CAPITOLO 8

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"Stasera, alle nove dobbiamo vederci tutti nel campo di Quidditch, ci diranno tutto ciò che serve per l'ultima prova" disse Cedric a pranzo rivolgendosi al volto esausto di Ermione.
"Mmh.." grugnò lei quasi disinteressata.
"Non eri tu la prima a volerne saperne di più sul torneo? Che ti prende?"
"Oggi non mi sento molto bene" e a testimoniarlo erano le sue profonde occhiaie viola e la sua carnagione insolitamente più pallida.
Cedric inarcò le sopracciglia "Devo preoccuparmi?"e guardò Celestin che mangiava in silenzio senza prendere parte alla conversazione con una strana espressione sul volto, pareva preoccupata per qualcosa con i pensieri erano altrove.
"Celestin mi accompagnerà da Madam Pomfrey più tardi, ma sospetto che sia solo una semplice febbre passeggera, tu piuttosto! Preoccupati dell'ultima prova!" e le sue parole furono seguite da un violento starnuto.
Quando tutti gli studenti si furono saziati e le varie portate erano terminate giunse il momento per Celestin ed Ermione di andare in infermeria. "Ermione..." la richiamò Celestin mentre insieme uscivano dalla sala grande e si dirigevano verso l'infermeria.
"Dimmi"
"Io e il ragazzo di serpeverde... "
"Vi siete messi insieme immagino"
"Esatto" rispose la bionda trattenendo il respiro "per la prossima uscita ad Hogsmeade... io uscirò con lui e con altri ragazzi di Serpeverde"
"Magnifico, davvero! Non potevi trovare una compagnia migliore. Sentiamo, chi sono queste persone?" le chiese la bruna con un tono inequivocabilmente sarcastico.
"Draco Malfoy, Pansy Parkinson, Blaize Zabini, Cr..."
"E' uno scherzo?" Ermione si bloccò bruscamente e la guardò in faccia.
"Sapevo che avresti reagito così, hai troppi pregiudizi sulle persone..." cercò di colpevolizzarla ma, come sempre, Ermione aveva la risposta pronta.
"I miei non sono pregiudizi, sono dati di fatto! Loro sono una cattiva compagnia per te, e poi tu sei più grande... cosa ci fai in giro con ragazzi e ragazze più piccoli"
Celestin si offese, da un pò non sopportava il modo di vedere e di pensae di Ermione, ma quella era stata la goccia che capace di far traboccare il vaso, e Celestin disse probabilmente la frase più sbagliata che avrebbe potuto rivolgerle.
"Pensa a te, che se non fosse per me e per Cedric saresti sola. Se tu non hai amici questo non significa che non devo averli nemmeno io!"
"E questo quello che pensi? Nel caso tuo preferirei essere sola piuttosto che avere a che fare con quei schifosi mangiamorte. Ora vattene, so benessimo come raggiungere l'infermieria, torna da coloro che chiami "amici" se tanto ci tieni, ma non provare a guardarmi o parlarmi mai più, perchè mi fai schifo!"
Celestin le puntò la bacchetta contro, i suoi occhi erano accecati dalla rabbia, assetati di vendetta. Ermione le lanció un occhiataccia sprezzante e accusatoria "Vergognati, dopo anni di amicizia ti sei ridotta a questo, vuoi fare veramente del male alla persona che ti è stata sempre vicino? E' troppo perfino per te, quando questo accadrà tu avrai toccato il fondo."
Si voltò e prese a camminare da sola, Celestin ormai aveva scelto da che parte stare, ed Ermione anche.
Probabilmente quegli occhi così belli, ma accecati dall'ira, non avrebbero trovato pace tanto facilmente. L'odio, il rancore, la violenza, generano solo dolore, dolore cieco che non può essere cancellato e da cui non si può trovare pace.

" Lancaster, lei ha una semplice febbre. Prendi questo sciroppo e nel giro di qualche giorno sarai guarita, vedrai" constatò Madame Pomfrey quando le ebbe misurato la temperatura "Un pò di riposo non farebbe nenache male"e il suo non era un invito, ma un imposizione.
La fece accomodare su un lettino accanto ad una finestra dalla quale era possibile scorgere tutto il cortile di Hogwarts.
Poggiò il capo e sospirò, il tramonto le portò la stanchezza che fino a quel momento non si era resa conto di avere e, prima che potesse perdersi in pensieri negativi e malinconici, si addormentò.
La mattina dopo si svegliò lentamente avvolta da un leggero aroma di fragole, aprì gli occhi per capire da dove provenisse quel lieve e dolce profumo. Sul comodino una coppa di fragole fresche e invitanti era stato lasciato lì solo per lei, accanto alla coppa un bigliettino recitava "Goditi le tue fragole, verrò a trovarti dopo le lezioni, tu intanto riposati" con una inconfondibile firma "Cedric".
"Le ha portate stamattina presto" le disse Madam Pomfrey vedendola sveglia.
Nel giro di dieci minuti le fece tutte le analisi di cui necessitava, concludendo che il giorno dopo sarebbe potuta tornare a seguire le lezioni.
La mattinata scorreva lenta, le parole di Celestin lsi inseguivano nella sua testa senza sosta, era stanca di tenersi tutto dentro, ma come fare per sfogarsi?
Solo nel tardo pomeriggio la risposta alla sua domanda fece capolino dalla porta di ingresso dell'infermeria.
"Ciao Ermione" la salutò gioiosamente Cedric.
Ermione vedendolo gli saltó addosso stingendolo in un abbraccio e crollando in una valle di lacrime.
"Ehi, piccola che succede?"
Le labbra le tremavano, le parole erano dure e parlare di Celestin e di quello che le aveva detto la sera prima la fece stare male.
"Ascoltami" iniziò lui guardandola negli occhi "Non tutti sono fatti per restare, tanti nella nostra vita cambiano, si allontanando, ma disperarsi non giova a nulla. Vedendo come si stanno mettendo le cose, è meglio così, no?"
Pensandoci era meglio, non voleva avere un amica, mangiamorte, che avrebbe ucciso e condannato persone innocenti, quello era il tipo di cose a cui si sarebbe opposta e, in fin dei conti, non aveva mai pensato a Celestin come una persona tanto crudele da porre la sua lealtà in certa gente.
"Già, hai ragione" e per la prima volta si sentiva bene.
Cedric le passó un dito sulla guancia per asciugarle i residui che quel dolore le aveva generato, era così bella, così fragile che le avrebbe dato volentieri un sincero bacio pieno d'amore e di premura, ma non era del tutto certo di rendere la sua bella Ermione felice, quindi sospiró e decise che per quel momento avrebbe dovuto ancora aspettare.
"Ti va di sapere quello che sappiamo sulla prova? Fare congetture e ipotesi potrebbe aiutarti a tirare su il morale" ricevette un sorriso sbiadito e decise di prenderlo per un sì.
"La prova si svolgerà nel campo di Quidditch"
"Poco male"
"Aspetta. Il campo è stato trasformato in un enorme labirinto e credo che dovremo entrare e cercarvi qualcosa" corrugó la fronte
"Hei, sveglia! Nasconderanno la coppa nel labirinto e chi la trova vince!!" L'entusiasmo era tornato attivo.

I trust you -Cedric Diggory- [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora