Capitolo 8.
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"Dio, ma qui fuori si muore di freddo!" esclamò Bill una volta che l'aria fredda accarezzò il suo viso. Si strinse nella sua giacca elegante primaverile e Tom lo raggiunse, lo guardò da capo a piedi: il fratello indossava una giacca leggera che non serviva praticamente a nulla, una camicia bianca, un papillon nero e dei pantaloni eleganti.
"Te l'ho detto che dovevi portarti un cappotto" disse e chiuse la porta del ristorante, cacciò le sigarette e ne offrì una al fratello che la accettò volentieri.
"Uhm, pronto?! Tom, sei pazzo?! Questo outfit è perfetto così com'è, se aggiungessi un cappotto lo rovinerei!" esclamò e cacciò l'accendino, accese la sua sigaretta e poi lo porse al fratello.
"Bene, allora muori di freddo!" esclamò e accese la sigaretta, puntò lo sguardo su Bill, pallido e tremante per il freddo, e decise che non era abbastanza stronzo da fargli questo. "Okay, okay" si tolse il suo cappotto e lo buttò addosso al fratello. Questo lo afferrò e circondò il suo corpo freddo, lasciò andare un sospiro di sollievo quando il calore del fratello si trasmise a lui.
"E tu?" chiese guardandolo, si portò la sigaretta alle labbra e aspirò.
"Bill, se ti ammali tu succede la terza guerra mondiale: urla, grida, dottori, medici e infermiere che corrono avanti e indietro per una semplice febbre! A questo punto preferisco ammalarmi io" disse e Bill mise su un broncio contrariato.
"Il non avere medici, dottori e infermiere che corrono per la tua stanza d'albergo è l'unico motivo per il quale non vuoi che mi ammali?" chiese facendo finta di essere imbronciato, ma in realtà stava dando a Tom la possibilità di dire qualcosa di carino e riscaldare non solo il suo corpo, ma anche il cuore di Bill.
"No," disse Tom e guardò il paesaggio completamente immerso nel buio e nel silenzio intorno a loro. "Tua madre si preoccuperebbe un casino perché 'il suo piccolo e tenero Bill è ammalato' e prenderebbe il primo aereo per raggiungerci e, davvero, chi ha voglia di sopportare le sue lagne? Manco stessi per morire!"
"È anche tua madre!" disse, stavolta realmente incazzato perché Tom avrebbe dovuto dire 'No, Bill, non voglio che tu ti ammali perché poi starei male anche io' . Dannatissimo Tom! Sospirò, ma che si aspettava da suo fratello? O che si aspettava in generale? Non stavano insieme, Tom non era obbligato di ricoprirlo di complimenti e belle parole.
"Ma tu sei il suo piccolo e tenero Bill!"
"E tu sei la sua grande e orribile bestia!"
Tom e Bill si guardarono in faccia e scoppiarono a ridere, Bill rideva perché Tom era geloso di lui perché era il preferito di Simone e Tom rideva di Bill perché si aspettava davvero una frase sdolcinata – così semplicemente lo accontentò. "No, Bill, non è tanto per tua – anzi, nostra – madre, né per le infermiere, né per le tue lamentele continue e incessanti. Il fatto è che quando stai male tu sto male anche io e tutto ciò che vorrei è liberarti dal tuo dolore e provarlo io, in modo che tu possa stare bene sempre" disse e sembrò qualcosa di davvero troppo sdolcinato, perché Bill abbassò lo sguardo per coprire il suo viso con i capelli, completamente rosso. Tom sospirò guardando la figura bellissima e perfetta del fratello, buttò a terra la sigaretta nonostante non fosse nemmeno arrivato a metà. "Bill, devo dirti una cosa" esordì Tom.
Bill strabuzzò gli occhi e si chiese cosa volesse dirgli il fratello. Pensò che fosse una cosa di poco conto e stupida esattamente come lui, quindi aspirò la sigaretta un'ultima volta prima di buttarla e poi scrollò le spalle. "Dimmi" disse e si mise le mani nel pantalone, strusciò il piede avanti e indietro guardando il fratello che comunque non si decideva a ricambiare il suo sguardo.
"Uhm, ecco—" Deglutì e poi sospirò, oramai gliel'aveva detto e conosceva abbastanza bene Bill da sapere che non gli avrebbe permesso di non finire la frase. "Mi hai detto delle cose piuttosto strane quando, ehm, eri ubriaco"
Bill inarcò le sopracciglia, il suo cuore smise completamente di battere e inaspettatamente una paura fottuta si prese possesso del suo corpo, indietreggiò istintivamente come se Tom avesse potuto fargli del male, ma Tom era tranquillo, ansioso e il suo cuore batteva forte come quello del fratello. "Che-Che tipo di cose strane?" disse e Tom abbasso lo sguardo, Bill strabuzzò gli occhi. Okay, dalla sua reazione capiva che non erano cose di poco conto. "Tom, ero ubriaco"
"Lo so che eri ubriaco, Bill, ma il fatto è che—" Tom si passò una mano tra le treccine nere, non sapeva come continuare la frase, avrebbe dovuto dire: gli ubriachi dicono sempre la verità, oppure quello che mi hai detto da ubriaco era solo l'espressione più genuina di quello che ci sta succedendo? Tom prese un respiro spezzato e guardò il fratello, si avvicinò lentamente a lui. "Mi hai detto che ti faccio sentire come una fottuta principessa Disney"
"Cosa cavolo ho detto?!" esclamò il fratello e scoppiò in una grassa risata.
"Sì, beh, anch'io ho riso la prima volta che me l'hai detto. Poi hai aggiunto delle altre frasi che mi ricordo perfettamente perché non faccio altro che ripeterle nella mia testa in continuazione, mi stanno fottendo il cervello" disse e guardò Bill negli occhi e disse: "Mi tocchi e io tremo, mi guardi e mi paralizzo. Mi parli e mi confondi, mi tocchi e impazzisco"
"Oh, mamma, no!" esclamò e si mise le mani tra i capelli, guardò terrorizzato Tom. "Mamma, no! No, Cristo! Dio, sono un idiota! Cazzo, cazzo. Vaffanculo! Cristo, io—" si guardò intorno cercando un oggetto contundente con cui togliersi la vita, ma non c'era niente. "Come cazzo faccio?! Io— Cazzo, cazzo, cazzo!" si allontanò da Tom che lo guardava scandalizzato. Si sarebbe aspettato qualsiasi reazione da parte del moro, ma non questa. Bill continuava a guardarsi intorno cercando qualcosa con cui uccidersi, ma c'erano solo dei tavolini e delle sedie. Cazzo, il tavolo non era nemmeno così alto: se si fosse buttato sarebbe caduto e si sarebbe solamente fatto male al culo e al naso. "No, il mio naso! Ma che cazzo ho da perdere?" salì sulla sedia e poi sul tavolino, Tom lo raggiunse.
"Bill, ma che cazzo stai facendo?!" Lo guardò dal basso verso l'alto con la fronte corrugata.
"Come che cazzo sto facendo, Tom? Non si nota? Sto cercando di togliermi la vita!" urlò e si mise le mani sulla vita.
"Ma— prima cosa: perché? Seconda cosa: non ci riuscirai così"
"Questa è istigazione al suicidio!"
"Questo è rendere le cose ovvie per un idiota come te! Perché cazzo lo stai facendo?!"
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20.
HumorI Tokio Hotel avevano appena pubblicato il loro secondo album, Humanoid, e Bill e Tom, neanche ventenni, non erano mai stati così affiatati: Tom adorava elaborare scherzi cattivi verso il povero Georg e trovava in Bill il complice perfetto. Ma se Bi...