Speranze e sorrisi.

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Passarono diverse ore prima di ritrovarmi a casa nel mio letto.

Mi sento completamente vuota.

Quando ti abitui ad una cosa è tutto normale, vivi ugualmente la tua vita seppure nella consapevolezza che ci sono delle mancanze forti in quest'ultima. Ma se poi ti regalano una speranza che fai? Scappi? O resti e te la vivi?

Io ho ceduto, ci sono cascata, avrei dovuto scappare.

Scappare lontano da quella speranza che non mi apparteneva.

La mia stupidità, il mio mondo di favole deve finire, non ho più dieci anni.

La speranza è solo il fronte opposto della relatività.

Provo ad addormentarmi ma questa notte il sonno sembra non voler far parte di me, proprio come tutto il resto:La felicità, la tranquillità, le persone, Louis.

Chiudo gli occhi quando improvvisamente, il cellulare fa un rumore assordante, è il suono dell'arrivo di un sms.

Mi giro in modo nervoso nel letto, afferro il cellulare:

“Nuovo messaggio da un numero sconosciuto.”

Lo apro e inizio a leggere:

*Hey Charl, perdonami se oggi non sono più venuto all'appuntamento.

Purtroppo la mia vita è una continua frenesia.

Mi dispiace davvero tanto e ti chiedo infinitamente scusa se ti ho fatto aspettare così a lungo.

Perdonami se puoi.

Louis.

Ps: Mi ha fatto davvero piacere rivederti.*

Lo rileggo.

No, questo non lo accetto.

Si scusa con un sms? Proprio lui? No, non posso accettarlo.

Decido di non rispondergli, chiudo il cellulare e accecata dalla rabbia prendo un felpa di fretta ed esco a fare due passi.

Se prima mi sentivo vuota, ora la mia anima è un continuo opporsi di stati d'animo:

Tristezza-Rabbia-Tristezza. Rabbia. La seconda prevale sulla prima.

Resto seduta su una panchina fino all'alba.

Rimango affascinata dalla bellezza di questo fenomeno.

Vorrei sentirmi così. Vorrei essere il sole che per un intera notte è rimasto nascosto e che ora lentamente si innalza in cielo e si mostra in tutta la sua bellezza.

Vorrei essere così felice. Vorrei brillare di felicità ed espandere questi raggi in ogni minima parte della terra.

Ma io non sono il sole, io sono Charlotte.

Arrivo a casa, faccio una doccia.

Non ho solo bisogno di pulizia fisica ma anche un po' di pulizia d'animo.

Accendo il cellulare e pigio quel tasto “Rispondi”

*Lou o meglio Louis, per un attimo ho creduto che tutto potesse ritornare come prima.

Le nostre vite si sarebbe incrociate di nuovo e forse saremmo stati davvero felici.

Ma mi sbagliavo come sempre.

Odio questi stupidi sms.

Avrei preferito dirti queste parole guardandoti dritto negli occhi, come ho sempre fatto, ma è impossibile.

Siamo distanti e la tua vita non mi permette più di farlo.

Non voglio le tue scuse, non voglio nulla se non la promessa di non regalarmi mai più una speranza.

La tua assenza è perenne nella mia vita e molto spesso fa male, ma l'illusione è peggio, quindi ti chiedo di promettermelo.

Buona Fortuna Louis.

Charlotte.*

Invio questo stupidissimo sms.

Un nuovo giorno è iniziato.

Mi preparo e scappo in ospedale.

Oggi mi tocca il reparto di oncologia infantile, devo armarmi di coraggio e buon umore da trasmettere a quelle piccole anime che lottano ogni giorno per riservarsi un giorno, un respiro in più.

Quando arrivo in ospedale capisco che il mio unico posto è qui, mi sento me stessa.

Vedo l'anima fragile delle persone nascosta da sorrisi e buon umore.

Qui ci si arma di speranza.

Qui la cosa fondamentale è la vita, il resto dei problemi si lasciano fuori da quella porta, non sono poi così importanti.

E' qui che dimentico la mia vita e mi spezzo per diventare parte di quella degli altri.

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