Screzi

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Ciao a tutti!!! Perdonate la mia sparizione, ma a volte la vita prende il sopravvento e ci distrae dallo scrivere 😎
Con un po' di ritardo, ma sono tornata! Spero che stiate tutti bene!
Come chi segue questi pattinatori incredibili saprà di certo, questo weekend Tessa e Scott si sono rivisti proprio su una pista di pattinaggio, in cui Tessa ha affiancato Scott nel suo ruolo di coach!! Hanno documentato la giornata con anche un video in cui hanno ricreato i primi secondi di una delle loro più iconiche performance, quella del Moulin Rouge che gli ha permesso di vincere l'oro nelle Olimpiadi del 2018 in Corea.
Rivederli insieme mi ha ispirata. Ed eccomi qua di nuovo!

Per questa OS mi sono ispirata a fatti realmente accaduti, e raccontati da Tessa  e Scott in alcune interviste, ovviamente aggiungendo qualche dettaglio di fantasia..
Un bacio e buona lettura!! 





Ottobre 2010

Tessa si guardó allo specchio, spaventata. Aveva davvero sperato di non arrivare di nuovo a questo, aveva pregato perché non accadesse, ma evidentemente il destino aveva in serbo per lei un'altra grande prova da superare, dopo le immense gioie che avevano caratterizzato i primi mesi di quell'anno incredibile.

Un anno che avrebbe sempre ricordato come uno dei migliori della propria vita, perché lei ed il suo partner da tredici anni, Scott Moir, dopo moltissimi sacrifici e rinunce, dopo tutti gli sforzi e i durissimi allenamenti a cui si erano sottoposti, avevano visto ripagate tutte le giornate alla pista di pattinaggio, tutti i weekend lontani da casa; avevano infatti raggiunto il gradino più alto, il più prestigioso, a cui ogni atleta sogna di giungere sin da quando inizia una carriera a livello agonistico: erano campioni olimpici.

La ragazza sorrise, persa nei ricordi di quella settimana speciale che li aveva visti subito tra i protagonisti della loro categoria, il pattinaggio di figura, con incredibili esibizioni che gli avevano permesso di ottenere l'ambitissima medaglia d'oro, nelle Olimpiadi tenute a Vancouver, la loro casa. Avevano infatti raggiunto il loro traguardo proprio davanti alle loro famiglie, ai loro amici, ai loro fans. Alla loro terra, che li aveva sempre sostenuti e supportati. Il Canada.

Non avrebbe mai dimenticato il momento al Kiss & Cry, quando insieme a Scott e ai loro due coach, Marina e Igor, dopo la loro Free Dance avevano sentito risuonare nell'arena l'impressionante punteggio ottenuto, che li aveva incoronati Campioni.
L'abbraccio con il suo partner, che l'aveva sollevata tra le sue braccia e stretta fortissimo, da lei immediatamente ricambiato, sarebbe stato per sempre impresso nella sua memoria, così come gli istanti trascorsi insieme sul podio, l'inno cantato da entrambi a squarciagola, il primo vero momento solo loro, senza le telecamere e i giornalisti, che li aveva visti stringersi per minuti interminabili.
Erano stati mesi meravigliosi, culminati con la vittoria dei campionati mondiali a Torino, in Italia.

Ma come spesso accade, dietro al successo, alla fama e ad un momento d'oro come quello, c'era qualche ombra. Ciò che avevano accuratamente tenuto nascosto ai media, agli amici e ai colleghi, per paura che la voce potesse arrivare a persone sbagliate, era che Tessa era nuovamente in preda ad atroci dolori a causa della sindrome cronica da sforzo del compartimento muscolare delle gambe, per cui aveva già subito un'operazione due anni prima. Sarebbe dovuta essere risolutiva, ma gli allenamenti incessanti avevano purtroppo causato nella ragazza una ricaduta; solo Scott sapeva quanto dolore provasse nei giorni precedenti alle olimpiadi, quando anche camminare all'interno del villaggio olimpico sembrava un ostacolo insormontabile, e quante ore di fisioterapia giornaliere Tessa dovesse affrontare per essere in grado di danzare con lui sul ghiaccio (circa sette ore).

La ragazza sorrise commossa nel ricordare le numerose occasioni in cui il suo partner, il suo mondo, il suo tutto, l'aveva presa tra le braccia senza che lei dovesse dire nulla, e trasportata qua e là all'interno del villaggio, per non che affaticasse le gambe inutilmente.
Moltissime volte l'aveva sorpreso a guardarla, come se volesse fare suo quel dolore che la tormentava, e in moltissime circostanze aveva dovuto rassicurarlo sul fatto che volesse davvero competere e tentare di vincere quell'Olimpiade con lui. Per lui. Per se stessa. Per loro. Insieme.

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