Capitolo 8

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ELEONORE

Parlare con Oliver mi aveva davvero fatta sentire meglio. Era una sensazione che non provavo da molto tempo e che mi mancava.

La sua proposta di nuotare insieme mi aveva totalmente bloccata e non sapevo cosa rispondere. Ricevetti una chiamata da Aryn e, non avendo più avuto tempo di dargli una risposta, decisi che gli avrei scritto un post it. Molto più semplice che guardarlo negli occhi.

Mi vergognavo troppo ripensando a come lo avevo trattato in passato. Ma forse lui era pronto a darmi una seconda possibilità, a perdonarmi e non potevo far altro che coglierla al volo.

Al telefono, Aryn mi obbligò ad accettare l'invito a una festa che si sarebbe tenuta il mercoledì successivo a casa di un amico di Jackson.

«Ellie vedrai che ci divertiremo un mondo! Ci saranno tutti i ragazzi della squadra di nuoto e noi non possiamo assolutamente mancare! È una festa privata, solo se vieni invitato puoi entrare. E io sono ovviamente riuscita a procurarmi un invito per te e Bella. Non ringraziarmi cara».

A scuola ero abbastanza conosciuta.

La mamma era la rappresentante dei genitori ed era molto popolare a scuola per le feste che organizzava durante l'anno. Questo faceva sì che anch'io fossi sempre indirettamente sotto ai riflettori. Soprattutto quando combinavo guai e, ovviamente, la mamma era tra le prime a venirlo a sapere.

«Mia cara Eleonore, non possiamo permetterci certe figuracce in pubblico. Lo capisci? Se parlano male di te, parlano male di me e della nostra famiglia. Tu non vuoi che questo accada, vero?»

Ero ormai arrivata al mio ultimo anno di liceo e per tre anni mia mamma era sempre stata presente. Aveva sempre influito sulla scelta delle mie nuove cerchie di amicizie, dicendo che lei c'era già passata e sapeva bene chi facesse al caso mio e chi no.

Ho sempre visto mia mamma come un modello da seguire. La perfetta moglie dell'alta società, devota al marito e padrona di casa.

Volevo essere come lei, piacerle e renderla fiera. Per questo accettai come oro colato ogni suo consiglio in fatto di amicizie, stile di vita, amori giovanili e modi di vestire.

Il nostro rapporto non era mai stato il tipico legame mamma-figlia. Ogni volta che mi avvicinavo e facevo un passo verso di lei, si tirava indietro. Le dimostrazioni d'affetto non erano il suo forte. Le uniche volte in cui la vedevo preoccupata per me erano ad ogni rientro da un mio viaggio. Mi sono sempre chiesta se aspettasse con ansia il ritorno di sua figlia o quello di Eleonore Tallish.

Così passai anni a cercare la sua approvazione, a farle vedere quanto ci tenessi a lei. Mi accorsi solo col tempo che così facendo avevo perso la maggior parte dei miei amici d'infanzia e più di ogni altra cosa Oliver.

La mamma invitava a casa i ragazzi e le ragazze più popolari e ricchi della zona, solo perché io potessi diventare loro amica e fu proprio così che conobbi Aryn e Bella, quelle che sarebbero in seguito diventate le mie due migliori amiche. O almeno così credevo.

I ragazzi avrebbero accettato qualsiasi invito da parte della "giovane e attraente signora Tallish", le ragazze non avrebbero perso l'opportunità di pubblicare selfie a casa mia.

I miei interessi erano cambiati. Non trascorrevo più il mio tempo libero nella biblioteca di casa a divorare ogni libro che papà aggiungeva alla sua collezione, non cercavo più Ollie per raccontargli le mie avventure, i miei pensieri, le mie preoccupazioni.

Al contrario, andavo a fare shopping ogni settimana, trascorrevo ogni sabato sera a casa di Aryn e Bella o in giro fino a tardi, tornavo a casa ubriaca e in qualche modo riuscivo sempre a non farmi beccare al mio rientro.

Mercoledì sera ci sarebbe stata l'ennesima festa. Oramai non mi divertivo neanche più. C'erano sempre le stesse cose da fare, era diventata una routine: drink che mi facevano dimenticare perfino il mio nome, musica a tutto volume da stordirmi per ore, urla e grida per scambiare due parole con le ragazze a neanche un metro di distanza, ragazzi depravati che ci provavano in ogni modo possibile e in ogni dove.

«Se non esci con le tue amiche verrai isolata. Nessuno vuole avere a che fare con una ragazza che passa le sue giornate da sola in casa. Bisogna interagire con gli altri e ampliare le proprie conoscenze, Eleonore. Solo così ti creerai delle ottime possibilità per il futuro nella società. E poi che sarà mai un po' di sano divertimento?»

Avevo davvero paura di rimanere sola; per questo, ogni volta mi lasciavo convincere e uscivo.

Arrivai in bagno, sbottonai la divisa e mi infilai sotto la doccia. Era uno dei momenti più rilassanti della giornata. Dove il mio cervello poteva fermarsi e non pensare più a nulla. Cantavo, come molti sotto la doccia, cantavo senza preoccuparmi che qualcuno potesse sentire la mia voce stonata.

E tutte le preoccupazioni della giornata svanivano all'improvviso. Non dovevo più essere la ragazza e la figlia perfetta davanti agli altri, potevo finalmente rilassarmi e concentrarmi solo su me stessa.

Un nuovo messaggio.

"OMG, CREDO DI ESSERE INCINTA!"

Appunto. Giusto il tempo di una doccia.

PRIMA O POI DIVENTEREMO NOIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora