Annabeth

107 6 0
                                        

La figlia di Atena era tremendamente provata. Sapere che Percy fosse così vicino, ma al contempo così lontano la stava facendo impazzire. I suoi occhi grigio tempesta scattavano alla ricerca di qualcosa che potesse ricondurla dal suo amato. Ormai stava diventando paranoica, vedeva Percy dovunque.

Dopo essere riuscite a far pace lei e Reyna avevano intuitò che Percy non poteva non essersi accorto dell'arrivo della nave che era stato visibile da tutto il Campo Giove. Avevano cominciato a cercarlo, il pretore aveva fatto chiamare Frank e Hazel (che nel frattempo si erano fermati nel mezzo della folla improvvisata che si era formata nella piazza mentre Jason narrava le sue avventure da quando era scomparso). Hazel aveva raccontato di come lei e Frank avessero visto la nave nel cielo e di come subito dopo Percy si fosse allontanato in fretta e furia senza dire loro nulla. Annabeth era stata in pensiero, ma aveva deciso lo stesso di attendere che i luoghi principali dove Percy avrebbe potuto essere fossero controllati. Quando i soldati incaricati da Reyna erano tornati a mani vuote, la ricerca era diventata ufficiale.

Qualcosa la riscosse dai suoi pensieri. Le foglie di un albero alle sue spalle frusciarono, Annabeth si girò di scatto, il pugnale già estratto. Il suono era stato prodotto da una civetta che si era appena svegliata e aveva preso il volo. Era forse un monito di sua madre che le diceva di restare vigile? Non poteva essere. Sua madre non era stata risparmiata dalla scisma greco-romano. Mentre rimuginava su tutto questo, e, se possibile, si deprimeva ancora di più, riconobbe il suono delle ali di un pegaso. Ebbe giusto il tempo di girarsi e si ritrovò davanti Reyna in groppa a Scipione. Annabeth cercò di darsi un contegno:<Trovato nulla?>. La speranza quasi assente dalla sua voce. Lo sguardo del pretore era grave:<Annabeth...> Reyna prese tempo. In quel momento la figlia di Atena ebbe davvero paura della risposta. <L'ho trovato... ma non è in sé>.

----------------------------------------------

Dopo un tempo che le sembrò infinito, Annabeth era finalmente lì, a (se ciò che Reyna diceva era vero) un minuto di cammino da Percy, in mezzo a quel piccolo bosco. Il pretore camminava impassibile al suo fianco, mancava sempre meno... Le due ragazze superarono un cespuglio e si ritrovarono davanti ad un piccolo stagno, circondato da alberi di modesta statura. Su uno di questi un ragazzo poggiava la schiena, reggendosi la testa fra le mani . Il cuore di Annabeth saltò più di un battito. Quel ragazzo era Percy.

Annabeth venne scossa da un forte brivido, rimase paralizzata, incapace di pensare lucidamente. In quel momento Percy si lamentò. Il ragazzo farneticava, il suo volto non era visibile, ma era chiaro che non stesse bene. Annabeth cominciò ad avanzare verso di lui come in trance...

Il difetto fataleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora