Suoni per me?

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"Buongiorno cara! Solito?"
Mezza assonnata risposi con un rapido cenno, cercai di sedermi senza cadere dalla sedia e con pigrizia incominciai a sottolineare i capitoli di un libro che a malapena ricordavo di aver messo in borsa.
"Ieri non ho fatto in tempo a dirtelo perché sei scappata, ma quel Mirko è tornato dopo che te ne sei andata e ha chiesto di te"
Il caffè mi andò di traverso e, per evitare di tossire come una dannata, sussurrai un incomprensibile "che cosa?" che contro ogni previsione uscì fin troppo stridulo.
Giorgia, ridacchiando, annuì.
"Sembra proprio che tu abbia fatto colpo"
"E cosa ti avrebbe chiesto, sentiamo", domandai con curiosità
"Solo l'orario in cui solitamente vieni a studiare. Ho come il presentimento che te lo ritroverai qui spesso"
Guardai fuori, verso il semaforo, quasi come se volessi accertarmi che non ci fosse nessuno.
"Sono tutte supposizioni insensate. Viaggi troppo Gio, ti conviene fare una pausa"
Tornò alle sue faccende con un tono più allegro del solito, lasciandomi del caffè extra a parte e un cioccolatino.

"Ma tu studi sempre?", sentii dire ad un certo punto da qualcuno.
Presa dalle pagine, evitai di rispondere pensando ci fossero altre persone vicino a me intente a lavorare.
Non sentii nessuno rispondere, quindi alzai rapidamente lo sguardo per dare attenzione alla figura che aveva posto la domanda.
Con mia sorpresa, me lo ritrovai in piedi davanti al tavolo nella sua giacca beige con un sorriso stampato in volto.
"Mirko!", esclamai arrossendo
"Ti ricordi il mio nome!"
"Non è tanto difficile da dimenticare", risposi sorridente
"Scusami se ti ho disturbata, di nuovo", disse togliendosi la giacca
"Non mi hai disturbata, figurati. Siediti pure qui", dissi indicando la sedia vicino a me.
Non so con quale coraggio lo dissi, ma mi uscii spontaneo.
Certo, ero abbastanza imbarazzata a sapere che fosse venuto lì apposta probabilmente per me, ma non potevo fingere mi fosse indifferente la cosa.
Giorgia mi guardò velocemente con la sua aria insolente, ma sempre dolce, per poi portare un secondo cioccolatino per Mirko.
"Studio perché a breve inizia la sessione, comunque" dissi sgranocchiando il mio cioccolatino.
"Ma come riesci? Lo fai sembrare un gioco da ragazzi"
"Non credere, ho dei momenti di sconforto assurdo anche io. Però il cioccolato di Giorgia mi aiuta un sacco"
Scosse la testa sorridendo e poi mi allungò il suo dolcetto
"Tieni, mangialo tu. Se un singolo cioccolatino ti causa quel sorriso, non oso immaginare un'intera barretta cosa possa farti"
Arrossii nuovamente di colpo
"Sono passato per proporti una cosa comunque", disse poi spazzando via l'imbarazzo calato precedentemente.
"Dimmi"
"Ti piacerebbe suonare per me?"
Lo guardai sgranando gli occhi con un'espressione incredula
"Mi lusinga come proposta, ma io non sono brava, cioè, non sono come te. Io non, no no, sono una frana davvero"
Allungò la mano sul mio braccio
"Non devi farti problemi, è una semplice occasione per esercitarti un po', anzi, per esercitarci insieme!"
Osservai la sua mano e poi lo guardai nuovamente negli occhi
"Non so, ho tanto da fare qui"
"Sarebbe solo per un'ora, una volta a settimana"
Esitai per poco.
Suonare mi rendeva davvero felice, ma mai prima d'ora lo avevo fatto davanti a qualcuno e soprattutto davanti ad un professionista.
In realtà non avevo problemi con lo studio, mi sono sempre trovata bene a riordinare appunti di giorno e studiare di sera.
Avrei avuto tutto il tempo per suonare, ma il pensiero di doverlo fare insieme a lui mi metteva altamente a disagio.
"Ti prometto che potrai mangiare tutti i cioccolatini che vuoi in studio", disse poi riportandomi nel mondo reale.
"Non devi farmelo sapere subito, tu riflettici, vedi se riesci ad organizzarti. In caso fossi interessata si può provare...devi solo farmelo sapere"
Annuii
"E va bene, allora dammi il tempo per pensarci e ti faccio sapere." Aggiunsi.

Sorrisi per poi riordinare i libri e alzarmi per uscire.
"Ti farò sapere allora. Grazie", dissi guardandolo ancora per un po'
Mi salutò con un sorriso e un cenno della mano per poi richiamarmi
"Aspetta un momento Viola!"
Mi girai
"Non ho il tuo numero, come ti trovo?", domandò
Indicai lo spazio della caffetteria e sorridendo gli risposi
"Sai bene dove trovarmi!"
Non avrei mai dato il mio numero a un ragazzo che conoscevo appena, peggio ancora se famoso.
Mi voltai giusto in tempo per vederlo sorridere con uno sguardo luminoso fisso su di me mentre scuoteva la testa divertito.

"Perché non gli hai dato il numero? Sei una frana, adesso trovo il modo di farglielo avere tramite Matteo"
Bloccai Valentina che aveva afferrato con troppo entusiasmo il telefono prima che potesse fare cose di cui mi sarei pentita amaramente
"No no, negativo. Tu non farai proprio un bel niente!"
"Uffa. Perché sei così chiusa? Potresti cogliere un'occasione per una volta e, perché no, magari frequentare Mirko anche al di fuori dell'ambito lavorativo"
"Questo mai"
"Sentiamo, perché?"
"È la giornata dei perché?", le chiesi sorridendo
"Vì, io mi preoccupo per te. Sai quanto tu sia importante..non fai altro che studiare, bere caffè e l'unica persona con cui parli oltre a me è Giorgia. Non vorrai mica finire con l'isolarti dal mondo?"
Abbassai lo sguardo, effettivamente aveva senso quello che stava dicendo.
Era un mio limite, trovavo sicurezza solo nello studio e i miei rapporti sociali erano davvero costretti.
Trovavo faticoso fidarmi di qualcuno e inserirmi in un gruppo.
"Dagli una possibilità", aggiunse alzandosi dalla poltrona della camera
"E se dovesse andare male? Se mi iniziasse a prendere in giro? D'altronde lui è bravo e io-"
"Lo sei anche tu! Devi crederci di più. Mirko è un bravo ragazzo, non hai motivo di dubitare di lui", disse interrompendomi

Quella notte la passi girandomi e rigirandomi tra le coperte, immersa da troppi pensieri e assillata dalle poche certezze.
L'indomani avrei comunicato in un qualche modo la mia scelta a Mirko, sperando che si palesasse in caffetteria

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