Ciao a tutti!!
Anche questo capitolo parte da un fatto realmente accaduto di cui Scott parla anche nel loro libro, a cui ho ovviamente cucito attorno questa OS.. grazie di cuore a tutti! Buona lettura! 😘23 Novembre 2016
GiapponeScott terminò la telefonata come in trance.
Non poteva crederci. Uno dei suoi più cari amici, una persona che era cresciuta con lui fin da quando era piccolo, con cui aveva condiviso vacanze, serate e tanto divertimento, se n'era andata via. Così.
Una vita spezzata in pochi mesi, per una malattia che l'aveva velocemente consumato, fino a spegnerlo alla giovanissima età di 28 anni.
Il suo amico Cale.
Suo fratello.
Improvvisamente il peso di quella conversazione lo fece accasciare sul pavimento della sua camera d'albergo, lontano migliaia di chilometri dalla sua Ilderton, dalla sua piccola comunità che in quel momento stava soffrendo, che aveva perso una delle più belle persone che avesse mai conosciuto.
Appoggiò la testa sulle ginocchia piegate, troppo sconvolto per riuscire a piangere, troppo dilaniato dal dolore anche solo per provare rabbia; rabbia contro quella vita a volte così ingiusta. Che aveva tolto un figlio a dei genitori fantastici, un fratello, un amico incredibile per tutti loro, un membro fondamentale per tutta la piccola cittadina che li aveva visti crescere e li aveva sempre fatti sentire protetti da tutto.
Fino ad ora. Da questo dolore nulla avrebbe potuto tutelarli.
Il suo cellulare, abbandonato accanto a lui, si illuminò per pochi secondi, segnale che faceva immaginare l'arrivo di un messaggio, ma il ragazzo non se ne curò, ignorando chiunque lo stesse cercando.
Rimase seduto a terra, al buio.In fondo al corridoio, a poche camere di distanza, Tessa provò nuovamente a chiamare il suo partner, trovando ancora una volta la segreteria telefonica. Normalmente il ragazzo rispondeva al primo squillo, soprattutto se a chiamare era lei, sapendo poi che si sarebbero dovuti recare ad un evento di lì a pochi minuti. Pensierosa e in ansia, si morse il labbro, decidendo di dar retta a quel senso di inquietudine che provava e, recuperata la borsetta, uscì dalla stanza, correndo nonostante i tacchi verso la camera di Scott.
Qualcosa non andava.
Lo sentiva, e il fatto che il suo partner fosse irrintracciabile da un'ora ormai, rendeva i suoi sospetti una certezza. Con il cuore in gola arrivò alla porta e bussò tre volte, come da tradizione.
Ma a differenza del solito, quando era lei a raggiungere lui, ad accoglierla non trovò il ragazzo elegantissimo, con un sorriso enorme e la cravatta a penzoloni in mano, mentre la supplicava con quei grandi bellissimi occhi nocciola che erano il suo mondo da diciannove anni ormai, di aiutarlo a fare il nodo a 'quell'indumento infernale', come lo chiamava lui.
Stavolta, il silenzio assoluto.
"Scott" lo chiamò allarmata la ragazza, ricominciando a bussare molto energicamente "Scott sono io, che succede? Aprirmi! Per favore!" Dall'interno della stanza sentì un lieve movimento, che la spinse ad insistere e "Scott, mi stai facendo preoccupare! Per favore.. so che sei lì dentro" la voce le si ruppe, ma non sentì il suo partner muoversi per raggiungere la porta, quindi, con la mano dolorante e gli occhi velati di lacrime, estremamente preoccupata, "Rimarrò qui per tutta la notte, se necessario" disse, sperando che lui la sentisse.
Si lasciò scivolare a terra, accucciandosi davanti alla camera del suo partner, terribilmente ansiosa. Sapeva che il ragazzo l'aveva sentita, e la cosa che più la preoccupava era proprio il fatto che volesse stare solo, che non volesse il conforto che sapeva essere in grado di dargli. 'Quanto stai soffrendo, Scott? Che cosa è successo?' sospirò tra sè, appoggiandosi meglio contro al muro.
Non sapeva quanto tempo fosse passato, da quanto fosse seduta fuori da quella porta, ma all'improvviso un rumore di passi dietro di lei la riscosse dai suoi pensieri, e una voce maschile le chiese se stesse bene, se fosse tutto a posto.
Voltandosi, vide un uomo sulla quarantina che la fissava, ma il suo sguardo la fece sentire subito a disagio. I suoi occhi continuavano a fissare lo spacco del vestito da sera, e quando lei con gentilezza gli disse di non preoccuparsi e che il suo ragazzo si era probabilmente addormentato
e di conseguenza non l'aveva sentita bussare, lo sconosciuto ridacchiò e "Beh se il tuo fidanzato non è abbastanza sveglio da capire quanto sia fortunato" le disse, interrompendosi per squadrarla ancora una volta, soffermandosi sul suo décolleté, "Non significa che anche gli altri non debbano esserlo. Posso offrirti qualcosa da bere al bar dell'hotel?" Le chiese infine con un sorriso che voleva essere affascinante, ma che le provocò solo brividi lungo la schiena.
"No la ringrazio, come già le accennavo, sono una donna felicemente impegnata. Grazie comunque", rispose lei, dolce ed educata come sempre ma con tono deciso.

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One Shots
FanfictionUna serie di OS su due pattinatori straordinari, a mio parere i migliori rappresentanti della danza sul ghiaccio, Scott Moir e Tessa Virtue. Due ragazzi che hanno iniziato a pattinare insieme da giovanissimi, a 7 e 9 anni e che hanno avuto una stra...