Io che perdo la pazienza all'Esselunga

156 8 2
                                    

Viola

"Fatti amare per davvero, Viola", mi disse sottovoce.
Aveva ragione, non dovevo dimenticare chi fossi.
Avrò pure un lavoro nuovo e sfidante, ma io resto sempre la Viola che si spacca la schiena sui libri per realizzare i suoi sogni, la Viola che arrossisce quando qualcuno le fa qualche complimento pensando di non meritarselo,la Viola che sogna un amore vero e profondo da quando era piccola e che adesso se lo ritrova proprio davanti agli occhi.
Era giunto il momento di ammetterlo, prima a me stessa più che a lui.
"Ti sto dando il mio cuore Mirko, non giocarci per favore", sussurrai tra le sue braccia.
Lui non rispose subito, mi strinse appena più forte a sè iniziando a passare la mano sulla mia schiena, su e giù, più volte come se volesse calmarmi.
"Qualcuno lo ha già fatto, ma io sono qui solo per rimettere insieme un po' dei pezzi sparsi che ho trovato", rispose.
"Cosa trovi di speciale in me? Davvero, io non riesco a vederci nulla"
"Potrei farti un elenco infinito e non basterebbe comunque per convincerti. Sei tu, la tua testa, il tuo calore, la passione che trasmetti, i tuoi occhi sorridenti..mi hai colpito subito. Il colpo più dolce preso fino ad ora", disse accarezzandomi il viso
"E tu cosa vedi di bello in me? Sempre che ci sia qualcosa..", chiese
Lo guardai male per qualche istante, come poteva anche solo immaginare di non essere una bella persona?
"La tua semplicità. Fai sembrare la vita meno pesante, ti invidio molto. Hai carisma, un fuoco inesauribile dentro che ho percepito subito. Mi hai sconvolto l'esistenza in poco tempo, ma mi hai sempre chiesto il permesso. Nessuno lo aveva mai fatto prima d'ora. Hai aspettato e rispettato i miei tempi. Vorrei dirti tante cose e vorrei scoprirti passo dopo passo se mi concedi di stare al tuo fianco". Dissi queste parole d'un fiato, come se fossi riemersa da uno stato di apnea troppo prolungato.
"Me lo chiedi pure? Ti sto solo aspettando Vi", ribattè stringendomi la mano.
Quella sera la passammo così, senza piani concreti. Solo io e lui, abbracciati dentro la caffetteria.

"Ti accompagno a casa", disse guardando l'orologio.
"È tardi e non voglio scombussolarti i piani per lo studio di domani", aggiunse prendendo il mio cappotto e posandolo sulle mie spalle.
Sorrisi alla delicatezza di quel gesto e lo seguii in macchina.
La sua presa sul volante era decisa, ma una mano scivolò sul mio ginocchio stringendolo di tanto in tanto.
Arrivati a destinazione mi aiutò a scendere dalla macchina.
Lo ringraziai per la serata e per le dolci parole...mi aveva regalato una delle sue versioni più pure quella sera e non potevo esserne più grata.
"Se domani riesco faccio un salto in studio a salutarti, così passiamo un po' di tempo insieme", dissi guardandolo tramite la luce fioca del lampione.
Con ancora la Coca Cola avanzata in mano, mi sorrise e mi diede un bacio: casto, ma denso di amore.
"Non vedo l'ora di passare del tempo con te domani", disse poi.

Il mattino seguente lo passai a finire di sistemare vari appunti, mettermi in pari con lo studio e stare un po' con Valentina prima di passare da Mirko.
"Hai intenzione di dirgli che stai scrivendo una canzone tutta tua?", mi chiese la mora appoggiata al bordo del mio letto.
"Sicuramente quando avrò già abbozzato qualcosa di sensato...vorrei tanto cantare con lui, ma non credo sia possibile"
"Perché lo dici?"
"Perché lui è già conosciuto e non penso potrebbero mai approvare un duetto con una mezza cantante fallita come me", dissi.
"Certe volte sei proprio assurda, ti sottovaluti come niente. Perché non provi a chiedere?"
"Mh, proverò...ma non sono molto fiduciosa"
"E con Mirko come sta andando?"
Mi fermai a riflettere per poi rispondere.
"Credo bene, ci stiamo conoscendo poco a poco e sono curiosa di sapere che tipo di persona sia fuori dal contesto musicale"
"Sei spaventata?"
"Tanto. Ma non la lascerò vincere sta volta. La paura mi ha portato via troppe occasioni"
Valentina sorrise soddisfatta a quelle mie parole.
Dopo qualche ora di chiacchiere, mi incamminai verso lo studio.
Appena entrata lo vidi intento a sistemare le sue cuffie, assorbito dalla musica che filtrava da esse e con gli occhi chiusi.
Era uno spettacolo.
Aspettai finisse di cantare e da fuori la cabina lo salutai timidamente.
Lui uscì velocemente, mi diede un bacio e mi fece strada verso il salottino.
"Credevo venissi prima amore, per questo mi sono messo a registrare qualcosa", disse.
Mi soffermai su quelle parole, dette per la prima volta senza vena ironica tra noi.
Suonavano davvero bene, come del resto tutto quello che usciva dalla sua bocca.
"Hai ragione, ma mi ero accorta che avevo finito tutto il cibo in casa e dovevo fare la spesa. Odio la fila dell' Esselunga, giuro che mi snerva"
Rise sonoramente alla mia affermazione e condivise in pieno il pensiero.
"Che cosa registri?", chiesi incuriosita
"Un nuovo pezzo...in realtà sono molto incerto, non so nemmeno se continuarlo. È come se mancasse qualcosa, ma non so bene cosa"
"Ti va di farmelo sentire?", domandai esitando un poco.
Annuì e senza fretta prese il telefono per far partire la base

L'anima è un bicchiere, puoi svuotarlo e riempirlo, passo dall'essere artista a umano dietro le quinte. Se l'occhio vuole la sua parte, recitare è eccitante...te che ci fai con la maschera?

Si interruppe improvvisamente
"Vedi..non so come continuare. Ho un ritornello e basta, niente più"
Riavviò la base portandola più avanti

Posso sbagliare ma, posso sbagliare ma
adesso lasciami andare e dimenticare il passato
non posso cambiare ma, non posso cambiare ma
posso trovare luce nel buio della città. Tutte le volte che vuoi facciamo finta che non ci importa poi ridiamo con la voce rotta, nascondiamo i dispiaceri mentre il vento sfoglia il giornale di ieri

"E poi basta. Blocco totale", disse sconfortato passando una mano tra i capelli.
"È molto bella, mi piace"
"Sei sicura?", mugugnò incerto
"Riavvia la base, canta il tuo pezzo e quando è il turno del ritornello fallo senza saltare direttamente a quel punto"
Mi guardò dubbioso.
"Tu fallo", risposi al suo sguardo.

R: L'anima è un bicchiere, puoi svuotarlo e riempirlo, passo dall'essere artista a umano dietro le quinte. Se l'occhio vuole la sua parte, recitare è eccitante...te che ci fai con la maschera?
V: Io che perdo la pazienza all'Esselunga mentre mangio dal sacchetto all'ora di punta.
Non voglio più guardare l'ora, dimenticarmi dove sono
R:Posso sbagliare ma, posso sbagliare ma
adesso lasciami andare e dimenticare il passato
non posso cambiare ma, non posso cambiare ma
posso trovare luce nel buio della città. Tutte le volte che vuoi facciamo finta che non ci importa poi ridiamo con la voce rotta, nascondiamo i dispiaceri mentre il vento sfoglia il giornale di ieri
V: Facciamo come vuoi, come se fosse la prima volta noi, sotto i lampioni con la luce fioca, si sgasava la Coca, dormivamo in piedi e tu che sorridevi

Mirko interruppe la musica estasiato.
"Tu...come, cosa, come hai fatto?", chiese stupito
"Ho scritto qualcosa in questi giorni", risposi imbarazzata
"No ma dico, sembra incastrarsi perfettamente con quello che ho scritto io. Stavi pensando a-"
"A noi" dissi interrompendolo
"Al nostro primo incontro, alle notti in bianco in studio e alla Coca Cola che amo tanto", aggiunsi sorridendo.
"Ti amo, da impazzire", disse con gli occhi lucidi.
Ed ecco che il bacio che gli diedi fece presto a trasformarsi in qualcosa di più passionale.
Bramavo le sue labbra in quell'istante, la sua presenza era diventata il fulcro della mia attenzione.
Mi strinse a sè il più possibile, c'intendono i fianchi con le sue mani e senza fiato disse "Mi stai facendo perdere quel briciolo di controllo rimasto"
Sorrisi tra un bacio e l'altro.
Saremmo stati davvero un bel duo anche nella musica

Suona per meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora