CAPITOLO 1

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"E così Cedric si innamorò della giovane Gladys Lancaster"
"Sul serio pensi che non mi accorga che in realtà Gladys Lancaster sarei io?" Ermione Lancaster era seduta, a gambe incrociate, sulla poltrona dorata della sala comune di Tassorosso, scorreva delicatamente le dita lunghe e sottili sul foglio di pergamena che aveva tra le mani e leggeva la storia scritta dalla sua migliore amica, Celestin Wood, a bassa voce lanciando esclamazioni e commenti ironici di tanto in tanto.
"Cosa te lo fa credere?" esclamò Celestin, seduta su un'altra poltrona a pochi metri da lei.
"Prima di tutto il tuo personaggio ha il mio stesso cognome e anche le sue caratteristiche fisiche corrispondono alle mie. Chiunque legga la tua storia capirebbe che io sono la sua reincarnazione e, detto sinceramente, non voglio che in giro per la scuola si diffonda ľ idea che a me piaccia quel Diggory, sai quanto si monterebbe la testa quello spaccone?"
Ermione era una ragazza molto intelligente con di un bel fisico magro e un paio di enormi occhi lucenti color zaffiro, i suoi capelli bruni e crespi le si posavano dolcemente sulle spalle; la sua famiglia era in Tassorosso da innumerevoli generazioni e lei non era da meno; entrando nella sua casa, nascosta in qualche collinetta inglese abbandonata da Dio, anche un babbano si sarebbe reso conto del colore giallo e del disegno di un Tasso che spiccavano in qualsiasi luogo si potesse poggiare lo sguardo.
"Ma la mia storia è stupenda" controbatté Celestin, o "ragazza fantasma" per via dei suoi capelli lisci e chiari come la neve intenti ad incorniciarle il volto grazioso e, allo stesso tempo, dispettoso; i suoi occhi erano facilmente confondibili con degli smeraldi, di un verde lucente e intenso, capaci di incantare lo sguardo di chiunque la circondasse. Tutti i ragazzi ad Hogwarts avrebbero perfino pagato un'infinità di Galeoni per starle accanto anche solo pochi minuti, ma lei preferiva essere apprezzata per le sue doti piuttosto che per il suo aspetto.
"Mm.." un attimo di indecisione assalì la mente della castana, per un attimo, solo per un attimo aveva pensato di permettere all'amica di pubblicare quella goffa storia in cui la sua omonima, Gladys, convolava a nozze con il bello e famoso Cedric Diggory.
Si riprese e immediatamente si rese conto di quello che sarebbe successo inseguito alla pubblicazione della storia: lei, Ermione Lancaster, invisibile ragazzina di quindici anni che si imbatte nella vita del conosciutissimo sedicenne Cedric Diggory.
Ebbe un brivido e cercò di impedire che Celestin mettesse in atto il suo piano che, senza volerlo, avrebbe dato origine a chiacchiere insulse su di lei tra tutti gli studenti di Hogwarts "Facciamo così" propose infine "invece del nome di Cedric metti il nome di tuo fratello, Oliver Wood, tutti sanno che siamo buoni amici e che tra noi non può nascere assolutamente nulla".
Celestin non sembrava molto convinta, ma, in tutta contentezza di Ermione, acconsentì alla proposta e uscì dalla sala comune dei Tassorosso per andare in Sala Grande da suo fratello, capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro, con l'intento di raccontargli tutte novità che lo avrebbero coinvolto nella storia.
Ermione rimase sola a crogiolarsi ď avanti al fuoco che riscaldava quella fredda e nevosa mattina dicembrina tipica delle vacanze di Natale.
Non aveva mai badato a quanto fosse ben arredata la sala comune dei Tassorosso: i muri erano tappezzati da eleganti stendardi della casa e da foto che ritraevano la squadra al completo di Quidditch di Tassorosso a partire dall'anno di fondazione della scuola.
Guardò attentamente i volti di tutte le persone raffigurate, ma riusciva a riconoscerne soltanto pochi appartenetti a giocatori di generazioni più recenti e vicine a lei; mentre i suoi occhi correvano da una foto all'altra e scrutavano i dettagli più nascosti, lo riconobbe: Cedric Diggory, il cercatore migliore che la sua casa avesse mai avuto, "eppure non abbiamo mai vinto la Coppa grazie a lui!" Pensò.
Mentre si perdeva in infinite conversazioni mentali con se stessa cercò di si accarezzare i suo gufo, Drym, appollaiato, e quasi addormentato, sulla spalliera della poltrona, quest'ultimo al tocco della padrona si risveglio bruscamente dal suo stato di dormi-veglia e le morse involontariamente un dito; il morso fu abbastanza possente per un gufo di piccola taglia come lo era Drym e qualche goccia di sangue si intravedeva tra la pelle arrossata delle sue mani.
Ermione alzò gli occhi al cielo, annoiata, e si costrinse ad allontanarsi da quel covo di calore e tranquillità che si era creata per andare nel dormitorio e prendere dal suo baule un cerotto, lasciando Drym solo.
Quando la ferita fu coperta e il problema emarginato, decise recarsi nuovamente nella sala comune per tornare a godere del calore sprigionato dal fuoco del caminetto, ma i suoi piani furono distrutti quando, ď avanti al fuoco, vide un'affascinante figura maschile che accarezzava graziosamente il suo gufo e le dava le spalle "Cedric Diggory...Parli del diavolo e spuntano le corna!" Pensò lei e silenziosamente fece un cenno quasi impercettibile con la testa al volatile che, senza indugiare ulteriormente, spiccò elegantemente il volo per posarsi sulla spalla della sua padrona.
Cedric si girò di scatto verso la ragazza.
"Tipico ragazzo inglese, buono,  gentile, con una bellezza tale da mozzarti il fiato, classico romanticone" ,o almeno era quello che pensava di lui Ermione.
Ermione tendeva a etichettare tutti dalla prima impressione, dal primo gesto o dal primo sguardo e quello che mostrava a lei il giovane londinese era uno sguardo definibile in qualsiasi modo tranne che altezzoso(al contrario di quello che pensava lei), mostrava curiosità verso la giovane ragazzina, per lui, ancora del tutto ignota.
"È tuo?" Le chiese a bassa voce, la sua voce tranquilla pareva un sussurro, e con un dito indicò il gufo sulla sua spalla.
Lei non disse nulla, si limitò a fissarlo infastidita, le sembrava molto stupido dover rispondere ad una domanda tanto ovvia, ma allo stesso tempo sperava che il suo silenzio facesse capire al ragazzo che la sua presenza non fosse gradita.
Cedric, tuttavia, rimase lì ad osservarla, lei fece lo stesso; entrambi si guardavano incuriositi chiedendosi chi dei due avrebbe rotto il ghiaccio per primo, ma nulla avvenne.
Nessuno dei due ebbe il coraggio o la forza di parlare, gli occhi zaffiro della ragazza non abbandonavano mai gli occhi grigi e chiari del ragazzo.
Il loro strano gioco di sguardi venne spezzato da un brusco rumore alla porta che costrinse i due giovani Tassorosso a fissare il punto in cui avevano sentito il tonfo, il quale si rivelò ben presto essere prodotto da Celestin, più euforica ed energica del solito.
Celestin sgranò gli occhi quando si rese conto che il bel ragazzo alto era Cedric e la ragazza bruna era la sua migliore amica.
Presa dall'entusiasmo, la bionda, strattonò Ermione e la trascinò nel dormitorio delle ragazze lasciando da solo un Cedric sconvolto.

"Raccontami" la esortò Celestin dopo essersi accertata che sia lei che la sua amica fossero lontane da occhi e da orecchie indiscrete.
"Nulla" rispose Ermione.
"Deve pur aver detto qualcosa" gli occhi di Celestin guardavano nervosamente ľamica, quasi come se volessero penetrale la testa per leggerle i pensieri.
"Nulla" ripeté Ermione e le sue parole furono seguite da un sorrisino divertito e provocatorio.
"Tu non capisci" sbottò Celestin sbracciando e facendo cadere sul pavimento qualsiasi cosa le capitasse sotto tiro "il mare azzurro rompe il silenzio di quel che era un attimo candido ormai distrutto" e così dicendo le sventolò sotto il naso il foglio di pergamena che conteneva quella parte del suo racconto "se è vero che non vi siete detti niente, la storia si sta avverando" a quelle parole Ermione scoppiò a ridere e solo quando esse cessarono riuscì a dire " Senti, non so quanto possa essere realistica la tua storia, ma sono fortemente convinta che essa non riesca a predire il futuro, quindi non ti illudere" e riprese a ridere.
Celestin,invece, non sembrava affatto divertita " Ho sentito quell'idiota di Cecylia Rongwood nei corridoi che spiattellava alle sue amiche di aver lavorato in coppia con Cedric a lezione e dal modo in cui ne parlava sembrava che le avesse chiesto di sposarla! Tu invece hai avuto un incontro faccia a faccia con il principe azzurro e questo sembra non importarti"
"E' proprio questo il punto! Guarda l'effetto che fa alla gente! Ipnotizza le ragazze perché, mi sento ridicola nel dirlo, secondo loro lui è il prototipo di ragazzo perfetto. Io non sono come loro, non sono una persona banale o scontata e tu dovresti saperlo!" Con queste parole Ermione era tornata seria e prima che potesse aggiungere altro fu Celestin a riprendere la parola "Per favore! Almeno parla con lui, capisci di che pasta è fatto e se non ti piace gli volti le spalle"
"No Celestin, non cederò alle tue provocazioni"Ermione si girò pronta ad andarsene, la biblioteca le avrebbe dato la pace che cercava, ma non riuscì a mettere neanche un passo che subito si senti tirare una manica della maglia
"Permettimi di aggiungere una cosa" disse Celestin mollando la presa alla manica della maglia di Ermione, la quale rimase in silenzio e non si  mosse "ti ricordi quando al primo anno mi costringesti a parlare con quel ragazzo del settimo anno perché mi piaceva? Io gli dissi che era molto bello, lui mi guardò malissimo e se ne andò. Ecco! Fu la cosa più stupida e imbarazzante della mia vita! Ora penso che dovresti ricambiarmi il favore andando a parlare con quel benedetto ragazzo che è Cedric Diggory!" La sua espressione rendeva impossibile qualsiasi tentativo di rifiuto.
Ermione ci pensò su, infondo che male c'era nel scambiare due parole con un tipo per lei superfluo per far si che la sua migliore amica fosse contenta e soddisfatta?
Le bastò un leggero cenno del capo per mandare Celestin su di giri, erano un paio d'anni che aspettava questo, come lo chiamava lei, "momento da film".
A passo spedito e con qualche sbuffo di troppo, Ermione si recò ancora una volta nella sala comune sperando di incontrare Cedric e, fortunatamente, lo trovò.
Decise di rimanere sulla porta e di salutarlo da lì anche se lui, seduto sul divano e con il libro di trasfigurazione in mano, non poteva certo aspettarsi una tale "sorpresa"da parte sua.
Ermione disse semplicemente "ciao"per attirare la sua attenzione.
Cedric in un primo momento non capiva da dove provenisse la voce ma poi notò la ragazzina uscire dalla penombra e la guardò con uno sguardo vago, ma non disse nulla.
"Permettimi di  presentarmi, io sono Ermione Silvia Taylor Lancaster, e tu sei Cedric Diggory, non serve che ti presenti"
Cedric sorrise e scavalcò con un salto la spalliera del divano mettendosi in piedi di fronte ad Ermione "Ti correggo: Cedric Amos Diggory"
"Mm...fai lo spiritoso? Banale!" lo attaccò lei, ma lui ignorò le sue parole"Se ti da tanto fastidio, perché prima mi guardavi e ora sei venuta a parlarmi?"
"Prima di tutto eri tu che hai iniziato a fissarmi, e poi non sono qui di mia spontanea volontà, sto solo facendo un favore ad un amica" mugugnò la ragazza.
"Quale amica ti chiederebbe di venire a parlare con uno sconosciuto di cui sai a malapena il nome?"
"Senti Diggory, a me non importa nulla di quello che pensi tu o di quello che tu vuoi sapere, ora, se non ti dispiace, ho mantenuto la mia promessa e penso proprio di andarmene." si spostò i capelli dietro la spalla e se
ne andò senza voltarsi.
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Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto, in tal caso ricordate di accendere la stellina e commentare, mi farebbe molto piacere.

I trust you -Cedric Diggory- [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora