Dopo che il nonno aveva salutato tutti ed era sparito dal salone, Sandy e Eugene si erano trattenuti ancora qualche minuto a seguire la discussione che si era accesa con il resto della famiglia. Papà aveva incitato tutti quanti alla calma, Jacob ringhiava dicendo che avrebbe tirato il collo di persona a Justin e zia Alexia strillava, rossa in viso, che nessuno avrebbe dovuto osare maltrattare lei e il suo piccolo Arthur. Per un istante temeva che l'ossuta zietta le si sarebbe lanciata contro, protendendo quei lunghi ramoscelli secchi che aveva al posto delle dita per stringerglieli intorno al collo, ma Eugene si era frapposto fra lei e la gemella, urlando e tenendola per le spalle.
Sandy era rimasta senza parole per un istante, poi non era riuscita a non esplodere in una risata che aveva, però, azzittito tutti quanti. Alla fine zia Alexia si era girata, aveva preso per mano il loro tenero cuginetto e aveva lasciato la stanza; pochi istanti dopo giunse l'eco del portone d'ingresso della villa che sbatteva sul suo massiccio telaio.
«Vado a dormire,» annunciò Jacob, rompendo il silenzio, inframezzato solo dal ticchettare dell'opulento orologio.
Salutò di fretta e se ne andò, dalla stessa porta usata dal vecchio. Pochi attimi prima erano tutti lì a urlarsi addosso, ora erano rimasti solo i due gemelli con il padre, che si era voltato a guardarli di sottecchi.
«Dovreste andare anche voi,» consigliò David. Sembrava stranamente stanco, con la voce pacata ed esitante. Quella sera, pareva ben lontano dall'essere il genitore autorevole e imperioso a cui erano abituati.
«Vorrei vedere la stanza di Martha,» disse Sandy.
David corrugò la fronte e la ragazza sentì il gemello spostarsi a disagio sulla sedia. Quello era uno dei rari momenti in cui le loro menti non erano sintonizzate. Si dice che tra gemelli ci sia sempre uno strano legame irrazionale, come un sottile cavo invisibile che tiene i due individui connessi sempre, a prescindere dalla distanza; per loro era ovvio che quel filo fosse costituito dalla magia. Quando era bambina, guardava spesso in tv un cartone animato che aveva per protagoniste due banane gemelle vestite in pigiama; in ogni episodio arrivava il momento in cui le banane si guardavano e si chiedevano: "pensi anche tu quello che sto pensando io?". Ecco, ciò che succedeva nella mente di Sandy e Eugene era proprio quello: gli stessi pensieri prendevano forma nei loro cervelli separati nello stesso istante, come una telepatia innata e inconsapevole. Era davvero raro che i due gemelli non si trovassero in sintonia, ma era già accaduto in passato.
«Non voglio che vediate il corpo,» rispose il padre, corrugando le sopracciglia.
«Allora la stanza di Justin,» incalzò Sandy. «Voglio cercare indizi.»
Sorrise al genitore, ma lui non ricambiò. Sempre freddo, David Maverick; non si era mai aperto con i figli, ma li teneva tutti alla larga, come se non sopportasse la loro vicinanza. Non le era mai piaciuto suo padre, ancora di più dopo che aveva tradito la mamma con quella specie di strega irlandese. Quando Clarissa aveva chiesto il divorzio, lui non aveva battuto ciglio, come se non gli importasse davvero di ciò che stava per perdere; sia Sandy che Eugene se ne sarebbero volentieri andati da quella villa del cazzo per stare con la madre, ma i figli di David doveva per forza stare con la famiglia paterna per proseguire l'addestramento alla magia a cui ogni Maverick veniva sottoposto.
David sospirò e distolse lo sguardo, alzandosi dal divano.
«Va bene, Sandy,» disse, voltandole la schiena. «Dammi un'ora, il tempo di sistemare anche la camera di Martha.»
La ragazza annuì e si sistemò gli occhiali in bilico sulla punta del naso, poi si voltò verso il gemello e gli fece un cenno incoraggiante. Erano in gara per ottenere il primato sugli altri, non si sarebbe lasciata sfuggire quell'opportunità di dimostrare ai vertici della famiglia che non era una debole e che non sarebbe stato un figlio bastardo a risultare migliore di lei e di suo fratello. Erano stati costretti per anni a condividere lo stesso tetto con la progenie della scandalosa relazione di loro padre, costretti a sopportare l'evidenza, fatta a persona, di quanto lui non amasse né loro né Clarissa; finalmente era giunto il momento che aspettava, l'occasione per dimostrare di essere la migliore. L'unica occasione che le si sarebbe presentata per ottenere ciò che desiderava per lei e per il gemello da ormai troppo tempo.
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Il Pugnale e la Volpe
FantasíaI Maverick sono la più influente dinastia di maghi del Regno Unito e, da secoli, controllano gli equilibri di potere nelle diverse comunità arcane del mondo. La loro è una famiglia spietata, dove l'affetto tra congiunti è stato sostituito da un soff...