CAPITOLO 3

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Quando si svegliarono Celestin era già in ritardo; quella mattina lei, Oliver, Fred, Angelina e Katie sarebbero andati ad Hogsmeade ed erano tutti fuori dalla sala comune aspettando l'arrivo di Celestin senza sapere che lei era in estremo ritardo e correva dall'armadio al letto tentando di infilare maglia e pantaloni nel minor tempo possibile"Un giorno mi dirai perché non vieni mai ad Hogsmeade?" le chiese la biondina  mentre lanciava la maglia del suo pigiama sul letto, ma non ricevette alcuna risposta da Ermione
"stai attenta a quello che fai Lancaster e non rovinare niente del tuo probabile rapporto con Cedric" la minacciò Celestin puntandole un dito contro.
"Ma tanto a me non mi importa di lui" le gridò Ermione con le braccia incrociate mentre ľ amica correva goffamente verso l'uscita.
Quella mattinata non passava mai, l'orologio sembrava rotto e il tempo era così lento che sembrava prenderla in giro, Ermione rimasta quasi sola al castello, di tanto in tanto incontrava qualche faccia conosciuta, ma di Cedric nessuna traccia, decise di non aspettarlo, avrebbe deluso Celestin non presentandosi all' "appuntamento" con Cedric, ma, dopotutto, quella era la sua vita che sarebbe stata condizionata dalle sue scelte.
Ermione in biblioteca doveva andarci comunque perciò, quando vide che essa era piuttosto vuota, vi si intrufolò senza dare peso all'appuntamento con Cedric e sperando che quest'ultimo non potesse trovarla.
Appena individuò un tavolo libero e soprattutto nascosto ad occhi indiscreti, decise di sedersi.
Non aveva ancora avvicinato la sedia che "ciao" una voce familiare la colse di sorpresa alle spalle facendola sobbalzare leggermente.
"Chi ti ha dato tutta questa confidenza?" si limitò a dire lei, sembrava turbata dal suo comportamento, tuttavia, contrariamente a ciò che pensava poco prima, una parte di lei era contenta di rivederlo.
Cedric la faceva sentire così: in lotta con se stessa, non sapeva se apprezzarlo o odiarlo, era turbata da questo perché prima di allora era sempre stata una persona molto sicura di sé che difficilmente si lascia condizionare, anche interiormente, da altre persone.
"Come posso esserti utile?" Disse lui ignorando la domanda di Ermione e risvegliandola dal suo stato di turbamento.
Cedric quel giorno era molto gioviale e del tutto privo di quella atmosfera arrogante che aveva riscontrato Ermione in lui. Stava fingendo? Cedric Diggory era capace anche di questo? Per quanto si tormentasse, Ermione non riusciva a trovare una risposta soddisfacente a queste due domande.
"Scrivi il mio nome su quelle due pergamene, io cercherò un libro che possa essermi utile per Pozioni " disse lei indicando due rotoli di pergamena poggiati sul tavolo e allontanando dai suoi pensieri possibili domande o pregiudizi che avrebbero potuto distrarla dal suo dovere, dai suoi compiti.
Dopotutto, loro erano lì per studiare e non per altro.
Si girò di scatto e sentì Cedric dire sottovoce  "so fare più di questo!".
Lei lo ignorò e si concentrò sulla libreria, ma con la coda dell'occhio non voleva perderlo di vista.
Quando Cedric terminò di scrivere sulla pergamena, poggiò la piuma sul tavolo e incrociò le braccia attendendo che Ermione si accorgesse dei suoi movimenti.
Tenendolo d'occhio, Cedric non dovette attendere molto, quasi subito Ermione lo affiancò sfiorandogli per sbaglio una spalla, afferrò il foglio e guardandolo sorrise ed esclamò "ma no! Si scrive Ermione, non Hermione, senza H"
A giudicare dall'espressione che Cedric aveva sul volto non sembrava convinto e quasi chiedeva spiegazioni più chiare.
"Ermione" iniziò a spiegare lei "è un personaggio della mitologia greca, ed è un personaggio utilizzato in una poesia di un celebre poeta italiano: Gabriele D'Annunzio. Mia madre ha sempre avuto un debole per la letteratura italiana e quindi ha convinto mio padre a chiamarmi così.
La poesia è molto carina, ma è abbastanza lunga, quindi io porto con me sempre solo un fogliettino con su scritto solo una parte della poesia, quella che preferisco e che mi rappresenta di più" prese un foglietto dalla borsa appoggiata distrattamente sul tavolo accanto al punto in cui prima c'erano le pergamene e lo porse a Cedric che lesse:

"Piove su le tue ciglia nere
Sì che par tu pianga
Ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
Aulente,
Tra le palpebre gli occhi
Son come polle tra ľerbe,
I denti negli alveoli
Son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
Or congiunti or disciolti,
Chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
Silvani,
Piove su le nostre mani
Ignude
Su i nostri vestimenti
Leggieri,
Su la favola bella
Che ieri
M'illuse, che oggi t'illude,
O Ermione."

"Ermione in sintonia con la natura, Ermione bella creatura, Ermione sfugge" commentò Cedric posando delicatamente il foglio sul tavolo e guardandola con lo stesso sguardo penetrante del loro primissimo incontro.
Lei rimase colpita dalle sue parole e dal suo sguardo, sembrava che lui l'avesse letta come se fosse un libro aperto.
Ermione in sintonia con la natura ... sì lei era in sintonia con la natura e la riteneva una forma di bellezza assoluta ancora non del tutto contaminata dall'uomo.
Ermione bella creatura ... tutto sommato sì, lei era carina.
Ermione sfugge ... sì lei sfugge, lei era come una piccola goccia d'acqua: non ha una forma e che non può essere  trattenuta.
Quanto ci avrebbe messo per scoprire altro su di lei? Avrebbe scoperto chi fossero i suoi genitori? A quel punto l'avrebbe disprezzata? L'avrebbe allontanata? L'avrebbe ridicolizzata? E spiegare che lei era diversa da loro sarebbe servito? Ci avrebbe creduto?No, tutto questo non era garantito e se fosse rimasta come un libro aperto nelle mani di Cedric, lui l'avrebbe letta da cima a fondo e sarebbe stato in pericolo.
"I-io penso sia meglio che tu vada" si limitò a dire la bella Ermione.
"Ma..." Cedric tentò di trattenerla, ma inutilmente.
"Se tu non vuoi andartene me ne andrò io" Ermione raccolse le sue cose, si girò sui tacchi e sparì dalla vista del ragazzo, il quale, non voleva perdersi d'animo.
Voleva capirla quella ragazza e, per qualche strano motivo, sapeva che ci sarebbe riuscito.
Passavano i giorni ed Ermione cercava di evitare lo sguardo di Cedric e la sua presenza.
Non era molto difficile evitare di parlargli o di incontrarlo dato che il suo grado di "popolarità" –e odiava ammetterlo, ma era così che lo volesse o no- era enormemente aumentato dal giorno in cui Celestin prese coraggio e produsse un grande numero di copie della sua storia distribuendole per tutto il castello.
Ben presto Celestin, la scrittrice, e Ermione, che tutti compresero che fosse la protagonista (al contrario di quello che pensava Celestin) furono riempite di complimenti e, anche se Ermione non aveva contribuito più di tanto alla stesura dell'opera, venivano costantemente fermate e travolte da lunghe conversazioni strategiche.
Quello, probabilmente, fu il periodo in cui Celestin si sentì più realizzata che mai con Ermione al suo fianco.
Tuttavia Ermione e Oliver divennero oggetto di pettegolezzo, molti studenti scattavano loro foto di nascosto, ma a loro non dava fastidio, trovavano questo un motivo in più per ridere.
Ermione e Celestin non erano mai sole, c'era sempre qualcuno che voleva conoscerle, forse solo per convenienza dato che i loro nomi erano diventati piuttosto conosciuti in tutta Hogwarts.
Ermione preferiva non rimanere mai sola, non voleva darlo a vedere, ma in cuor suo sapeva che essere sola significava pensare a Cedric senza capire se l'interesse provato verso di lui era odio o apprezzamento,  ma più passavano i giorni, più lo evitava, più aumentava la voglia di parlargli e di comprendere che tipo di persona fosse, ma lei non poteva farlo, lui avrebbe scoperto senza fatica ciò che lei nascondeva da anni anche ai suoi migliori amici.
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Spero che il terzo capitolo vi sia piaciuto, in tal caso non dimenticate di accendere una stellina e commentare.

I trust you -Cedric Diggory- [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora