- Un'altra?! - fu l'esclamazione di Yū quando gli chiesi la terza Guinness di fila.
- Ti avevo detto che era buona! - risposi, riuscendo ancora a controllare perfettamente le mie reazioni.
Purtroppo ero abituato a reggere ben altro tipo di alcol e il gusto di quella birra era a dir poco irresistibile, perché non avrei dovuto approfittarne?- A vederti non ti avrei immaginato un ubriacone, sai? -
- Così mi lusinghi - risposi mentre appoggiava sul bancone davanti a me l'ultimo boccale spillato e prendeva quello vuoto.
Nell'ultima mezz'ora avevo iniziato a chiacchierare anche con i due ragazzi seduti accanto a me. O, per meglio dire, con uno dei due, quello dai capelli rasati, che avevo scoperto chiamarsi Ryunosuke.
- Ma tu chiamami Ryu - mi aveva avvertito.L'altro, il ragazzo americano, non voleva saperne di parlare con me, al punto che non si era neanche presentato quando gli avevo chiesto come si chiamasse, si era voltato dalla parte opposta dandomi le spalle senza guardarmi in volto.
Quando si alzò con la scusa di andare al piano di sopra ad aiutare un certo Eren con i preparativi del concerto, fu Shoyo a spiegarmi che quel ragazzo, di nome Tobio, non aveva una grande simpatia per gli americani.- Non prendertela se ora non ti rivolge la parola - mi confidò alla fine, con un'espressione triste in volto.
- Perché lo fa? - chiesi.
- Fa così con chiunque arrivi dall'America, ma il motivo vero nessuno lo ha ancora capito -
Riflettei un attimo sulle sue parole e, a bassa voce, gli confidai il mio segreto: - Ma io sono di qui -
Dall'aria stupita e poco convinta di Shoyo, compresi di aver destato la sua curiosità.
- Sono stato adottato da una coppia di americani, ma la mia famiglia d'origine è irlandese. Io sono nato qui -Shoyo mi guardò un attimo, poi sgranò gli occhi: - Woooo - fece ad alta voce.
- Devo dirlo a Tobio allora! -
- Preferirei che non glielo dicessi, Shoyo, non ancora. Al momento sei l'unico a saperlo -
Il rosso non protestò, ma mi chiese: - E come mai sei tornato qui? -
- È una storia lunga... -
- Non devi raccontarmela per forza - disse, rivolgendomi un grande sorriso rassicurante.
- Quando vorrai me ne parlerai. Adesso muoviamoci che tra poco si suona! - aggiunse saltellando sul posto come un bambino a cui è appena stato promesso di portarlo al parco giochi.Erano le nove passate quando Yū e Shoyo lasciarono il loro posto dietro al bancone a due ragazze, Kiyoko e Hitoka, per andare sul retro a cambiarsi e dare poi una mano a sistemare cavi, strumenti e tutta quella roba di cui non mi intendevo.
Io li accompagnai con la mia Guinness tra le mani, che la ragazza più giovane aveva preparato per me mentre aspettavo che i due ragazzi finissero di sistemarsi.La stanza al piano di sopra era riempita da tavolini quadrati e sul fondo ospitava un piccolo palco di legno su cui si stavano affaccendando gli altri ragazzi della band. Il soffitto era più basso rispetto a quello del piano terra e la luce che proveniva dalle lampade a muro era soffusa, alle pareti erano appese locandine più o meno vecchie dei più famosi marchi di birra irlandesi. Le persone sedute intorno ai tavolini ridevano tra loro, parlavano allegramente e, pur cercandolo, non trovai nemmeno un volto triste o dal sorriso spento: quell'ambiente trasmetteva un calore che fino ad allora non ero mai riuscito a provare in un semplice locale.
- Lui è Eren, il tuo compagno di stanza per stanotte - disse Shoyo alle mie spalle, ridestandomi dai miei pensieri: in quel momento stavo osservando un gruppo di amici che ad alta voce stavano discutendo dell'ultimo film uscito al cinema, da quel che riuscii a captare si trattava di un film di fantascienza.

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Waxing Moon
FanfictionArmin Smith. Questo è il mio nome. E questa è la storia di come è cambiata la mia vita.