capitolo 1

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Kageyama Tobio, era sgomento, pietrificato sul divano guardando il vuoto, mentre sentiva la voce del suo shoyo in lacrime lontana. Gli girava la testa e nn riusciva a muoversi. Aveva gli occhi spalancati e quella confessione lo gettò nella disperazione.
- tobio perdonami io...non volevo...abbiamo alzato un po' il gomito e...lo sai che non reggo l alcool...e poi....tsumo... Mi ha baciato...e...quando il mio corpo ha realizzato ormai....
Gocce fredde imperlavano le tempie di kageyama il quale alzò una mano a fermare quel fiume in piena
-basta non dire altro....non voglio più sentire...
Disse con voce atona alzandosi lentamente dirigendosi alla porta di ingresso e poggiando una mano tremante sulla maniglia esclamò con lo stesso tono di voce stanco e pregno di disperazione
-ti prego di andartene...
Aprì la porta e a quel punto finalmente alzò il capo in direzione del rosso ma senza vederlo realmente, un velo offuscava la sua vista...erano lacrime? Non sapeva dirlo anche se gli occhi gli bruciavano come se avesse pianto a dirotto. Shoyo ancora in ginocchio difronte al loro divano che soli sei mesi prima avevano scelto per il loro appartamento, lo guardava colpevole, ma non si aspettava tale reazione. Credeva che alla sua confessione sarebbe giunta una scenata, che si sarebbero ammazzati, ma vedere tobio così distrutto lo fece realizzare a quel punto che aveva commesso l'unica cazzata che il suo compagno non avrebbe mai perdonato. Così provò a replicare:
- ti prego, parliamone fece con voce tremante nel l ultimo disperato tentativo
- non c' è nulla di cui parlare.
rispose allora il palleggiatore riabbassando il capo e continuò guardando il pavimento di parche lucido
- mi hai tradito è tutto chiaro....ora va...
Fece il gesto con la mano che ancora tremava. Lui che in quell' amore credeva con tutto se stesso, che ci avrebbe messo la mano sul fuoco sulla sua fiducia che shoyo lo amava e mai...mai avrebbe potuto fare una cosa del genere...ora invece alla luce dei fatti si sentiva sprofondare in quell' abisso oscuro in cui si era trovato all ultimo anno delle medie, dove tutti gli avevano girato le spalle, tradendolo. Ecco si sentiva come allora, anche se quella angoscia era proprio grazie allo schiacciatore che era riuscito a superarla, alla sua fiducia al suo amore incondizionato e a tutti gli anni passati insieme. Per l esattezza ne erano trascorsi quasi 10 dal giorno in cui si erano rincontrati nella palestra del karasuno...la quale aveva visto nascere il loro duo di bislacchi, il loro sodalizio ed infine l' amore. Neanche i due anni di shoyo in Brasile li avevano divisi, anzi il loro rapporto si era accresciuto e diventato solido tanto che da quando il rossiccio era tornato in patria e aveva preso a giocare nei black jackals, si erano decisi al grande passo di andare a convivere. otto mesi prima affittarono quell' appartamento situato in un punto strategico, abbastanza vicino ad entrambe le sedi delle rispettive squadre. Quello fu un punto fondamentale che prescendeva persino se nel bagno ci fosse la vasca o la doccia.( Shoyo essendo vissuto a l estero trovava la doccia decisamente più comoda, mentre kageyama preferiva rilassarsi immergendosi in vasca dopo gli allenamenti, con un lungo bagno, e se poi  il piccoletto lo raggiungeva, allora si sentiva in paradiso) non arredarono
completamente casa da subito, presero solo le cose necessarie, il letto enorme king size con un bel materasso soffice, l armadio da dividere, e l angolo cottura dotato di tutti i confort, compresa la lavastoviglie, perché a nessuno dei due piaceva e aveva tempo per fare la perfetta casalinga. Il resto lo presero di volta in volta, come il divano e la TV. Non avevano bisogno dello schermo sul mondo, o almeno non nell' immediato, da quando erano riusciti a coronare quel sogno di vita in comune, passavano i loro istanti fuori dalla palestra nel grande letto; tra coccole, meritato riposo e momenti di infuocata passione. La vita gli sembrava perfetta, già, ma la perfezione non esiste; doveva aspettarsi che sarebbe successo qualcosa, perché la vita è fatta di molte difficoltà rispetto ai momenti felici che si contano sulle dita di una mano ed in effetti la loro serenità era pur durata troppo, ma quella doccia fredda no...nn se l aspettava. Credeva in qualche solita cazzata di Hinata, tipo..scusa ho perso il portafogli con l' affitto, oppure che avesse provato a lavargli la divisa macchiandola invece irrimediabilmente. Ma un tradimento da lui....che sapeva che lo amava. Kageyama non dubitava dell' amore di shoyo. Ciò che lo faceva stare male era la fiducia che si sgretolava. Per carità era geloso lui, eccome se lo fosse, e di quel miya lo era fin dalle superiori; da quando  durante la partita dei nazionali del loro primo anno non gli promise al gamberetto che un giorno avrebbe alzato per lui. Chi non sarebbe geloso in queste circostanze? Lo è stato anche mentre shoyo si trovava ancora in Brasile e li incontro malauguratamente per lui, il suo acerrimo nemico oikawa, e si fecero quel selfie, che prontamente ma ingenuamente il suo rossiccio gli inviò, provocando un viaggio inaspettato il giorno dopo, proprio in Brasile, da parte sua. Eh sì ecco cosa gli bruciava, l ingenuità del più piccolo, che anche in quel che aveva fatto non C era malizia, lui ci si era ritrovato, e questa cosa lo faceva incazzare a morte...tobio non era stupido, e conosceva lo schiacciatore ormai come i palmi delle sue mani. Sapeva che il rosso se fosse stato lucido non  Lo avrebbe tradito, e proprio per questo che stava male... perché quell idiota doveva sempre cacciarsi in situazioni pericolose? Troppo ingenuo e avventato, troppo facilone e bambinone. Non usava il cervello fuori dal campo, come se lo lasciasse li a riposare mentre il suo corpo ai faceva un giro. Mentre nell' attimo in cui tobio era perso in queste elucubrazioni, Hinata sconsolato si era alzato e anche lui a capo chino aveva preso il borsone da sport la giacca e si era avviato fuori la porta aperta a metà dal Moro, tutto senza mai guardarsi e senza proferire altre parole; lasciando così l alzatore sull uscio di casa.
Era uscito come gli aveva chiesto. Non pensava lo avrebbe fatto, sperava forse che shoyo non fosse arrendevole? Di certo non era nel suo carattere esserlo, ma in quel frangente forse erano i sensi di colpa a dominarlo, non cercando discussioni esasperate e comprendendo il suo stato d animo. Allora perché anche questo lo faceva incazzare? Perché così risultava il cattivo?. Forse si...lui era la parte lesa, il cornuto; e allora perché si sentiva in colpa? Quel gesto da parte sua era necessario, non si sentiva di rimanere solo un minuto di più con lui in quella stanza, con quell' espressione da cane bastonato. Sapeva che così facendo il loro rapporto sarebbe cambiato, ma non poteva farci nulla. Guardò la schiena del piccoletto all ontanarsi, reprimendo un moto di corrergli dietro e fermarlo, perché lui lo amava, ma quella sensazione pietrificante gli rendeva le membra pesanti come macigni; così non si mosse, e quando lui si girò lanciandogli uno sguardo disperato  ma conscio, Tobio chiuse la porta dando inizio al cambiamento che inesorabile si era infiltrato tra loro. Tornò a sedere sul divano abbandonandosi finalmente al pianto; ai singhiozzi che lo accompagnarono in un sonno senza sogni.
Shoyo alzò lo sguardo verso il suo alzatore, un ultima volta, sperando di essere fermato ma senza crederci realmente. Sapeva quanto avesse ferito il suo compagno, e come lui fosse fatto. Alla fine se l era meritato, quando lui chiuse la porta però non poté fermare quel crack risuonargli in ogni fibra del suo essere.
Era finita, quel gesto determinava la loro rottura e la colpa era solo sua. Lacrime disperate iniziarono a segnargli le guance più copiose di prima e tra un singhiozzo e l altro estrasse il telefono dalla giacca. Doveva trovarsi un posto dove stare, così chiamò un taxi e quando giunse seppur l ora ormai tarda si fece consigliare un alberghetto nelle vicinanze dove poter pernottare.
Una volta presa la camera, si scaraventò sul letto a faccia in giù stringendo il telefono e iniziando a scorrere la galleria; dove facevano bella mostra di sé tutte le foto di loro due fino a quel momento. Scorrendo quelle foto iniziò a domandarsi se veramente la loro storia fosse finita....che amasse Tobio non lo aveva mai messo in dubbio, e neanche che lui contraccambiasse nello stesso modo. Difatti nulla poteva preannunciare tutto questo. Niente che lo facesse presagire. I loro momenti erano come al solito, la passione non era mai scemata nel tempo anzi; tutto si era fatto più profondo. Persino il loro modo di amarsi sotto le lenzuola era evoluto in meglio. Ricordò la loro prima volta allo stage per la selezione alla nazionale di volley...consumata dopo una litigata, dato sfogo ai loro sentimenti trattenuti fin a quel momento. Erano tremendamente inesperti, le loro mani tremavano mentre percorrevano i cm di pelle nuda. Ognuno conosceva il proprio corpo, non quello dell' altro; e andarono alla scoperta molto goffamente. Ma fu meraviglioso, abbracciarsi, consumarsi dopo che si erano trattenuti così tanto, nascondendo i loro reciproci sentimenti.
Oggi invece si conoscevano in un modo quasi simbiotico, e il loro darsi piacere, mai monotono aveva raggiunto livelli di perfezione; pensò il rossiccio trattenendo uno sbadiglio frustrato, non voleva abbandonarsi alla stanchezza, non voleva dormire lui doveva continuare a guardare la  faccia del Moro ammiccargli dal suo telefono per espiare e mentre pensava questo, quello squillò..... Non ci pensò due volte e rispose prontamente
- amore mio....pensavo di non sentirti più....ti amo...ti prego perdon....
E poi sentì la voce all altro capo che non era quella di tobio, nel rispondere non aveva scorso il numero di telefono.
- wow già mi chiami amore? Non pensavo che bastasse approfittare di te per farmi amare....se lo avessi saputo prima....
-cosa vuoi atsumo....sai benissimo che le mie parole non erano rivolte a te.
Rispose allora duramente il rosso. Che tempismo perfetto aveva miya, quasi lo sentisse il baratro in cui era sprofondato.
- allora avete rotto?
Chiese con tono ilare il biondo.
Il piccoletto sbuffò e alzò la voce.
- non sono affari tuoi e di certo non te lo direi mai.
- mi hai già risposto ninja shoyo,dove alloggi ora?
Fece di rimando il suo nuovo setter, il quale sapeva decifrare ogni minima inflessione della voce e cogliere tra le righe la verità.
Allora shoyo ormai sfinito gli rispose che si trovava in un alberghetto non molto distante la palestra; al che atsumo contento non gli fece neanche finire che subito gli rispose.
- non muoverti...tu stanotte starai da me arrivo.
Senti il clic della comunicazione che terminava mentre era ancora intento a dire che non necessitava del suo aiuto.
E ora?
Se avesse accettato l invito del nuovo setter e Tobio si fosse riaffacciato ,poteva lui guardarlo con fierezza in viso?
La risposta la sapeva, ma in quel momento non volle darle ascolto.
Troppo stanco
Svuotato di tutto
Ne avrebbe pagato le conseguenze a tempo debito si disse.
E si mise ad attendere l ultima persona che mai avrebbe dovuto vedere sulla faccia della terra. si maledì per questa debolezza e iniziò a domandarsi se veramente per atsumo non provasse nulla. Perché il biondo in un modo o nell' altro riusciva sempre a fargli fare le cose più sbagliate.

Angolo autrice
Salve non ho mai scritto una storia su wattpad....mi sono appassionata alla kagehina quasi per caso e non riesco a staccarmene seppur apprezzi anche altre ship di haikyuu perdonatemi gli errori, e a presto...ah piccola anticipazione se vi piace diventerà una dj a fumetti che poi posterò sempre qui...quindi fatemi sapere
A presto.

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