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Riccardo chiuse l'ombrello ormai pronto psicologicamente per affrontare quella faticosissima settimana di recupero

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Riccardo chiuse l'ombrello ormai pronto psicologicamente per affrontare quella faticosissima settimana di recupero.
Un intenso recupero di matematica .
Sospirò sconsolato chiedendosi come fosse stato possibile che proprio lui, Riccardo Di Rigo, il Virtuoso e regista della Raimon, fosse stato bocciato in matematica. Era sempre stato uno dei migliori in quella materia, fin dalle elementari, ma tutt'un tratto in quel secondo anno di scuole medie si era ritrovato a trovare quelle espressioni numeriche e letterali sempre più complicate e così, per pigrizia, e forse anche a causa della rivoluzione contro al Quinto Settore, la voglia di stare chinato sul libro di matematica era diminuita progressivamente, finendo con lo sparire del tutto.
Quando lo avevano scoperto i suoi genitori non avevano avuto la terribile reazione che si era aspettato lui (urla e almeno un milione di punizioni), anzi gli avevano sorriso comprensivi dicendogli che ogni tanto anche ai migliori capitava di inciampare. Ma lui non la pensava affatto così.
Lui si vergognava profondamente del poco, anzi pochissimo impegno che aveva dimostrato quell'anno verso la matematica. Si ripromise, prima di sedersi all'ultimo banco attaccato al muro, che mai più in vita sua avrebbe trascurato così una materia scolastica.
Mancavano poco meno di due minuti all'inizio delle due ore di lezione previste quando improvvisamente, veloce come un fulmine, una ragazzina dai capelli verdi raccolti in una coda tutta scompigliata entrò, quasi scivolando a causa della troppa velocità, nella piccola e angusta aula che era stata loro assegnata.
Qualcuno si lasciò sfuggire una risatina mentre con le guance arrossate dall'imbarazzo chiedeva scusa al professore per aver tardato al primo giorno di corso.
Riccardo la osservò curioso mentre prendeva posto nel banco accanto al suo rivolgendogli un timido sorriso in segno di saluto. Non gli sembrava affatto di conoscerla, anzi probabilmente quella era addirittura la prima volta che la vedeva. Eppure era strano, pensò aprendo il quaderno degli esercizi, se era entrata nell'aula riservata al recupero della sua classe doveva di certo farne parte anche lei. Tuttavia lui si riscoprì a non conoscere neppure il suo nome.
La prima ora di lezione era passata e Riccardo iniziava a sentire la noia avvolgerlo assieme ad un fastidiosissimo languorino che non faceva altro che distrarlo in continuazione dalle parole che pronunciava il professore.
Appoggiò la mano sullo stomaco, in un vano tentativo di farlo smettere di brontolare, ma non servì proprio a nulla perché aveva troppa fame. E come biasimarlo? Era da poco scoccato il mezzogiorno e il solo pensiero che avrebbe dovuto aspettare fino all'una per poter finalmente dare retta al suo stomaco lo tormentava.
"Psst"
Un flebile sussurrò arrivò alle sue orecchie distogliendolo dai suoi farneticamenti riguardo il cibo, costringendolo a voltarsi verso il banco che gli stava accanto. La ragazzina dai capelli verdi gli stava sorridendo in un misto di ilarità (probabilmente a causa del brontolio del suo stomaco) e comprensione
"Prendi questa metà" gli sussurrò porgendogli con discrezione metà di una barretta di cioccolato al latte
Lui la guardò confuso chiedendosi per quale motivo una perfetta sconosciuta dovesse prendersi così tanto disturbo per lui. tuttavia, a causa della troppa fame, non stette troppo a chiedersi cosa fare: accettò con un sorriso appena accennato la barretta bisbigliandole poi un "Grazie" colmo di gratitudine mentre staccava un primo pezzetto portandoselo alla bocca.
"Figurati, anche io sto morendo di fame" sorrise lei addentando poi la sua metà.

𝑨𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒂𝒊 𝒎𝒊𝒈𝒍𝒊𝒐𝒓𝒊 𝒄𝒂𝒑𝒊𝒕𝒂 𝒅𝒊 𝒊𝒏𝒄𝒊𝒂𝒎𝒑𝒂𝒓𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora