good years• zayn
William
𝙍𝙤𝙢𝙖, 𝙇𝙖𝙯𝙞𝙤
autunno, 2010Mi svegliai dopo una mezz'ora, Arianna al mio fianco non c'era, così cautamente mi alzai dal letto, riprendendomi un po' dal sonno e, mi diressi in bagno pensando fosse lì, prima però bussai. In bagno non c'era, così scesi in cucina, ma nulla, non era neanche lì.
Forse avevo una minima idea di dove potesse essere, avevo paura, ma cercai di calmarmi, di solito lo faceva lei, ma io dovevo restare lucido. Mandai un messaggio ad Alex, una nostra amica.
Alex💚
Alex, Ari per caso è da te?
no, come mai?
sono a casa sua, ma qui non c'è, ma ho una vaga idea di dove possa essere
vediamoci al parchetto dietro casa mia, ti prego
Dopo aver mandato il messaggio, afferrai la giacca ed uscì di casa sbattendo la porta, in quel momento non mi importava se non fossi a casa mia, lei aveva la priorità su tutto, persino sui miei pensieri. Forse avevo capito cosa voleva fare e, io dovevo impedirglielo, impedirle di compiere una cazzata.
Una volta dopo essere arrivato dietro il palazzo di casa mia, trovai Alex, anche lei ansiosa, lo notai da come si torturava il labbro e aveva le dita intrecciate tra loro. Non volevo mettere così ansia, ma so quanto ci teneva alla bimba.
«In che senso non era a casa sua» disse Alex, mentre ci dirigevamo dalla parte posteriore del parco.
«Nel senso che abbiamo parlato per una buona ora sul letto e poi mi sono addormentato appoggiato a lei, mezz'ora dopo mi sono svegliato e non c'era più accanto a me, ho controllato in bagno e in tutta casa ma non c'era, poi ho pensato fosse venuta da te e che si fosse dimenticata di avvisarmi, ma poi...» dissi affaticato «ma poi mi hai detto che non era da te».Dopo aver superato il vialetto iniziale, mi ricordai che pochi giorni prima mi aveva detto di aver scoperto un ponte all'apparenza basso, ma il letto del fiume era molto profondo.
Afferrai Alex per il polso, senza stringere troppo, e la portai con me verso la stradina per il ponte, da dietro un albero, scorsi una figura, indossava una mia felpa e dei leggings, in mano reggeva un telefono, era in piedi sul bordo del ponte, oscillava in avanti e poi in dietro, in conseguenza la vidi chiudere gli occhi.Con calma mi avvicinai a lei con passi lenti e, la sentii parlare, «non avvicinarti, so che sei tu, Will...» la interruppi «si, sono io e sai anche quello che voglio» dissi facendo un altro passo verso di lei.
«Porto solo tristezza, io porto negatività nella vita di tutti, aiuto ma non voglio essere aiutata, do felicità ma non voglio essere felice, faccio ragionare gli altri ma non voglio essere ragionevole, consolo gli altri ma non voglio essere consolata, mi preoccupo per gli altri ma non voglio fare pena a nessuno. Dimmi tu a che servo? Mm? A niente, non voglio farvi portare un peso sulla coscienza, quindi vattene, va' via così non mi vedrai morire». Fece un sospiro e sul suo volto si scorse una smorfia sconsolata.
Da dietro alle mie spalle, sbucò fuori Alex.
«Ari ti prego, ragiona». Sul suo viso apparve uno spiraglio di tristezza, «perché dici così, mi fai preoccupare, per qualsiasi cosa io ci sono, lo sai, puoi contare su di me, mi puoi dire tutto, ci puoi dire tutto-» si stoppò e mi lanciò un'occhiata di comprensione. «Ti puoi fidare di noi, siamo dalla tua parte, sappiamo quello che stai passando, saremo sempre con te».«Non so cosa fare per farti stare meglio...» disse, ma Arianna la bloccò. «Avete già fatto tanto per me, ora dovete solo lasciare che il destino compia il suo percorso, devo solo spormi un po' più in avanti» disse facendo un altro sospiro. Alex riprese subito la parola «se dici così è come se non potessi fare nulla, mi sento impotente, ti vogliamo bene, puoi fidarti di noi, se avrai bisogno di sfogarti noi ti capiremo, so che non stai bene. Se vuoi parlare sono qui, sarò sempre qui».
