un incontro da perdere la testa

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Luciana Sabelli aspettava da mezz'ora, nervosamente batteva il piede sui sampietrini. Guardò il monumentale cancello del cimitero di Napoli e deglutì, guardò l'orologio: le 18.30 mormorò. Ripercorse con il pensiero gli avvenimenti del giorno precedente: aveva trovato un volantino nella cassetta della posta con un annuncio di lavoro dove si richiedeva segretaria per azienda in forte espansione. Aveva telefonato e la centralinista le aveva fissato un appuntamento per il colloquio al giorno dopo; strano ma vero pensò.
Quando era arrivata all'indirizzo che le era stato indicato come sede dell'azienda, aveva scoperto con sgomento che corrispondeva al cimitero. Aveva telefonato per essere aiutata e la stessa voce le aveva detto di attendere lì che un loro incaricato sarebbe venuto per accompagnarla in azienda.
Il tiepido sole di fine ottobre stava tramontando e stare ad aspettare di fronte al cimitero la metteva a disagio. Magari il fantasma che aveva visto durante una visita ai nonni defunti poteva essere solo stato frutto di un momento di alienazione della mente o di suggestione causata dalle storie che le avevano raccontato.
Le si avvicinò un uomo vestito di nero.
- Signorina Luciana Sabelli?
- Sì.
- Mi segua.
Si avviò a grandi passi verso l'ingresso del cimitero.
Lei lo rincorse:
- Ehi! Signore... mi scusi... ma non credo che sia la direzione giusta.
L'uomo si fermò e piegò le labbra in ciò che voleva essere un sorriso.
- Insomma lo vuole questo lavoro? - Poi guardò alle sue spalle, - ma che sarà mai attraversare il cimitero, non mi dica che ha paura?!
Luciana ebbe come un brivido lungo la schiena, automaticamente le uscì dalle labbra un flebile no.
- Molto bene.
Riprese il suo cammino.

Luciana seguì l'uomo per i viali silenziosi e vuoti complice l'ora tarda, lanciando sguardi furtivi alle tombe monumentali.
Imboccarono un viale e alla fine di esso vi era un mausoleo costruito come una piramide dell'antico Egitto.
L'uomo si fermò davanti al mausoleo, disse qualcosa di incomprensibile e il portone si aprì. Lei voleva scappare, ma era incollata al terreno.
Lui la prese in braccio ed entrarono, l'urlo della donna fu coperto dal tonfo del portone che si chiuse alle loro spalle.

Luciana si ripeteva che tutto ciò era troppo assurdo per esser vero. Era in un mausoleo con una mummia, per di più apocope e quell'uomo che farneticava su uno scambio di anime, che l'amava, che la cercava da tempo.
Poi l'aveva lasciata sola, ma le aveva detto che sarebbe tornato per il rito. Disperata aveva cercato di fuggire, aveva urlato e pianto, ma ogni tentativo era stato vano.
Lui entrò e la guardò teneramente mentre le accarezzava il volto dicendole delle parole in una lingua che lei sembrò riconoscere.
Le appose una maschera egizia che puzzava di colla marcia, poi l'adagiò vicino alla mummia.
Luciana ascoltava ammaliata le sue parole che erano diventate una piacevole litania. Improvvisamente fu interrotta da un urlo di rabbia che la infastidì. Voleva tapparsi le orecchie per non ascoltare il pianto e le imprecazioni dell'uomo, ma non trovò la sua testa...

#HalloweenVault3 #HV3 #AmbassadorsITA

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