Capitolo 5: I Doveri di un R.A.N.A.

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Essere nominati Rappresentanti delle Ambizioni e delle Necessità degli Alunni era uno degli onori più grandi che uno studente di Aeternam potesse ricevere.

Da quando la scuola aveva concesso, nel 1923, l'esistenza di una rappresentanza studentesca che includesse due rappresentati per ogni Classe, il ruolo di R.A.N.A. era diventato un simbolo di fiducia, successo e responsabilità.

È dovere dei R.A.N.A. raccogliere le lamentele e le richieste degli studenti delle proprie Classi, formulare richieste e proporre compromessi al Collegio.

Se tutti e sei i R.A.N.A. formano un fronte unito e coeso hanno grande possibilità di successo nelle due riunioni del Collegio a cui gli è permesso partecipare, una in autunno e una in primavera.

L'opportunità di essere ascoltati dal Collegio al completo, confrontandosi con i docenti e avanzando richieste al Consiglio Supremo è l'onore più grande che accompagna la carica dei rappresentanti.

Donato Talamone, che era stato riconfermato R.A.N.A. dei Fattucchieri della Foresta per il secondo anno di fila, comprendeva perfettamente l'importanza di un gruppo coeso e armonioso.

Tuttavia, era ormai dall'inizio dell'anno che non riusciva a trovare né coesione né armonia fra i suoi colleghi rappresentanti.

Lucio Aurei, suo collega Fattucchiere, era spesso distratto e non amava le responsabilità e i doveri pressanti. Era un bravo ragazzo e uno studente sveglio, ma non aveva la passione e l'attenzione verso il ruolo che il suo compagno Donato mostrava. Durante le riunioni perdeva spesso la concentrazione e non aveva mai finito di leggere lo statuto dei R.A.N.A.

Donato aveva cercato di spronarlo, ma il più delle volte si ritrovava impegnato a sedare i commenti acidi e spocchiosi di Porzia Prezzelli, Incantatrice di Ecate, che vedeva il suo ruolo di rappresentante solo come un modo per acquisire più popolarità e darsi delle arie.

Porzia inoltre tormentava di continuo il suo collega Incantatore Zeno Foschi, che era responsabile e con la testa sulle spalle, ma troppo spesso temeva di dare la sua opinione a causa della costante pressione sotto cui lo poneva Porzia.

Come se la tensione non bastasse, a fare scintile c'erano anche i due R.A.N.A. dei Duellanti di Delo, Augusto Aiaci e Fiammetta Manti che non andavano per niente d'accordo.
Trovavano sempre una ragione per discutere.

Fiammetta insultava la tanto amata squadra di Pallavversa di cui Augusto era capitano, dicendo che il Magithlon, di cui lei era campionessa regionale, era uno sport più nobile e "vero".

Augusto si infuriava perché Fiammetta era estremamente pragmatica e sicura di sé, sempre in grado di cavarsela da sola e secondo lui tendeva a guardarlo dall'alto in basso e a giudicarlo come un ragazzino immaturo e viziato.

Fiammetta si diceva disgustata dalle espressioni dialettali che sfuggivano ad Augusto e lui le diceva che lei aveva un accento orribile, Fiammetta attaccava una lunga tiritera sul fatto che il toscano fosse l'unico dialetto puro d'Italia e Augusto le rispondeva "Sì ma sempre a Roma studi!" e sciorinava una trafila di insulti in romanesco.

Ogni occasione era buona per litigare, poi Porzia interveniva, terrorizzava Zeno, scherniva Lucio, Lucio si infuriava e lasciava la stanza, Fiammetta sbatteva la porta, Porzia prendeva in giro Augusto che alzava la voce e se ne andava a grandi passi, mentre Zeno raccoglieva i libri e scivolava via verso la biblioteca.

La maggior parte delle volte, le riunioni finivano con Donato esausto e solo in una delle sale studio che prenotavano per i loro incontri, senza nulla di concreto o concluso.

La maggior parte delle volte, le riunioni finivano con Donato esausto e solo in una delle sale studio che prenotavano per i loro incontri, senza nulla di concreto o concluso

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