Un po' tentennante la bimba mi guardò e poi guardò Alex, iniziava a perdere forza nei muscoli delle gambe, lo notai da come stavano cedendo, fu solo un attimo, con un altro unico passo mi avvicinai a lei prima che cadesse in quell'acqua gelida e mi lasciasse per sempre, prima che lasciasse per sempre noi. Dopo che l'afferrai, ci allontanammo dalla sporgenza del ponte e l'abbracciai, lì, dopo anni scoppiai in un pianto liberatorio, liberati tutte le mie emozioni: la paura di perderla, la felicità e la gioia di tutti i momenti passati insieme, la rabbia per il gesto che stava per compiere, la solitudine di non poterla più abbracciare la mattina o durante il sonno, poi ancora tristezza per non poter fare rap più insieme a lei, magari fumarci anche, poi ancora una volta la gioia per le risate e, gli sguardi fugaci che solo noi capivamo, la paura che provò per me, quella volta in cui mi colpirono al braccio, l'ardore e la passione che bruciava nel mio petto da quella notte del 2009. Insomma, troppe emozioni tutte insieme, solo che io non sapevo come gestirle, qual' era quella giusta, quella che serviva in quel momento, eppure mi venne spontaneo abbracciarla e lasciare che lei mi stringesse a se, senza farsi troppi problemi per le occhiate che ricevevamo, ogni tanto le lasciavo dei piccoli baci sul collo e sulla fronte. Poi mi spostai e la lasciai abbracciare dalla mora che era rimasta fissa dietro alle mie spalle.
Intorno a noi si era formata una piccola cerchia di curiosoni, non so che ci facevano lì, forse attendevano che si buttasse, mentre qualcuno ci applaudì per aver fermato quel tentato suicidio.
Mentre la abbracciai, mi ritornarono in mente tutti i momenti passati a consolarla anche se non voleva, tutte quelle piccole litigate sulla sua bellezza, lei che non accettava i miei complimenti e mi rispondeva che io fossi di parte e tutte le volte la portavo davanti allo specchio per farle capire quanto in realtà io fossi sincero, non dicevo le cose tanto per fare dei favori, se le dovevo dire le dicevo senza peli sulla lingua e a volte non mi importava se avessi ferito i sentimenti delle persone, avevo il bisogno di dire la verità, perché quello era che mi caratterizzava, la verità e la semplicità in mezzo a delle masse di falsi, bugiardi.
"I'd rather be anywhere, anywhere but here.
I close my eyes and see a crowd of a thousand tears.
I pray to God I didn't waste all my good years.
The voices screaming loud as hell, we don't care 'bout no one else.
Nothing in the word could bring us down, Now we' re so high among the stars without a worry.
And neither one, one of us wants to say we're sorry".
◊ -'opera protetta da copyright '- ◊
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𝖴𝗇 𝗀𝗂𝗈𝗋𝗇𝗈 𝗇𝖾𝗋𝗈 ; 𝗡𝗮𝘆𝘁 (in revisione)
Fiksi Penggemar• 𝘋𝘪𝘤𝘰𝘯𝘰 𝘪𝘭 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘰 𝘦̀ 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰, 𝙘𝙞 𝙫𝙤𝙜𝙡𝙞𝙖𝙢𝙤, 𝙣𝙤𝙣 𝙡𝙤 𝙨𝙖𝙥𝙥𝙞𝙖𝙢𝙤. 𝘾𝙞 𝙖𝙢𝙞𝙖𝙢𝙤, 𝙣𝙤𝙣 𝙘𝙞 𝙨𝙖𝙡𝙫𝙞𝙖𝙢𝙤. 𝙈𝙖 𝙨𝙚 𝙘𝙞 𝙤𝙙𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙥𝙤𝙞 𝙘𝙞 𝙖𝙢𝙢𝙖𝙯𝙯𝙞𝙖𝙢𝙤 • : ᴜɴ ɢɪᴏʀɴᴏ ɴ...