Capitolo 3 Il ragazzo con il muco al naso

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Daniele

Non dimenticheró mai quei giorni in cui Luna mi aiutava.

Io non ero di certo bello,ero basso,grasso,avevo gli occhiali, l'apparecchio e i miei maledetti capelli ricci color carota spiccavano e mi facevano sembrare afro.

Mi ero appena trasferito nella nuova cittá con Mamma e i miei 3 fratelli, e ho dovuto cambiare anche scuola.

Era giá Gennaio quindi tutti avevano degli amici, io non avevo nessuno ed i bulli della classe mi presero di mira già da subito per il mio look ed il carattere timido e debole..

Ogni giorno il mio banco spariva oppure aveva scritte offensive ed ero costretto a cercarlo in tutta la scuola.A volte non riuscivo nemeno a trovarlo e così per la vergogna mi nascondevo sotto il lavandino del bagno della scuola.

Ma non solo loro mi trattavano male,anche le ragazze della mia classe si divertivano ad attaccare gomme o brutti messaggi ai miei capelli e nascondermi gli occhiali spessi e rotondi.

Un giorno, quando alcuni ragazzi mi avevano chiuso a chiave nell'armadietto della maestra, senza pantaloni e scarpe, qualcuno venne a liberarmi, proprio quando pensavo che nessuno sarebbe venuto.

Per la troppa luce non riuscii a vederla bene, ma capii che era una ragazza con tanti libri in mano, e che aveva un sorriso gigantesco.

«Oddio! Cosa ci fai qui?!»

Ero senza pantaloni ed il mio naso colava tantissimo, e senza pensarci, scoppiai in un lungo pianto.

«Tieni! Mettiti questo!»

La ragazza dai capelli corti e dal lungo sorriso mi diede un paio di pantaloni dalla sua cartella.

«Sono della mia tuta,prendili.»

«G..Gra..Grazie..!»

Presi i pantaloni grigi e continuai a piangere a dirotto mentre la ragazza si giró dall'altra parte leggermente imbarazzata.

«Uffa! Smettila di piangere! Sei un ragazzo no? I ragazzi non piangono!»

Io annui e mi infilai quei piccoli pantaloni che mi andavano lunghi.

«Grazie...Sei un supereroe!»

La ragazza si giró stupita verso di me,riuscivo a vederla meglio, aveva degli occhi grandi color verde chiaro.

«Un supereroe?»

Io annui.

«Un supereroe che mi salva!»

La ragazza riprese il suo enorme sorriso.

«Allora io sarò il tuo supereroe!»

Da quel giorno,ogni volta che mi prendevano in giro o mi picchiavano,quella ragazza li rincorreva e li prendeva a calci.

Non eravamo nella stessa classe quell'anno, ma quello dopo diventammo vicini di banco.

Si chiamava Luna,ed era sempre sorridente e forte.

Luna«Quando ti viene voglia di piangere, pensa ai fiori!»

Mi disse un giorno Luna, dopo aver pestato per l'ennesima volta dei bulli.

Io«Fiori?»

Luna«Si, anche se fa freddo,se li pesti, se li spezzi o non li annafi, non importa cosa fai ai fiori, loro non piangono mai! »

Io« Ma i fiori appassiscono...»

Luna«Ricordati anche questo! Non devi mai piangere, proprio come un fiore, ma non devi neanche rimanere solo, per non appassire!»

Io«Quindi devo farmi degli amici?»

Luna mi diede un piccolo fiore giallo, preso nei paraggi, con un grande sorriso.

Luna«Esatto, Dani!»

Io presi quel fiore, che conservo ancora in un libro.

Da quel giorno mi sono ripromesso che non mi sarei piú fatto proteggere da lei, perció iniziai a correre per il viale, vicino casa mia ogni sera, e scoprii che correre era una delle poche cose che sapevo fare, e lo amavo.

Quella frase risuona di continua nella mia testa, ed ogni volta che mi viene voglia di piangere penso a lei.

Dopo la figuraccia fatta mentre la accompagnavo ,rientro in casa dove mi accolgono i due gemmelli : Marco e Mario, e mio fratello maggiore Fiorello che stava cucinando la cena.

Fiorello«Oh Daniele! Già di ritorno!

Io«Vado un attimo a portare Micio.»

Dico mettendo il guinzaglio al mio labrador, Micio, per poi uscire di casa.

Inizio a correre, nonostante il freddo di Novembre.

La scuola di Luna è una scuola prestigiosa, quindi per poter farci parte, mi sono impegnato come non mai, per poterla vedere di nuovo.

Mi fermo un attimo, spaventando Micio che ci stava prendendo gusto nel correre con me.

Io« Hey, Micio...Non credi che Luna sia cambiata?»

La risposta di Micio é una specie di miagolio, che mi fa sorridere.

Io«Non preoccuparti! Certo che la amo! É meravigliosa!»

Faccio una piccola pausa.

Io«Tanto lo so, non importa cosa, lei sarà sempre un'eroina.»

Finita la passeggiata torno a casa , dove Fiorello ha già finito di preparare la cena.

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