palestra per osservare qualche minuto di silenzio e qualche riflessione sulla scomparsa di Ilaria. Appena sentì pronunciare il nome di lei le gambe di Alessio cominciarono a tremare e il cuore gli sobbalzò in petto. Non sapeva se sarebbe riuscito a sostenere il raduno di quasi mille studenti che parlavano tutti di Ilaria. Solo quel giorno una ventina di ragazzi tra cui alcuni che non aveva nemmeno mai visto lo avevano sommerso di domande.

Dopotutto è naturale, pensò

Ero il suo ragazzo, e ora tutti si aspettano qualcosa da me. Si aspettano tutti sicuramente che io vada.

Tirando fuori tutto il coraggio che era riuscito a racimolare si incamminò per la palestra.

Spazio Autrice ヽ(・∀・)ノ

Questo era il primo capitolo (un po' lungo forse), voi cosa ne pensate?

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