Tutto è immobile!!

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Due barche. Una casa in montagna nel Montata. Una catene d'industrie che prima o poi erediterà dal nonno. Un cane di nome Argo , un pastore tedesco dal pelo liscio e marrone, che al momento sta crescendo sua sorella e sua nipote. Ah e una Ferrari, che non usa mai perché la macchina su cui viaggiamo va più che bene per lui. Certo. Uno ha una Ferrari e non la usa, come avere internet e poi fare ricerche sull'enciclopedia Treccani che si ha in casa stipata in chissà quale libreria. Ho saputo più cose di lui in viaggio di 40 minuti, che in tre mesi che lo conosco. Io a confronto sembro una poverella senza dimora , se non fosse per i due pesciolini rossi che albergano della mia stanza e una madre perennemente in ansia.

Ian possedeva un sacco di cose. Ma non aveva un padre, morto con un male incurabile. Non aveva uno sport da vedere la sera incollati alla tv con una bustona di pop corn. Non aveva un cantante preferito. Sua mamma l'aveva cresciuto in una bolla di cristallo, era infatti diventato psicologo perché era il suo sogno. Ma di sogni suoi, lui non me ne ha mai parlato.Tempo dieci minuti e cadono come pere cotte nel sonno più profondo.

-Ian quanto tempo ci manca per arrivare?-

-Almeno altre due ore Sky, perché?-

Mi sto complicando la vita e non ho nemmeno il mio grillo con cui parlare. Oggi gli ho dato la giornata libera. Vedo gli alberi scorrere e la mia vita fa lo stesso. Va avanti, come deve essere, sono io quella ferma. Quando alla radio passano Adele con Turning Tables alzo il volume, rischiando di far svegliare i bambini. Ma la adoro. Letteralmente. Ed inizio a cantarla. Non ho vergogna di cantare davanti a lui, anzi mi diverte. Gli sorrido e lui ricambia.

-Dai vecchietto, canta che ti fa bene. –

-Vecchietto a me? Come hai osato?-

E rido, rido che a momento mi si smonta la mascella. Neanche ricordavo che si potesse ridere così.

-Siamo arrivati. Ciurma si scende!-

Se penso che la barca più grande che ho visto è una barca a vela di un amico anni fa, adesso mi sembrava una barchetta telecomandata in un lago a vedere quella di Ian. Grande è dir poco. Maestosa forse ci azzecca di più. Possiamo essere rapiti da pirati fantasmi, o spappolati da una piovra gigante. Quindi speriamo che almeno sappia guidare questo coso enorme. Ci spingiamo al largo, mi giro e mi rigiro e vedo solo mare..

-Ehm... Ian?-

-Dimmi Anika.-

-Perché hai gettato quella cosa enorme nell'acqua?-

-Si chiama ancora Anika, serve per non far muovere la nave da qui. Sai le correnti trascinano la nave a largo e chissà dove finiremmo se non la usassi.-

-Ma non credi di uccidere molti pesci con quella cosa?-

-No stai tranquilla, sono molto veloci.-

Passarono circa una mezzoretta a discutere del mare, dei pesci, di chi morde e chi no. Con la conclusione che prima o poi prenderanno un pesciolino rosso. Mia madre aveva pensato che due pesciolini rossi mi aiutavano a sentirmi meno sola. Inutile dire che queste teorie non sono infondate. Quando mi raggiunge lo capisco dal suo profumo. E' così forte che prima arriva la scia di profumo e dopo lui.

-A cosa pensi?-

-A te- Rispondo. Vediamo come reagisce il dottorino.

-Perché mi pensi?-

-Perché sei diventato importante, e questa cosa mi spaventa.-

-Non dovrebbe Sky e mi dispiace. Non avevo intenzione di mettere più confusione di quanta già ce ne sia nel tuo cervellino.-

-Non è del mio cervello che dovresti preoccuparti Ian.-

Se solo potesse, il mio cervellino mi affogherebbe qui all'istante pur di evitarmi di fare cazzate.

-Io....-

-Tuffiamoci Ian. Sei troppo noioso. Devi pur divertiti in qualche modo.-

-Ma tu sei pazza.-

-Si Ian, fattene una ragione.-

E mi tuffo. Splash. Acqua nelle orecchie, nel naso. Ma quel blu e quella leggerezza sono impagabili. Splash di nuovo. Si è tuffato. Lo raggiungo e mi mantengo a lui con le mani sulle spalle. E lo guardo. Blu come il mare e blu come i suoi occhi. Rosso come le mie guance alla sua vicinanza. Verde come il pesciolino che ci sta accarezzando. Rosa come la mano che gli poggio sulla guancia. Viola come le labbra che vorrei baciare. Siamo così vicini. Forza Ian. Io la tua ancora e tu la mia. Non affonderemo lo prometto. E lo bacio. Lo bacio come se mi mancasse l'ossigeno e dovessi rubarlo da lui. Come se fosse l'ultima cosa che faccio.

-Sky io....-

Quegli occhi blu trasmettevano terrore. Lo avevo bloccato, imbalsamato. Per la prima volta faccio qualcosa che il mio cuore desidera e poi vedo la sua faccia e lo prenderei a sberle da qui fino al ritorno a casa.

-Sì, Ian, ho capito.-

Sono arrabbiata. Ma con me stessa. A saperlo davo retta a al grillo e me ne stavo a casa mia. Mi scende una lacrima ma non si nota, e quando risalgo sullo yatch mi chiudo in camera nel mio silenzio. Quando ritorno da loro per il pranzo, indosso la maschera della felicità, questi bambini non hanno bisogno di vedermi così, in fondo è per loro che siamo qui. Perché io da domani ci lavorerò con loro. E lavorerò per Ian. Tutto qui.

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