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Blaine si svegliò lentamente, sollevando le palpebre con cautela, perché aveva paura che fosse stato solo un sogno. Temeva che Kurt non sarebbe stato accanto a lui.
Ma un respiro lento, profondo e regolare che proveniva da un punto indefinito vicino al suo fianco lo rassicurò, facendolo sorridere lievemente.
Dopo un attimo percepì il corpo caldo di Kurt sul suo petto, e si rese conto di essere totalmente aggrappato alle sue spalle con le braccia.
Il sorriso gli si ampliò quando si ritrovò ad osservare il volto dell’altro, rilassato e disteso dal sonno, completamente abbandonato sulla sua spalla; la preoccupazione e un dolore vago ma persistente gli invasero il petto non appena si ricordò del pericolo che avevano corso, e di quello che ancora dovevano affrontare.
Lo contemplò per qualche secondo, perché era bellissimo anche mentre dormiva, e sapeva che non si sarebbe mai stancato di guardarlo.
Sollevò delicatamente una mano, attento a non far cigolare il materasso, e gli accarezzò una tempia, spostando un ciuffo ribelle che gli proiettava un’ombra irregolare sulla fronte.
Si ritrovò a pensare che era un miracolo che un ragazzo del genere si fosse innamorato di lui. Kurt era speciale. La persona più speciale che avesse mai incontrato.
L’avrebbe protetto da qualsiasi cosa.
Non avrebbe mai sopportato di perderlo. Non di nuovo.
In quel momento il respiro di Kurt accelerò, le sue palpebre si contrassero leggermente e un vago colorito gli invase le guance, appena un attimo prima che aprisse gli occhi.
Si stiracchiò con calma, ancora un po’ intontito dal sonno.
“Oh, buongiorno” mormorò, assonnato, non appena si rese conto che Blaine era sveglio e lo stava guardando con tenerezza.
“Buongiorno” rispose lui, sporgendosi lievemente in avanti per depositargli un piccolo bacio sulle labbra.
Kurt mugugnò di disappunto per quel contatto così breve, e Blaine ridacchiò, lasciando che le loro labbra si incontrassero di nuovo, stavolta per più tempo.
“Dormito bene?” sussurrò poi, accarezzandogli il viso.
“Decisamente meglio dell’ultima volta che sono stato qui” sospirò Kurt, prima di irrigidirsi, rendendosi conto di cosa aveva detto “Non intendevo … Cioè, quella notte con te è stata fantastica, solo che …”
Blaine lo tranquillizzò con un bacio sulla fronte “Ho capito. Sapevi di dovertene andare ed è stata dura.”
Kurt annuì con un sospiro sollevato “Sì” sussurrò, affondando il viso nel petto dell’altro.
“Per questo l’hai fatto?” chiese Blaine, dopo un attimo di esitazione “Quella notte …” continuò lentamente “C’è stata per questo?”
Kurt sollevò leggermente il volto per guardarlo negli occhi, cercando di capire dove volesse andare a parare “Volevo portare con me qualcosa a cui aggrapparmi” cercò di spiegare, senza allontanare i loro sguardi “I ricordi belli. Avevo paura che senza non ce l’avrei fatta.”
Blaine lo scrutò per qualche momento, prima di annuire; rimasero in silenzio per un po’, assaporando distrattamente l’uno la presenza dell’altro.
“L’avresti fatto davvero, non è così?” mormorò il riccio alla fine, fissando il soffitto.
Kurt annuì dopo un attimo di esitazione “Sì; non so come avrei fatto, ma …” Fece spallucce, scrollando il capo.
Improvvisamente Blaine gli intrecciò le mani dietro la schiena, stringendolo a sé così forte da fargli quasi male “Dio” mormorò, la voce carica di emozione “Ho avuto così tanta paura.” Non aggiunse che il terrore gli stava divorando lo stomaco anche in quel momento, perché sapeva che gli Elfi stavano arrivando e temeva che non sarebbe più riuscito a proteggerlo.
Kurt ridacchiò, accoccolandosi meglio tra le sue braccia “Di questo passo mi soffocherai, e sarà stato tutto inutile.”
Blaine sbuffò, divertito “È quello che ti meriteresti per tutta l’ansia e la preoccupazione che mi hai fatto patire. E vogliamo parlare delle crisi isteriche di Sebastian? No, dico, avresti dovuto vederl---”
Kurt soffocò quel fiume di parole con un bacio, strappando al riccio un sorriso sorpreso e soddisfatto.
“Ti amo” soffiò, non appena si furono allontanati per riprendere fiato.
“Anch’io.”

“Coraggio piccioncini, è ora di alzarsi!” urlò Sebastian dal corridoio, facendo sobbalzare i due ragazzi ancora abbracciati sul materasso.
“Seb!” protestò Kurt “Ma cosa urli?!”
“Non potevo certo entrare, Hummel” sbuffò l’altro, la voce leggermente attutita dalla porta chiusa “Avrei rischiato di rimanere traumatizzato a vita.”
Kurt incurvò le labbra in un ghigno furbo, e Blaine lo osservò inarcando le sopracciglia; il castano gli ammiccò, prima di rispondere “Devo ricordarti che la tua camera è proprio accanto alla nostra, e che ho un udito particolarmente sensibile? O passo direttamente a chiederti dove ha dormito Santana stanotte?”
Il riccio soffocò una risata nella spalla di Kurt mentre Sebastian si allontanava borbottando improperi incomprensibili, imbarazzato fino all’inverosimile.
“Sei malefico” ghignò Blaine, stiracchiandosi indolentemente.
“Puoi scommetterci” rispose il castano, soddisfatto, mettendosi a sedere sul materasso.
“Coraggio” aggiunse poi, alzandosi a fatica “Dovremmo andare.”
Osservò un attimo i propri vestiti, stropicciati e irrimediabilmente rovinati “Dopo esserci cambiati.” Decretò alla fine, avvicinandosi all’armadio per prendere una felpa e gli immancabili pantaloni scuri e aderenti.
“Sì, questa mi sembra un’ottima idea” mormorò Blaine, decisamente più vicino di quanto non si aspettasse Kurt, che rabbrividì quando la voce dell’altro gli scivolò lungo il collo.
Il castano si girò lentamente, trovandosi intrappolato tra il corpo del riccio e l’armadio alle sue spalle.
“Dobbiamo andare …” Cercò di protestare debolmente, senza neanche sapere cosa avrebbe voluto dire perché il suo profumo, il colore dei suoi occhi, il suo calore erano troppo vicini.
“Lo so” mormorò Blaine, accarezzandogli la mascella con le labbra “Voglio solo … Averti vicino per tutto il tempo che posso. Non voglio sprecare nemmeno un secondo.” Gli occhi dorati si velarono di lacrime, che scomparvero in un battito di ciglia.
Kurt annuì lentamente, con consapevolezza: non l’aveva scordato nemmeno per un attimo, che quella poteva essere la fine di tutto.
Gli avvolse il viso con le mani, accarezzandogli con dolcezza gli zigomi, prima di baciarlo lentamente e delicatamente, come se fosse la cosa più preziosa che avesse mai avuto.
Blaine gli intrecciò le mani dietro la schiena, stringendogli la vita stretta, e lo avvicinò a sé ancora di più, quasi con disperazione; gli sollevò la maglia con delicatezza e gliela sfilò velocemente, accarezzandogli il petto e le spalle per tornare immediatamente sulle sue labbra.
Si allontanarono un attimo per riprendere fiato, e gli occhi del riccio si scurirono quando scivolarono su tutti i tagli e le abrasioni che macchiavano la pelle nivea dell’altro; gli baciò ogni ferita con una dolcezza che avrebbe potuto e voluto far sparire tutto il dolore che aveva provato.
Kurt gli fece sollevare il viso con delicatezza, e gli sfilò la maglia senza mai distogliere lo sguardo da quegli occhi dorati; nemmeno alle sue labbra sfuggì un singolo graffio, un livido, una ferita.
Blaine lo coinvolse in un altro bacio dettato dall’urgenza, dall’ansia, ma il castano gli poggiò le mani sulle spalle, massaggiandole con delicatezza, cercando di infondergli sicurezza con le proprie labbra.
Va tutto bene.
Il riccio si rilassò lentamente sotto il suo tocco, e il suo respiro si fece meno affannato; inspirò a fondo il profumo di Kurt, poggiando la propria fronte contro la sua.
“Dobbiamo andare” mormorò la voce cristallina, con una nota di malinconia.
Blaine esitò un attimo, prima di annuire; afferrò la felpa che Kurt aveva scelto per sé, rimasta abbandonata sull’anta dell’armadio, e gliela infilò con delicatezza, prima di stringerlo per un ultimo bacio “Sei perfetto come sempre” sospirò poi, allontanandosi di un passo.
Gli occhi azzurri luccicarono mentre Kurt gli rivolgeva un minuscolo sorriso tremulo; esitò un attimo prima di sfilarsi la felpa e ripiegarla per metterla al suo posto, sotto lo sguardo attento degli occhi dorati. Si sporse per prendere un maglione blu scuro tra quelli di Blaine, che gli aveva visto addosso solo una volta ma che adorava indiscutibilmente, e se lo infilò con attenzione, mentre gli occhi del riccio si facevano grandi e limpidi.
Forse gli stava un po’ largo, ma adorava sentirsi avvolto da quel calore, e poteva sentire il profumo di Blaine che lo circondava.
“Ora va meglio” sussurrò, socchiudendo gli occhi per inspirare profondamente, lasciando che l’odore di aghi di pino lo stordisse leggermente.
Blaine non poté fare altro che osservarlo incantato per qualche secondo, prima di stringerlo di nuovo fortissimo a sé.

Being A Half - KlaineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora