Titolo: Egofobia
Autore: the_newbohemian1Recensione a cura di: Vane_Fangirl
La storia si apre con una trama decisamente interessante e, per quanto sia ambientata in un futuro prossimo, anche molto attuale con determinate situazioni presenti nella società odierna. Il protagonista – Thomas Horton Parker – potrebbe benissimo essere comparato con certi ragazzini adolescenti che nel mondo attuale si chiudono in casa, isolandosi da tutti gli altri – perfino dalla stessa famiglia – per poter giocare online una partita con magari qualche persona della stessa età distante chissà quanto. Anche il trattamento forzato richiama molto il TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) odierno, tuttavia ne avrei spiegato in parte la procedura, in modo da aiutare ulteriormente il lettore che si avventura nella lettura della storia. L'impatto emotivo è forte fin dal prologo, nel quale viene riportata una chiamata al 911 da parte di un ragazzo che ha appena ucciso la propria ragazza. Non è ancora ben chiaro, dopo dieci capitoli letti, il nesso tra quest ultimo episodio e il resto della storia, spero venga espresso e sottolineato più avanti, in modo tale da aumentare la suspense all'interno della storia. Un senso di angoscia pervade il lettore a partire dai primi capitoli, uno strano senso di disagio che lo accompagna per tutta la storia, dovuto non solo alle tematiche forti discusse al suo interno, ma anche dai racconti in terza persona del dottor Lear, che lentamente ci fa conoscere e apprendere al meglio la patologia di Meredith, che possiamo definire la seconda protagonista del racconto. La caratterizzazione sia psicologica che fisica dei personaggi è ben fatta, sia che essi siano primari o secondari. Trovo un attimo discordante il passaggio dalla prima persona alla terza quando il punto di vista cambia da Thomas al dottor Lear, magari cercherei di trovare un narratore unico per rendere più lineare il tutto; esso comunque non risulta come un fattore di disturbo per il lettore. Le tematiche trattate sono descritte in modo professionale e per nulla superficiale, si nota che dietro c'è stata una preparazione specifica e che l'autrice sa bene di che cosa parla, con un evidente bagaglio di conoscenze ampio in materia. Anche l'inerenza con la trama è perfetta, c'è il senso di disagio e suspense che dovrebbe avere un horror, spesso narrato in maniera così forte da far sentire il lettore un terzo incomodo, come se il rapporto tra Meredith e il dottor Lear fosse così intimo da trasparire dalle pagine del libro.
Per quanto riguarda le questioni più tecniche, ci sono vari errori a livello di attenzione, ad esempio spesso c'è uno spazio che non c'entra nulla tra la virgoletta alta che apre il discorso e la parola che la segue, oltre ad alcuni sbagli di distrazione. I dialoghi a volte presentano delle discordanze, ti consiglierei di decidere se la punteggiatura di essi è con il punto alla fine di ogni periodo, oppure se mantieni la regola che se all'interno del discorso c'è un punto esclamativo, interrogativo o i tre punti di sospensione non metti niente, perché c'è un miscuglio di entrambi che non va bene. Il lessico è forbito, tecnico nei punti giusti e il fatto che varia dal punto di vista di Thomas a quello del dottor Lear, l'ho trovata un'ottima idea, perché in questo modo si trasmette in modo implicito la personalità del personaggio, senza doverci spendere troppe parole magari inutili.
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