Capitolo 1 - Nuove Realtà

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"Non c'è nessuno in certi cuori, neanche il proprietario."

Anonimo

Un vistoso fulmine squarciò il cielo oltre l'orizzonte scuro e tempestoso della radura boschiva, illuminandola per una breve manciata di secondi. La pioggia cadeva incessante e fitta, cullata da forti raffiche di vento gelido che gli mozzavano il fiato ad ogni respiro.
La piccola indistinta figura si mosse veloce nell'ombra, sfrecciando attraverso la radura come una scheggia impazzita. Il suo respiro pesante e affaticato dallo sforzo faceva a gara con il battito impazzito del suo cuore. Un inquietante crepitio alle sue spalle, come un rumore di rami spezzati, gli fece perdere l'equilibrio.  Cadde in avanti, frenando l'impatto con il terreno come meglio poté, ma la caviglia si storse dolorosamente, impedendogli di riprendere la sua corsa verso la salvezza. Strisciando, si trascinò a forza verso il cespuglio più vicino, sperando così di nascondersi alla SUA vista.

Niente di più sbagliato.

                                   ・・・

Alice aprì gli occhi di colpo, ritrovandosi immersa nella silenziosa penombra della sua camera da letto, la fronte imperlata di sudore freddo e il cuore che le batteva come un forsennato nel petto. Negli ultimi tempi le capitava sempre più spesso di svegliarsi così, di soprassalto, tormentata da incubi e visioni terrificanti che le disturbavano il sonno.
Secondo il parere della sua eccentrica coinquilina Cordelia, nonché ex cognata in carica, era tutto frutto degli angosciosi ricordi del suo rapimento, e - strano ma vero - per una volta il suo ragionamento sembrava avere una certa logica. Mesi e mesi di terapia e sostegno psicologico erano riusciti a malapena a scalfire la spessa corazza di quei ricordi dolorosi, e a più di un anno di distanza da quella terribile notte, le capitava ancora di sognare Marchesi e i suoi spaventosi occhi iniettati di sangue che la fissavano nell'oscurità.
Le ci erano voluti mesi prima di riuscire anche solo a restare di nuovo a casa da sola di notte, e ancora - di tanto in tanto - le capitava di scattare come una molla impazzita quando un forte rumore improvviso la coglieva alla sprovvista.
Con la mente incupita da quei pensieri, fece un paio di profondi respiri per cercare di rilassarsi, poi spostò lo sguardo verso il lato opposto del letto, dove Claudio dormiva sereno e beato.
Sorrise intenerita a quella vista, allungando una mano per sfiorargli con dolcezza i capelli che gli ricadevano ribelli sulla fronte.  Era uno di quei rari momenti della giornata in cui tutto le sembrava così giusto e perfetto da farle desiderare solo che il tempo potesse fermarsi, cristallizzando quell'istante e tutto ciò che esso custodiva in un'immutabile eternità.

Un improvviso tonfo sordo, seguito dall'inconfondibile rumore di vetri infranti, irruppe nel silenzio dell'appartamento, scuotendo bruscamente Alice dai suoi dolci sogni ad occhi aperti. Al di là della porta della camera da letto, le voci concitate di Cordelia, Lara e Marco si mescolarono in un crescendo di nevrotici brusii, accompagnate dall'immancabile pianto acuto della piccola Camilla Allevi, recente new entry di quel nucleo familiare sempre più problematico e disfunzionale...unico nel suo genere. Accanto a lei, sepolto sotto le coperte, Claudio mugugnò delle frasi incomprensibili con voce impastata di sonno.
Alice scosse la testa, divertita. Dubitava che si trattasse di un affettuoso buongiorno. Era ben consapevole di quanto odiasse essere svegliato dai gorgheggi mattutini di Camillina, anche se sospettava che, in fondo - MOLTO IN FONDO - avesse un debole per quella bimba.

"Ma come fa ad essere così piccola e ad avere così tanto fiato in corpo?"

Claudio riemerse lentamente dal groviglio di coperte, i capelli scarmigliati e l'aria infastidita e contrariata di chi avrebbe tanto voluto potersi godere in pace un'altra mezz'oretta di riposo.

"Tanto era quasi ora di alzarsi!" provò a ribattere Alice, chinandosi a baciargli teneramente una guancia prima di scivolare rapida fuori dal letto.

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