La torta

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Qualche minuto prima...

Shoyo era in camera a prepararsi per trascorrere il pomeriggio in giro per la città, quando udì la porta chiudersi di scatto alle sue spalle.

Voltandosi si trovò davanti lo sguardo torvo e indecifrabile di Tobio, sotto il quale si sentì immediatamente a disagio e il sangue gli si raggelò nelle vene.

- Ascolta - gli disse dopo qualche secondo in cui sembrò esitare.
- Vorrei chiederti di... -

Non riuscì subito a completare la frase e, in difficoltà, distolse lo sguardo e bofonchiò qualche parola.

- Scusa, che hai detto? - chiese Shoyo, facendo un passo nella sua direzione nel tentativo di capire meglio cosa avesse da dire.

- Vorrei chiederti di darmi una mano - concluse Tobio sospirando.

Al rosso fu subito chiaro il motivo per cui aveva esitato a parlare: Tobio non amava chiedere aiuto agli altri, sembrava sempre voler dimostrare di essere perfettamente in grado di cavarsela da solo, qualunque cosa facesse.

Shoyo espirò, buttando fuori tutta l'aria che aveva inconsapevolmente trattenuto fino a quel momento e rilassando l'espressione: ogni volta che si trovava a fare un discorso con quel ragazzo la reazione era sempre la stessa, ancora non aveva capito se fosse a causa del suo essere così austero o per che cos'altro.

Già emozionato all'idea di lanciarsi nell'ennesima sfida contro il suo amico e rivale, gli rivolse uno dei suoi sorrisi più cordiali, socchiudendo gli occhi: - Certo! Di cosa si tratta? -

- Oggi è il compleanno di Yū e avevo pensato di preparargli una torta. Perciò tu cerca una ricetta mentre io vado a comprare quello che ci serve - concluse Tobio senza troppi complimenti, prendendo lo zaino appoggiato vicino al letto e uscendo dalla stanza un attimo dopo.

Shoyo alzò un sopracciglio fissando la porta ora spalancata e si chiese perché, nonostante tutto, avesse chiesto proprio a lui di dargli una mano, nonostante Ryu fosse decisamente più bravo in cucina e gli sarebbe stato sicuramente più utile. E allo stesso tempo aveva trovato l'idea di fare una sorpresa all'amico tanto gentile quanto insolita da parte sua.

Raggiunse gli altri, che si erano appena radunati in cucina, e li avvisò del fatto che non si sarebbe unito a loro per la passeggiata, senza dare spiegazioni per non rovinare la sorpresa all'amico.

Non appena fu solo in casa, si buttò sul divano e iniziò a scorrere il dito sul cellulare in cerca di una ricetta facile da realizzare ma in grado di fare colpo.

Scorse un po' di pagine e siti e, dopo aver optato per una torta al cioccolato e nocciole che gli fece venire l'acquolina in bocca, chiamò l'amico per dargli indicazioni su cosa comprare.

Attaccò la chiamata, dopodiché iniziò a cercare l'occorrente indicato sulla ricetta e tirò fuori dagli armadietti recipienti, teglie e qualche altro aggeggio che pensava potesse tornare utile, impiegandoci un po' tempo dal momento che per lui la cucina era sempre stata un mistero.

Quando Tobio tornò dopo un quarto d'ora, senza fare rumore, lo trovò di spalle alle prese con una bilancia digitale e, curioso di come sarebbe andata a finire, si fermò a fissarlo dall'ingresso con le buste della spesa ancora in mano.

- Ma che cos'è la tara? - lo sentì bisbigliare tra sé e sé con aria corrucciata.

Spazientito dalla sua incapacità in fatto di cucina e matematica, posò rumorosamente le buste sul tavolo del soggiorno, facendolo trasalire e ricevendo in cambio uno sguardo minaccioso.

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