Amicizia

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-"Tesoroooo."-
Owen si fiondò sulla ragazza, stringendola forte in un gigantesco abbraccio.
-"Che bello vederti. Sono anni che non passiamo un po di tempo assieme."-
La ragazza si ritrovò inizialmente disorientata da tutto quell affetto.
-"Ok caro, anche io sono felice di vederti. Ora però scollati, troppo amore nell'aria."-
Il ragazzo la ignorò e continuò a stringerla ancora per un po, prima di scioglierlo dall'abbraccio.
Lei si guardò intorno, spostando lo sguardo sul cortile e la struttura della Scuola Salvatore.
-"Ancora devo capire come abbia fatto, TU, a diventare professore di...beh, di qualsiasi cosa. Senza offesa eh, ma non mi sembri proprio il tipo portato per l'insegnamento."-
Owen la portò a fare un giro per la scuola, mostrandole le varie zone.
-"Devo ancora migliorare su alcuni aspetti. Ad esempio l'altro giorno ho trasformato uno studente particolarmente fastidioso in un furetto, ma ho avuto delle difficoltà nel farlo tornare normale. Ma tranquilla, alla fine è tutto risolto. Al massimo avrà le pulci per un pò."-
Alla ragazza sfuggì un sorrisino.
-"Si, ora ti riconosco. Questo è proprio da te."-
Alla fine del giro turistico si accomodarono in una delle panchine del parco.
-"Devo ammettere che è un bel posticino, ti sei sistemato bene. Magari andrà a finire che anche tu imparerai qualcosa una volta tanto."-
Lui rise.
-"Se io dovessi imparare qualcosa, tu non potresti più sentirti così superiore e saggia mia cara. Ti farei fare brutta figura."-
Finito di parlare le frecce una linguaccia.
-"Attento caro, questa ragazza così superiore e saggia potrebbe trasformare te in un furetto. Allora si che ci sarebbe da divertirci."-
Owen assunse un aria pensierosa.
-"Owen Mikaelson, il furetto Originale. Suona bene.-"
La ragazza si mise una mano sul viso, scuotendo la testa.
-"Non cambierai mai, resterai sempre un pezzo di idiota.-"
Owen rise.
-"Sempre."-
La mattinata proseguì tranquilla, con i due vecchi amici che parlarono dei loro viaggi, le nuove esperienze, nuovi luoghi da visitare. Arrivò l'ora di pranzo, e Owen insistette per fare mangiare Mavi alla mensa con lui, e la ragazza acconsentì con riluttanza. Tutti gli occhi degli studenti furono subito puntati su di lei, la ragazza "nuova".
-"Mi fissano tutti, è odioso."-
Owen continuò a riempirsi il piatto.
-"Se chiedono, sei una nuova studentessa."-
Mavi alzò il sopracciglio.
-"Ma...Ho il doppio dei loro anni quasi."-
Il ragazzo si accomodò e iniziò a mangiare.
-"Una pessima studentessa, allora."-
La ragazza alzò gli occhi al cielo e iniziò a mangiare a sua volta.
-"Senti, non che mi dispiaccia passare un po di tempo con te una volta ogni decade, ma non è per questo che mi hai fatta venire fin qui."-
Owen scosse la testa.
-"Non parlo di affari a pranzo."-
Mavi iniziava a sentire una strana voglia, una voglia di strangolare quell'idiota con le sue mani, per poi salvarlo e strangolarlo nuovamente.
-"Come vuoi."-
Il pranzo passò velocemente, e tutti gli studenti tornarono alle loro faccende, chi aveva lezione, chi aveva dei compiti da fare e chi aveva del tempo libero.
-"Perfetto, ragiono me già pancia piena. Andiamo, ti mostro il motivo per cui sei qui."-
La ragazza lo seguì, incuriosita. Entrarono nella stanza del ragazzo. Il libro nero era poggiato sulla scrivania, chiuso. Sembrava un comunissimo libro, nessuna traccia di potere fuoriusciva da esso, eppure lui era sicuro di averlo percepito. Un potere immenso.
-"Sarebbe questo? Il famoso "Libro Nero Cattivo" di cui mi hai parlato? Sembra un comune libro,tenuto neanche tanto bene. Dove hai detto che lo hanno trovato?"-
Owen si sentiva a disagio, ma non ne capiva il motivo.
-"Egitto. In una piramide in Egitto."-
La ragazza lo guardò malissimo.
-"Se mi hai fatta fare tutta questa strada per tradurre un paio di geroglifici giuro che ti uccido."-
Owen fece finta di tremare tutto, per poi ridere.
-"Nessun geroglifico, sarebbe stato facile, più o meno. Nessuna scrittura entro i mille anni può essere usata per cavarci piede, è più antica, molto di più."-
La ragazza si scrocchiò le dita.
-"Bene, adoro le sfide."-
Così dicendo si mise seduta, iniziando a sfogliare le pagine lentamente.
Owen avrebbe voluto dirgli del suo incubo, del marchio a fuoco che aveva nel braccio e che faticava a guarire. Ancora gli bruciava, certe volte, un piccolo bruciore, non particolarmente forte ma persistente. Ma nonostante tutto, taqque. Non sapeva bene cosa, ma una vocina gli diceva che non era nulla di importante. Così decise di far compagnia alla ragazza, stendendosi nel letto, ma appena ci si posò un leggero tepore lo avvolse, chiamandolo nel mondo dei sogni. O in quello degl incubi.

Cursed Bloodline - ApocalypseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora