capitolo 5

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I giorni a casa Hinata erano trascorsi velocemente, Shoyo adorava le sue due donne, specialmente la più piccola , sua sorella che in quegli anni era divenuta una bellezza. Frequentava il primo anno di liceo proprio alla karasuno, ripercorrendo le sue orme. Anche se non si sentiva di appartenere alla pallavolo come Shoyo; difatti non amava mettersi in mostra; con l adolescenza aveva sviluppato un carattere più mite quindi si iscrisse al club ma come manager, ruolo il quale le si confaceva di più. Proprio in uno degli ultimi giorni di permanenza, il fratello l andò a prendere a scuola come se fosse ancora alle elementari.
A Shoyo nel rivedere quell' istituto mancò un battito. I suoi migliori anni erano trascorsi li, la sua carriera era iniziata in quel club che non era né scarso e ne forte. Il club dei corvi che non sapevano più volare....
Fece un sospiro e oltrepassò il cancello, quando vide la sorellina dirigersi alla palestra la seguì senza chiamarla. Quel tuffo nel passato lo voleva fare in solitaria. Natsu era carinissima con la tuta della karasuno, i capelli lunghi e indisciplinati raccolti in una coda alta; di sicuro aveva molti pretendenti nelle file della squadra; si ripromise di osservare attentamente i membri del club, e fare valere i diritti e doveri da fratello maggiore. Mentre si era perso in quei pensieri una voce lo fece sobbalzare nell' istante in cui la udì. Non poteva essere...non gli aveva detto di trovarsi li.
- Shoyo...
Il rosso si girò al suo nome quasi sussurrato, da quel tono che aveva perso tutta l arroganza che gli apparteneva un tempo; e lo vide, come se fossero ancora due sedicenni appena entrati a scuola; in quello stesso atrio di tanti anni fa.
- come facevi a sapere... Chiese titubante.
- ho telefonato a tua madre dopo che mi avevi inviato il messaggio, e mi ha riferito che eri a casa e che ti fermavi fino ad oggi. Quando sono passato a casa tua sempre lei mi ha detto dove trovarti.
Tobio, disse tutto in un soffio, come se avesse un cronometro con il conto alla rovescia attaccato al cuore; dio perché gli era ancora difficile parlare? Perché si sentiva sempre in soggezione quando quegli occhi ambrati si poggiavano su di sé? Era proprio bello il suo Shoyo bagnato dai raggi solari al tramonto; constatò, e in quell' atrio di fronte all entrata della palestra il tempo fece marcia indietro e poi si fermò; mentre lui azzerava la distanza tra loro.
Hinata lo guardava con ardente speranza, la sua decisione era presa ma...non voleva lasciarlo, voleva chiedergli di seguirlo, avrebbe trovato senz' altro una squadra dove giocare con le sue doti; ma le parole mentre il moro si faceva avanti gli morivano in gola, una ad una. Sapeva con un certo sesto senso che kageyama non lo avrebbe mai fatto. Non avrebbe anteposto l amore alla pallavolo. Era cosciente che le cose come erano non sarebbero mai tornate, ma cosa potevano fare allora con quel grande amore ormai? Sentiva di appartenergli, ma era giusto continuare? Le parole ancora non uscivano; la bocca gli si apriva ma non riusciva ad emettere nessun suono. Tobio stava per sfiorargli una guancia quando d istinto Shoyo fece un passo indietro, come se una fiamma lo stesse per bruciare. Il moro si bloccò soppesando la sua reazione. Il rosso lo guardava frastornato.
- t.. Tobio...io...che dobbiamo fare? Io non so più che fare....ho perso la tua fiducia, perché è tutto così difficile? Hinata fece uscire fuori quelle frasi a stento mentre calde lacrime scendevano lungo le guance oltre il mento, mentre inzuppavano la maglia di Kageyama che ripresosi dallo stupore per la reazione del suo ragazzo, si allungo e lo accolse nel suo abbraccio. Lo tenne stretto, come per non farlo sfuggire, ma in realtà egli stesso cercava di sorreggersi a lui. Alla sua domanda non seguì una risposta, fremiti gli percorsero le membra attanagliate a quel corpo più piccolo; cosa dovevano fare? Ancora una volta nulla, nessuno dei due aveva la soluzione  a quell' amore nato sul campo da gioco tra due ragazzini, i quali oggi erano divenuti due uomini, ma ancora non riuscivano ad affrontare quei sentimenti; troppo grandi, troppo intensi, troppo perfetti, credevano. Poi si sono macchiati, con ingenuità ed ora che quell' amore che si credeva etereo è divenuto mortale, come qualunque altro amore, non erano in grado di affrantorlo; perché avevano vissuto in una bolla che li aveva tenuti lontano dalle fatiche di una coppia qualsiasi. Avevano vissuto alla giornata beandosi dei momenti intensi ma senza vivere realmente la quotidianità; perché quando hai un amore a distanza non puoi fare altro che adattarti alle circostanze, sopperisci all assenza e alla mancanza come meglio puoi, e loro avevano sfruttato la tecnologia che fu complice di quest' amore con in mezzo un oceano. Ma quando entri nella età adulta e inizi a condividere con l altro gli spazi non solo fisici, ti accorgi di essere  ancora fermo al punto di partenza.
E loro erano li, alla karasuno, a quello start fermo nel tempo. Shoyo non accennava a smettere il suo pianto inconsolabile, in quel pomeriggio si erano frantumate in lui, nel momento in cui se lo era ritrovato davanti; diverse concezioni. Ora non era sicuro più di nulla mentre il suo calore lo invadeva, un calore durato 10 anni, un calore che sa di casa. Tobio dal canto suo cercava di trattenerle quelle lacrime...si stava preoccupando che qualcuno li potesse vedere; non tanto per la figura, quello non gli interessava, ma temeva che sarebbero stati assaliti riconoscendoli. In quel momento avevano bisogno di privacy; così sempre stringendolo a se lo condusse all uscita del liceo dove aveva parcheggiato proprio dietro l angolo la sua auto. Lì potevano parlare tranquilli, perché, necessitavano di parlare, appena si sarebbero calmati. Una volta seduti ai posti davanti, il moro allungo al rosso un termos, il quale asciugandosi il volto lo guardò stranito inizialmente e poi spuntò all angolo della bocca un accenno di sorriso.
- ti sei portato il te prevedendo una situazione del genere?
Allora Tobio lo guardo e sorrise a sua volta un po' forzato, ma sorrise.
- è consuetudine offrire una bevanda calda quando si è giù...e siccome dobbiamo parlare...ho pensato fosse opportuno munirmi di cose confortevoli...
Hinata fissò il termos dopo aver bevuto il liquido caldo che davvero lo rincuorò un poco.
- dobbiamo parlare....io non so da dove cominciare. Disse tenendo gli occhi bassi.
Kageyama, strinse le mani sul volante anch'egli senza guardarlo e fece:
- perché vuoi scappare? Ti faccio ancora così paura dopo tanti anni?
La domanda risuonò per alcuni minuti, finché il piccolo alzò finalmente lo sguardo verso il suo setter.
- mi hai cacciato di casa....ho pensato che avessimo bisogno di una pausa....
- tu non devi pensare Sho...quando lo fai arrivi a conclusioni pessime, è sempre stato così. PENSI DAVVERO CHE ALLONTANARTI DA ME POSSA ESSERE MEGLIO DI QUESTO?
urlò, con disperazione. Perché erano giunti a quel punto? Solo per una scappatella di una notte? Una cosa così poteva ridurre un sodalizio come il loro in polvere? Il piccolo allora si protrasse verso di lui e gli afferrò i polsi, costringendolo a guardarlo negli occhi; quegli occhi limpidi che tanto amava e che tanto temeva; temeva di leggergli un verdetto, una conclusione.
- vorrei poter tornare indietro e non prenderla quella decisione ma non posso.... Shoyo sospirò allora e si fece coraggio.
- vieni con me ....riniziamo li...lontano da tutti solo io e te....
Tobio si tuffo in quel mare d 'oro lucido e boccheggiando disse.
- non credo sia la soluzione.... così scapperemo entrambi...
Si guardarono per minuti interminabili, nuotando l uno dentro l altro alla ricerca di una spiaggia assolata dove stendersi. Ma non riuscirono a trovarla.
- e.... Cosa vuoi fare.....della ..nostra storia? Domandò Shoyo inghiottendo i singhiozzi che lo  scuotevano dappertutto, era alla deriva.
Kageyama lo fissava attonito come la sera di qualche giorno fa mentre gli confessava il suo tradimento. Il rosso voleva la soluzione da lui, come se lui fosse il punto focale di tutta la faccenda, lo fece quella sera e lo stava facendo ora. Allora era vero cosa dicevano,in una coppia seppur compagni non ci sarà mai equità di sentimenti; c'è sempre chi ama di più dell' altro; a volte la disparità rimane immutata da un solo bilanciere e a volte capita che le parti si invertano a seconda del periodo che passa la coppia. Ma sono due parallele che non si incontrano mai i sentimenti? È davvero così? In quel momento vedeva in shoyo un bambino incapace di decidere tra il cioccolato e il gelato...li voleva entrambi. Ancora una volta quelle parole risuonarono....se l ami lascialo andare....non si può stringere un amore e rischiare di soffocarlo; era successo questo a loro per giungere a quel punto? Si erano soffocati? Oppure lo aveva fatto solo lui? Scorse i ricordi di un decennio di vita insieme cercando la risposta; certo il suo temperamento non era dolce da mandare giù; ma aveva provocato in Hinata inconsapevolmente la voglia di allontanarsi? Facendolo così cedere alle lusinghe di un altro prima e poi scegliere di nuovo di andare dall' altra parte del mondo?.
- dimmi una cosa, se affrontiamo questa pausa, pensi di tornare da me? Chiese allora con rassegnazione; come se ad un certo punto dei suoi pensieri fosse giunto a concludere che forse il piccolo aveva ragione....non sempre restando insieme forzandosi le cose si aggiustano.
Shoyo lo guardò con sguardo ferito ma comprese, come quando giocavano insieme, senza che gli esponesse tutto il suo ragionamento solo con quello sguardo, cosa volesse veramente dirgli il suo ragazzo.
- io starò sempre con te, non ti sto lasciando, lo abbiamo già fatto e possiamo riaffrontarlo questo distacco. Abbiamo le video chat, e poi gli aerei, e....
Gli si incrinò la voce, ma non voleva fosse un addio, così fece qualcosa di inaspettato. Prese la sua mano destra e la tenne stretta tra le sue, bacio delicatamente ogni dito infondendo in quel gesto tutto l amore che provava.
- con questo gesto kageyama Tobio io suggello la nostra unione. Supereremo la burrasca e torneremo ad essere sempre uniti, in fin dei conti siamo erranti per mestiere....e l amore a distanza non ci spaventa vero? Restiamo insieme, io un giorno...il prima possibile ti farò mio del tutto; aspettami è una promessa.
Il moro lasciò andare gli argini delle lacrime trattenute fin a quel momento, e a quella dichiarazione si sciolse come neve al sole. Lo amava così tanto quella testa bacata, che non temeva più nulla; non avevano ancora risolto, ma il tempo gli avrebbe dato modo di farlo. Seppur lontano fisicamente ma sempre vicini, come negli anni dopo il liceo.
- ti ho chiesto in matrimonio che mi rispondi? Disse shoyo confidando nel si del fidanzato. Era giusto così, bisognava riniziare a piccoli passi per poi giungere a quel grande passo; rinizieranno da dove erano partiti per poi riunirsi e non lasciarsi più.
Tobio ormai in un mare di lacrime, stringeva la mano del rosso spasmodicamente e nel confermare la sua risposta muoveva solo la testa su e giù
- si boke..si
Si abbracciarono e baciarono i loro visi bagnati. Quanti in procinto di separarsi provavano tanta felicità? Nessuno, credo ma loro non erano come gli altri, sapevano trarre dalle sconfitte e dalle burrasche il meglio. Ora erano fidanzati. Da che stavano per lasciarsi, forse l impulsività del nanerottolo doveva seguirla di più, pensò mentre tutti i pensieri negativi, e le supposizioni finivano nel dimenticatoio. Erano una coppia, lo erano sempre stato, e sempre lo saranno; di strambi sicuro, ma erano fatti per stare insieme. La loro vita era la pallavolo e loro stessi, nient'altro.
Si stavano ancora abbracciando, baciando e ridendo in auto come due piccioncini in amore, quando sentirono un ticchettio sul vetro del passeggero; sobbalzarono e si voltarono a vedere cosa o chi fosse. Poi sorpreso Shoyo abbassò il finestrino e una testolina rossa dai capelli svolazzanti si fece avanti.
-onii-chan, ma allora avete fatto pace tu e Tobio-chan?
I due si guardarono intensamente poi rispose il moro:
- si possiamo dire di sì, dobbiamo lavorarci su, ma è così.
Dicendolo racchiuse la sua mano grande intorno alla più piccola di Hinata, stringendola con dolce fermezza, sottolineando la rinascita. Poi il più piccolo fece segno alla sorella di salire che l avrebbero condotta loro a casa; così il più grande mise in moto e si avviarono finalmente con tre sorrisi dipinti in volto.
Giunti a destinazione, difronte alla casa degli Hinata, Natsu scese saltellando, mentre il fratello attese il proprio fidanzato prima di entrare. Una volta varcata la soglia furono raggiunti dalla madre dei rossiccio, che dopo aver visto Tobio più calmo in confronto a qualche ora prima, si rincuorò del fatto che fosse andato tutto per il meglio. Sapeva che si sarebbero riappacificati senza problemi, conosceva i sentimenti del figlio da prima che egli stesso se ne accorgesse; aveva vissuto la loro storia appoggiandoli silenziosamente senza mai frapporsi. Non le piaceva ficcar il naso se non le veniva richiesto un suo intervento. Così in quegli anni aveva approvato tutte le loro decisioni; anche l ultima presa dal figlio. Non pensava proprio che potesse essere un problema per loro, l amore non risiede in un paese specifico è dove va il tuo cuore; e il loro era sempre dove doveva essere. L ' uno nell' altro. Allora appena li vide li abbraccio stretti, finché non fu suo figlio a sciogliere quell' abbraccio di gruppo.
- mamma, dobbiamo darti una notizia!.

Angolo autrice:
Grazie a tutti coloro che stanno seguendo questa storia e anche la dj, grazie davvero...mi scuso degli orrori di ortografia, ma sono profondamente pigra e odio correggere abbiate pietà. Per il resto spero vi piacciano tutti i miei lavori e quando volete lasciate una stellina e un commento
Arrisentirci al prossimo capitolo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 11, 2020 ⏰

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