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"Sei amica di Potter?" finalmente il ragazzo decise di rompere il silenzio, accentuando in maniera quasi esagerata l'iniziale del nome del grifondoro

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"Sei amica di Potter?" finalmente il ragazzo decise di rompere il silenzio, accentuando in maniera quasi esagerata l'iniziale del nome del grifondoro.

"Si, ma non è importante" il giovane Malfoy sussultò a quelle parole. Com'era possible che qualcuno non ritenesse Harry Potter importante, fin dal primo anno ad Hogwarts aveva sempre sentito il peso di quel cognome sulle spalle, aveva imparato ad incassare le delusioni che gli faceva vivere. Potter era sempre stato considerato come il più bravo, il più coraggioso, il più potente dell'intera scuola. Qualsiasi cosa facesse risultava migliore di lui, che spesso non veniva nemmeno degnato d'uno sguardo in sua presenza, ma avrebbe fatto di tutto pur di non far notare che in realtà ci soffriva.

"Mi descrivi la stanza?" Gemma interruppe così il flusso di pensieri nella testa del ragazzo dai capelli di platino, che rimase per un istante interdetto. Si alzò in piedi e si guardò attorno, conosceva quella stanza da ormai sei anni. Era la sua casa, aveva vissuto ogni tipo di avventura tra quelle quattro mura ma per raccontarla ebbe bisogno di farla scorrere un'ultima volta sotto il suo sguardo.

"Vieni con me" esclamò accarezzandole un braccio all'altezza del gomito. La portò d'innanzi al tavolo a cui si era appoggiata appena entrata e guidò la mano della ragazza contro gli stessi oggetti che, non molto prima, erano caduti al suolo. Le fece avvolgere le dita attorno ad una piccola statuetta in marmo, fredda e dura.

"Scacchi dei maghi, noi ci giochiamo spesso. Quella che stai stringendo è la regina." sorrise sornione gonfiando il petto.

Appoggiò una mano sulla schiena di Gemma e la accompagnò davanti ad uno scaffale, le prese l'indice della mano sinistra e lo fece scorrere lungo i dorsi di una fila di libri, fino a fermarsi su uno in particolare. La bionda ritrasse il braccio impaurita quando sentì il cambio di consistenza tra la ruvidità del cuoio e una superficie ispida che assomigliava ad una pelliccia.

Malfoy sorrise vedendo la reazione della ragazza e con cautela le riposizionò l'indice nello stesso punto.

"Questo è il bestiario delle creature magiche" spiegò lentamente "È vivo, se ascolti bene puoi sentirlo respirare"

La bionda chiuse gli occhi e rimase in silenzio, si accorse che il polpastrello del suo indice si muoveva impercettibilmente seguendo un ritmo calmo, il libro gonfiava leggermente il dorso ogni volta che inspirava per poi svuotarsi subito dopo. Il viso di Gemma si spalancò in un'espressione di stupore, durante il corso della sua vita da babbana non si era mai imbattuta in oggetti simili.

Malfoy si divertì ripercorrendo i vari ambienti della stanza, le fece bere un sorso da una tazza di tè davanti ad uno dei cinque caminetti che riscaldavano l'aria della sala e le fece accarezzare la schiena dei serpenti intarsiati sul corrimano di mogano della scala a chiocciola che portava ai dormitori.

Infine la portò davanti alle ampie finestre situate accanto ai divanetti in pelle.
"Allunga la mano" ordinò osservando ogni singolo movimento della ragazza.
Lei seguì la voce di Malfoy e il palmo della sua mano andò a sbattere contro una lastra di vetro ghiacciata.

"Cosa c'è di la?" domandò incuriosita, sentiva sbattere ritmicamente qualcosa dalla parte opposta che produceva un rumore rilassante.
"C'è il fondale del lago nero, con tutte le creature che esso ospita" concluse orgoglioso della bellezza fenomenale della sua casa.
Appoggiò la sua mano accanto a quella di Gemma e guardò oltre la vetrata, nella sala si riversava una luce verde data dal tipico colore dell'acqua del lago. Da qualche giorno il liquido si era fatto più chiaro, brillava come uno smeraldo.
Cercò con lo sguardo in quell'acqua limpida il suo amico Jack, il calamaro gigante che era solito presentarsi di tanto in tanto alla finestra della sua camera in piena notte, ma non riuscì a vederlo. Chiuse anche lui gli occhi per ascoltare meglio il rumore delle onde provocate dalle creature che abitavano il fondale, quella era l'unica melodia che riusciva a calmarlo quando si svegliava in preda agli incubi.
Ormai il Lago Nero era la sua casa.

Posò gli occhi ancora una volta sulla ragazza davanti a lui, con lei aveva deciso di essere gentile solamente a causa della situazione complicata. Inoltre finché i suoi compagni dormivano poteva continuare a rendersi ridicolo, fortunatamente la ragazza non sapeva il suo nome e non lo poteva vedere.
Era al sicuro, la cosa fondamentale era che nessuno venisse a conoscenza del suo comportamento assurdamente gentile altrimenti avrebbe perso credibilità agli occhi di tutti, non se lo poteva permettere.

"E tu come sei fatto?" cantilenò la ragazza riuscendo a sorprendere il giovane Malfoy. Alzò le braccia nella sua direzione e mosse alcuni passi incerti, il ragazzo rimase immobile. Spiazzato e titubante lasciò che lei appoggiasse le mani sulle sue spalle, non troppo grosse ma comunque forti e muscolose, degne di un cercatore di quidditch.
Gemma lasciò scorrere i polpastrelli lungo i muscoli alla base del collo e salì pian piano verso il viso delineandone il pomo d'Adamo.
Il mento era affilato, le guance scavate e la fronte ampia e rotonda. Si soffermò a giocare con il naso pronunciato per poi tornare a scendere sulla bocca sottile, passando il pollice tra le pieghe che attraversavano le labbra ruvide e screpolate.

Infilò le dita tra i suoi capelli e li scompigliò, erano fini ed incredibilmente lisci.
Un brivido freddo fece tremare le spalle di Malfoy che le bloccò prontamente i polsi.
"Sono biondi" rispose facendo suonare quelle parole quasi come una giustificazione, le allontanò le mani accompagnandole giù lungo i suoi fianchi.

"Come i miei?" domandò Gemma che era intenzionata a continuare la conversazione.
Un sorriso compiaciuto si allargò sul viso del ragazzo, prese una ciocca dei capelli color grano della giovane serpeverde e la arrotolò attorno ad un dito.
"No, molto più chiari" ispezionò le sfumature che risultavano più mielate delle sue e quando si ritenne convinto fece un cenno affermativo con il capo.

"Più chiaro di così c'è solo il bianco" scherzò lei
"Hai indovinato"  sentenziò immediatamente alzando le sopracciglia e fingendosi sorpreso.
Malfoy andava fiero della sua capigliatura, impiegava molto tempo a sistemarla o anche solamente ad ammirarla allo specchio, doveva essere sempre in ordine.

Il ragazzo abbassò lo sguardo sulle sue grandi mani candide "Bianchi come i tuoi occhi"

Una semplice frase che raggelò la ragazza, il sorriso che prima le decorava il viso ora stava scomparendo lentamente.
Era strano come si fosse affidata ad un completo sconosciuto ed avesse trovato piacere in questo, lui era diventato per una sera i suoi occhi, era riuscito a farle credere di aver riacquistato la vista e ora, violento come un incantesimo che ti colpisce in pieno petto, la stava riportando alla realtà.

Sospirò ma decise di non fargli notare il velo di malinconia che le era sceso sul cuore e, prendendo il coraggio a due mani, finalmente decise di porgli quella domanda che dall'ingresso in sala comune aveva sulla punta della lingua, pronta a saltare fuori in qualsiasi istante.

"C'eri anche tu quella notte?"  la fronte del biondo si corrugò in un espressione confusa e con un cenno chiese maggiore chiarezza sulla questione.
"Il tuo profumo non mi è nuovo, l'ho sentito all'interno del labirinto" 

Il ragazzo rimase in silenzio per qualche istante, solo in seguito decise di sementire l'accusa. Non aveva realmente nulla da dichiarare, ormai era da anni che non entrava nel labirinto per perdersi al suo interno, era un'attività che praticava molto in passato quando aveva bisogno di isolarsi per riflettere.
L'unica cosa che avrebbe potuto raccontare alla ragazza sarebbero stati i suoi incubi, il dettaglio dell'urlo, ma decise di tralasciare.

Senza aggiungere una parola di più l'accompagnò all'ingresso della sua stanza, particolarmente luminosa grazie alla vetrata ampia arricchita all'esterno da una grande varietà di piante acquatiche.

Si avvicinò un'ultima volta alla ragazza e mentre lei lo ringraziò si accorse del aroma di burrobirra che sprigionavano le sue labbra.
"Potter ha molto da imparare" sogghignò ritenendo banale la scelta fatta dai tre amici grifondoro.
"Ricorda, i veri maghi bevono whisky incendiario"concluse per poi girarsi ed incamminarsi verso la sua camerata.

LA RAGAZZA DEL LABIRINTO Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora