15.torre di astronomia

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Vi consiglio di leggere con la musica di sottofondo.

La giornata passò veloce, ormai i ragazzi si dovevano vedere per fare la ronda. Così Hermione sta volta si mise dei pantaloncini corti in jeans neri strappati alla fine, legati alla vita con una cinta nera molto bella che la stringeva e una canottiera molto leggera e corta grigia. Poi sopra le spalle un lungo cardigan nero e molto morbido e le scarpe sempre le sue solite Doctor Martens che le allungavano le gambe. I capelli li lasciò sciolti con delle onde molto belle e poi uscì dal dormitorio.

Quando arrivò davanti alla statua non lo trovò, così si appoggiò al muro con la schiena e ci mise anche un piede piegando la gamba, poi infilò entrambe le mani nelle tasche posteriori ed aspettò guardando il cielo stellato sorridendo. Aveva molta ansia perché si sarebbero visti li e di solito loro vanno nella stanza delle necessità per parlare, ma ora era diventato qualcosa più di parlare. Così dopo qualche minuto non arrivava, passarono 5, 10, 20, 30 minuti e ancora non c'era. Triste se ne ritornò nella sua camera pensando che era come una solita di quelle ragazze che si voleva solo portare al letto, invece lei aveva creduto che ci fosse stato qualcosa di più, ma si sbagliava stupida! stupida! stupida! pensava camminando a testa bassa e facendo scendere una lacrima.
Continuava a camminare lentamente verso il dormitorio quando pensò di andare nella torre di astronomia, così salì le scale ed arrivò in cima, avanzò lentamente fino al centro della stanza e poi chiuse gli occhi. I ricordi di quella notte le riverirono in mente.

Intanto il biondo non l'aveva trovata davanti alla statua, così iniziò a cercarla dappertutto, in ogni aula possibile, ogni bagno, poi si ritrovò costretto ad andare sulla torre d'astronomia. Era rimasta quella oltre al suo dormitorio, e se non fosse stata lì le avrebbe parlato il giorno dopo. Si era ripromesso di non andare mai più in quella torre, non voleva ricordare, ma doveva trovarla per giustificare il suo ritardo. Così salì le tante scale e appena arrivato in cima la vide di spalle immobile al centro della stanza. La chiamò più volte ma non rispondeva, così le andò davanti e vide che aveva gli occhi chiusi.
Hermione stava rivivendo tutto il ricordo, le parole, il cielo, tutto ricordava:

*Flashback*
Era una sera come tutte, o almeno così credevano.
Silente si trovava nella torre d'astronomia con davanti Draco
-Draco, tu non sei un assassino..- disse
-come sai cosa sono? sono stato scelto..- disse tirandosi una manica su per mostrare quel simbolo.

Il cielo era scuro, l'unica cosa che gli dava colore erano alcuni lampi che lo rischiaravano per qualche secondo, le nuvole nere si erano impossessate dell'azzurro che c'era prima
-Draco, anni fa conobbi un ragazzo che fece tutte le scelte sbagliate... ti prego lascia che ti aiuti..- disse
-io non voglio il suo aiuto! ma non capisce?! io lo devo fare! devo ucciderla... o lui ucciderà me...- disse il biondo mentre puntava la bacchetta con la mano tremante. Il volto era distrutto, diceva che non voleva fare a nessuno del male, ma il corpo diceva un'altra cosa.

Dopo un pò arrivarono sua zia Bellatrix accompagnata da altri mangiamorte, parlarono e dopo qualche minuto comparve Piton che schiantò Silente che cadde giù nell'oblio, giù nel vuoto, giù negli abissi, e non sarebbe tornato, no, non questa volta, questa volta se ne sarebbe andato via, via per sempre...
*Fine flashback*

Hermione si risvegliò da quello stato facendo un respiro molto profondo e rumoroso, prese tantissima aria come se non avesse respirato per tanto tempo, come se fosse stata tutto il tempo sott'acqua. Spalancò gli occhi come anche la bocca, era terrorizzata. A quel ricordo le era mancata l'aria e non riusciva a non far scendere delle lacrime dagli occhi. Se non ci fosse stato il biondo a reggerla sarebbe caduta per la perdita d'equilibrio –Hermione!– disse preoccupato lui, la guardò negli occhi, lei fece lo stesso e fece cadere altre lacrime dagli occhi, poi guardò il precipizio dove Silente disse le ultime parole.
Iniziò a indietreggiare di qualche passo e pianse rumorosamente, per lo sforzo inarcò la schiena portando il viso avanti, mise il dorso della mano tra il labbro superiore e il naso e lasciò cadere le lacrime sulla manica del cardigan e lungo le guance.
Guardò un'ultima volta il biondo e poi lo spazio dove era caduto l'uomo ancora indietreggiando passo dopo passo, si girò e se ne andò correndo. Scese le scale velocemente singhiozzando, la serpe era rimasta a guardare quel precipizio, era rimasto immobile e aveva perfettamente capito cosa aveva ricordato Hermione. Poi si svegliò dal suo stato di trance e iniziò a seguirla.
Era sulle scale quando la prese da un braccio e la girò verso di se, la guardò, aveva gli occhi rossi dal pianto, le guance irritate e il respiro affannato. Le prese l'altro braccio e la avvicinò a se per abbracciarla. All'inizio la grifona si dimenava per andare via, poi cedette e si lasciò abbracciare da lui, dalle sue braccia calde. Appoggiò il viso nel suo petto continuando a piangere rumorosamente, appoggiò anche le mani nel petto caldo del ragazzo lasciandosi stringere, come non aveva mai fatto con nessuno.

Poi, dopo qualche secondo, Draco le iniziò ad accarezzare i capelli dolcemente –shh.. è tutto ok..– sussurrò più volte per calmarla.
Lzei fece un saltello e arricciò le gambe sulla sua vita, gli abbracciò forte il collo e nascose il viso nell'incavatura tra il collo e le spalle sussurrando –portami via...– con un filo di voce rotta.
Così lui fece, la strinse forte a se e la portò via da lì, poi pensò che non aveva la parola d'ordine per entrare nella sala comune grifondoro e che lo avrebbero guardato tutti male se lo avrebbero visto lì, così la portò nella sua di camera. Hermione si lasciò cullare delle sue carezze alla schiena e al profumo del ragazzo mentre la portava in stanza. Capì che non si stava dirigendo nella sua camera, ma non le importò nulla, per quel momento voleva solo stare con lui, voleva parlare, baciarlo. Sapeva che non era stata colpa sua per quello che aveva fatto a Silente, e per questo lo aveva perdonato, anche perché lui era una persona migliore, lo aveva riconosciuto in quei pochi giorni.

Non appena arrivarono, lui la stese su letto delicatamente, aveva gli occhi chiusi, si era addormentata ed aveva ancora le guance bagnate.
Si sdraiò accanto a lei e iniziò a farle delle carezze sulla guancia, poi si avvicinò e le diede un piccolo bacio sul naso, proprio come faceva lei.
Dopo un pò si svegliò –cosa è successo?– chiese con la voce ancora impastata –ti ho portata via come mi hai chiesto, non ricordi?– rispose ridendo e mettendole una ciocca di capelli dietro l'orecchio, poi le accarezzò ancora la guancia e la avvicinò per baciarla. Un bacio piccolo ma dolce –perché non sei venuto più?– chiese poi mettendosi seduta sul bordo del letto seguita a ruota da lui –hai ragione... però mi ero addormentato e non ho messo la sveglia..– rispose guardandola.
Scoppiarono a ridere entrambi –sei bellissima– disse all'improvviso facendola arrossire, Hermione si alzò e si mise a cavalcioni sulle sue gambe iniziando a baciarlo.

Eclipse; DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora