Capitolo sesto

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"NO!" gridò Chiara "Io mi rifiuto."

"Quindi lei preferisce la nota disciplinare e un avvertimento ai genitori"

Di nuovo silenzio.

Alessio era ancora arrabbiato per il fatto che fosse stato tirato dentro ingiustamente ma non disse una parola.

Sara era sconvolta e confusa, aveva perso quell'aria da sbruffona che la caratterizzava e cercava di rimanere fredda. Ma era quasi impossibile. Non era mai stata messa in punizione, la sua carriera scolastica era infatti impeccabile. I suoi voti erano sempre stati eccellenti e riusciva a mantenere un equilibrio perfetto fra la scuola e la vita sociale.

"Bene ragazzi ora siete liberi di andare" disse il preside "La vostra punizione inizia da domani".

Uscirono dall'ufficio con espressioni abbattute ma ancora cariche di quella rabbia furente.

Il resto della giornata lo passarono da soli e si evitarono a vicenda. Gli sguardi rivolti lontano, oltre la scuola, oltre la loro città.

Sara parlò poco e le sue amiche cercarono di confortarla chiamando il preside "stronzo" e "perfido" ma non servì a nulla. Sara sapeva che era stato anche abbastanza buono.

Appena tornerò a casa mangerò in fretta e poi andrò a farmi un bagno caldo, per rilasciare lo stress.

Nonostante fosse in pensiero e abbastanza stanca, mantenne per tutta la fine della giornata la sua aria altezzosa. Non dimostrava nessun rimorso, nessun pentimento. Dentro però aveva tanto di quel casino che avrebbe solo voluto togliersi tutto, buttarsi a terra e piangere.

A casa mangiò di fretta come da programma ma appena cercò di salire le scale si sentì chiamare.

"Sara potresti darmi una mano a lavare i piatti?"

"Mamma io dovrei andare di sopra ora, devo fare una cosa-"

"Ti sto semplicemente chiedendo un favore, per una volta potresti aiutarmi?"

"Certo Mamma" sibilò Sara, già molto irritata.

"Tesoro tu potresti passare l'aspirapolvere per cortesia? Ho le mani occupate."

Il padre di Sara si alzò e cominciò a dare l'aspirapolvere.

Il silenzio si impossessò della casa. Solo i respiri, il rumore dei piatti e l'aspirapolvere.

Sarà davvero questo il modo in cui ci si comporta in una famiglia?

"Riccardo però! Non è così che si dà l'aspirapolvere! Guarda che casino che stai facendo!"

Era stata sua madre a parlare.

"Ascolta, se non ti va bene come dò l'aspirapolvere perché non lo dai tu?!" sbottò il padre di Sara.

"Sempre io devo fare le cose in questa casa? Io pulisco, io lavo, io stiro!"

"E io vado a lavorare e ogni tanto vorrei un po' di pace!"

"Se è per questo anche io lavoro, però mi occupo anche di tenere in ordine e tutto il resto!"

basta. Basta. BASTA! NON NE POSSO PIÙ

Sara smise di lavare i piatti e come una furia si avviò su per le scale.

"Sara vieni qui per favore, non è successo nulla, stavamo solo parlando..."

Certo come no, stavate "solo parlando"

Sara non disse nulla.

Prese un asciugamano e accese l'acqua.

Lasciò i vestiti sul pavimento del bagno.

Si immerse nella vasca.

Dal piano inferiore le arrivava solo qualche parola.

Discutono ancora.

Non voglio tornare di sotto.

Nella pace del bagno ebbe il tempo di pensare.

Tutto il casino successo quella mattina a scuola, quella puttanella di Chiara, quel deficiente di Alessio. I suoi genitori. No, non voleva pensare a loro.

Tutto divenne una spirale che piano piano riconduceva ad Ilaria. Rannicchiata in un angolo della vasca pensò a lei.

Il sorriso che aveva sempre sul volto, i capelli scompigliati dal vento e l'immancabile felpone arancione che portava ovunque.

Ilaria.

Dopo un tempo indefinito sua madre la venne a chiamare. Le disse anche che erano passati già tre quarti d'ora da quando si era chiusa in bagno e voleva sapere se stava bene.

Ora esco

Solo un altro po'

Solo qualche altro minuto

Spazio Autrice \(^3^)/

Scusate se ci ho messo un po' a pubblicare ma me ne sono successe di ogni in questi giorni.

Per farmi perdonare il capitolo di questa volta è più lungo.

Come sempre spero che vi sia piaciuto e vi auguro buona lettura!

:) :) :)

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 16, 2020 ⏰

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