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Secondo Gardner, uno psicologo statunitense, esistono otto tipi di intelligenze: linguistica, logico-matematica, spaziale e visiva, corporeo-cinestetica, musicale, sociale o interpersonale, introspettiva o intrapersonale e naturalistica, nel corso del tempo ne è stata riconosciuta una nona: l'intelligenza spirituale o esistenziale.
Secondo Gardner ognuno ne possiede una, solo che deve essere stimolato in ognuno di esse per raggiungere un buon livello di capacità.
La teoria di Gardner è detta teoria delle intelligenze multiple. A seconda degli ambiti in cui ci si ritrova si usa un'intelligenza diversa.
Mentre secondo Goleman, anch'egli statunitense, ha individuato una decima intelligenza: l'intelligenza emotiva.
Secondo la sua teoria abbiamo due cervelli.
Un cervello razionale (rappresentato nella neocorteccia), particolarmente sviluppato nella specie umana. E poi c'è il cervello emozionale (che condividiamo con tutti gli animali, di cui fanno parte il tronco encefalitico e il sistema limbico).
Secondo Goleman è necessario che il cervello razionale e quello emotivo collaborino in sintonia. L'intelligenza emotiva rappresenta proprio la felice e armoniosa sintesi di razionalità ed emotività.
Secondo lo stesso Goleman, espone che la medicina contemporanea, che riconosce come sua missione la cura della patologia, ha spesso trascurato l'esperienza emotiva della malattia. I medici dovrebbero completare le proprie competenze sviluppando l'intelligenza emotiva: comunicare di più con i pazienti, incoraggiarli a chiedere e non lasciare alcuna domanda senza risposta; dovrebbero aiutare le persone a gestire meglio le loro emozioni negative come collera, ansia, depressione e solitudine e dovrebbero offrire assistenza psicologica, conforto e consolazione ai pazienti.
Anche le recenti scoperte delle neuroscienze confermano l'importanza per i pazienti del loro aspetto emotivo, dimostrando l'esistenza di connessioni tra il cervello e il sistema immunitario e cardiovascolare, tanto che si può fermare e trascurare il proprio mondo emotivo può portare alla malattia.
C'è un rapporto statistico, ad esempio, tra collera e rischio cardiovascolare e, più in generale, tra attacco cardiaco e qualunque intensa emotività negativa, che sommerga regolarmente l'organismo con ondate di ormoni dello stress.
Poiché l'intelligenza emotiva è una qualità che definisce la persona nel rapporto che ha con se stessa e con gli altri, essere emotivamente competenti significa saper vivere bene ogni aspetto della propria vita, dalla sfera più intima come il matrimonio alla sfera sociale come l'ambiente scolastico o lavorativo.
Se ad esempio, all'interno del matrimonio, marito e moglie imparassero a riconoscere e a dare spazio alle loro emozioni negative nei confronti del coniuge giorno per giorno, invece di farsi travolgere da esse in modo incontrollato, vivrebbero con maggiore equilibrio e serenità. Nel mondo del lavoro, l'intelligenza emotiva è ormai riconosciuta come una skill, una competenza appunto irrinunciabile.
Essa è utile:
-per chi lavora in un team, perché l'armonioso funzionamento di un gruppo determina il quoziente intellettivo del gruppo stesso;
-per chi è a contatto con persone di diverse etnie, dato che l'educazione emozionale può essere un valido strumento per combattere i pregiudizi;
-per chi svolge professioni che presuppongono il sentire empatico, come le professioni assistenziali, di insegnamento, di vendita;
-per chi comanda, perché dirigere con il cuore oltre che con la testa è diventato essenziale in ogni leadership.
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𝖴𝗇 𝗀𝗂𝗈𝗋𝗇𝗈 𝗇𝖾𝗋𝗈 ; 𝗡𝗮𝘆𝘁 (in revisione)
Fanfiction• 𝘋𝘪𝘤𝘰𝘯𝘰 𝘪𝘭 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘰 𝘦̀ 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰, 𝙘𝙞 𝙫𝙤𝙜𝙡𝙞𝙖𝙢𝙤, 𝙣𝙤𝙣 𝙡𝙤 𝙨𝙖𝙥𝙥𝙞𝙖𝙢𝙤. 𝘾𝙞 𝙖𝙢𝙞𝙖𝙢𝙤, 𝙣𝙤𝙣 𝙘𝙞 𝙨𝙖𝙡𝙫𝙞𝙖𝙢𝙤. 𝙈𝙖 𝙨𝙚 𝙘𝙞 𝙤𝙙𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙥𝙤𝙞 𝙘𝙞 𝙖𝙢𝙢𝙖𝙯𝙯𝙞𝙖𝙢𝙤 • : ᴜɴ ɢɪᴏʀɴᴏ ɴ...