Capitolo 1: "Il consiglio studentesco"

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Sayaka é una studentessa dell'Accademia hakkaou. Questa Accademia è una scuola prestigiosa, dove gli studenti giocano d'azzardo ovunque: in mensa, nei corridoi, nei bagni. É l'obiettivo di tutti: vincere e, se possibile, farsi un mucchio di soldi. Sayaka Igarashi, ragazza diciassettenne dai capelli scuri, precisamente color mirtillo, legati sempre in una coda laterale da un fiocco bianco. Ha un atteggiamento timido e fa parte del consiglio studentesco. Il consiglio era il club con più incarichi: riunioni e soprattutto prendere le decisioni più importanti per l'istituto. Non spettava di certo alla ragazza corvina questo incarico. Era Kirari momobami, preside del consiglio, perciò capo di tutto. Era egocentrica, forse pazza a volte, la ragazza per la quale la bluette ha una cotta fin dalle scuole medie. La gonna le stava un po' piccola, come del resto l'uniforme in sé. Ormai l'avevano notato tutti, ma lei diceva: "non devo vergognarmi di certo di come la sorte ha deciso di crearmi".
Era la persona più forte e sincera che Sayaka avesse mai incontrato, con quegli occhi azzurri, che sembravano un mare in burrasca, con quei suoi capelli bianchi quasi biondi, legati sempre in due trecce che formavano una forma circolare.
Era alle medie quando la più grande chiese alla sua amica di farle delle trecce. Da lì le faceva ogni giorno, o meglio, era Sayaka a fargliele. Sapere che quella sua bellezza era in parte merito della ragazza, la faceva sentire importante, anche se la corvina è sottomessa da quest'ultima.

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Sayaka's pov:
Oggi, durante la riunione del consiglio studentesco, la mia cara Kirari ha dichiarato l'imminata espulsione della ragazza nuova, ormai frequentava l'istituto da mezzo anno, ma aveva causato più disperazione di quanta ne avessero mai creato i giocatori migliori dell'Accademia.
Fui d'accordo con lei, ovviamente. Non perché mi piacesse (forse) ma perché Yumeko Jabami, la nuova studentessa, era pazza da legare. Più pazza di Midari forse.
Kirari: ma devo ammettere che Yumeko è interessante come persona...
Solo stando a sentire i complimenti rari che Kirari faceva alle altre persone, sentivo come una fitta al cuore. Essendo innamorata di lei da anni, non riesco a vederla in una possibile relazione se non con me. Forse sono pazza, ma di lei.
Sayaka: c-che intendi, senpai?
Dissi con un tono leggermente infastidito.
Kirari: dico solo, cara assistente, non è giusto espellerla senza darle un ulteriore possibilitá.
Disse, guardandomi negli occhi.
Distolsi lo sguardo, guardando per terra.
Midari: cosa intende fare? Yumeko è troppo per questa scuola, MI ECCITA SOLO IL PENSIERO DI SFIDARLA UN ALTRA VOLTA!
Kirari: calmati, Midari. Vorrei sfidarla io, essendo il capo del consiglio.
Ririka: penso s-sia una buona idea, presidentessa Momobami.
Si giró verso di me, accennando un sorriso e porgendoli un foglietto preso dal taschino della sua giacca, tenendolo tra l'indice e il dito medio.
Kirari: scrivi a Yumeko, e fai che le arrivi in fretta.
Annuii, andando a scrivere.
Se non posso essere io la sua assistente, allora non lo sarà nessuno. Sono troppo fedele alla presidentessa per lasciarla andare.
La verità, è che odio il gioco d'azzardo. Ma sapere che la ragazza alla quale ambisco lo ama, mi fa desiderare di affiancarla pure in ciò.
Recapito la lettera a Jabami,, la odio solo perché ha attirato l'attenzione della presidentessa e ciò mi urta particolarmente.
Non mi farei problemi a smentirla durante la partita, se non fosse che la ragazza aveva tecniche di gioco insuperabilmente impeccabili .
Neanche un errore, nessuno distrazione. Sembrava come una bambina in un negozio di giocattoli. Più la posta in gioco si alza, più la ragazza è decisa a puntare più soldi anche fino a rimanere al verde e diventare una gatta domestica.
L'unica a poterla superare è di certo Kirari, ne sono certa. Quella patetica puttanella non avrà nessuna speranza contro la presidentessa.
Serrai la mascella, consegnando la lettera a Rei Batsubami, con l'incarico di recapitare la nota a Yumeko.
Preparati Yumeko, perché lascerai presto la scuola in modo che solo io potró essere d'aiuto alla presidentessa Momobami.
La giornata passó velocemente, come al solito prima di tornare a casa passai per l'ufficio di Kirari, per ritirare fogli e per darle la "buonserata".
Entrai, un po' imbarazzata, lei era seduta sulla sedia a scrivere chissà cosa.
Sayaka: buona serata, senpai.
Girai i tacchi e mi diressi verso la porta.
Kirari: ehi, hai da fare stasera?
Sayaka: mh? No cioè non ho nulla di particolare da fare. Perché?
Kirari: hai presente la festa tradizionale di questa sera? Ci saranno anche i fuochi d'artificio.
Sayaka: si, vero. Me ne ero completamente dimenticata.
Kirari: mi farebbe un piacere immenso se mi accompagnassi...
Mi disse mordendo l'estremità della penna con sguardo provocante.
Sayaka: certo, senpai. Ci saró.
Dissi con fierezza, anche se dentro stavo esplodendo di gioia.
Kirari: in fondo sei la mia assistente, non è così, Sayaka?

Rabbrividii.

Una senpai in teoria non poteva chiamare una kohai col proprio nome, ma lei lo aveva fatto.

Perché?

Sayaka: senpai...
Kirari: scusami infinitamente, non era mia intenzione infastidirti chiamandoti in questa maniera...
Sayaka: ma a me non ha dato fastidio.
Alzó il capo, e mi persi di nuovo in quell'oceano meraviglioso che rispecchiavano i suoi occhi.
Kirari: allora credo che con te potró fare un eccezione. A stasera, Sayaka.
E dopo questa frase lasciai definitivamente la stanza.
Per lei ero solo un assistente? Forse ci sono altre cose che pensa di me. Spero non mi faccia illudere come hanno fatto tutti nella mia vita.
Andai a casa felice, perché avrei passato una serata con la donna del mio cuore.
Mi preparai mettendomi il mio kimono, aveva dei ricami di filo blu, cuciti a mano da mia nonna, ormai defunta da 4 anni.
Uscii di casa, mi aspettavo di dover andare io sotto casa di Kirari, ma fu lei a sorprendermi facendosi trovare sotto casa mia.
I ciliegi erano in fiore e delicati petali rosa riempivano le strade.
Ma tra tutti quei petali il più bello era la ragazza che avevo di fronte a me.
Aveva un kimono stupendo, blu come i suoi occhi e bianco.
Kirari: ci rivediamo, Sayaka.

Kirari: ci rivediamo, Sayaka

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Sorrido.

Devo ammettere che mi piace quando mi chiama così, mi sembra di avere un privilegio che costei riserva solo a me.
Kirari: sei davvero bella vestita così.

Arrossii.

Sayaka: pure tu, senpai.

Mi prese la mano, e iniziammo a camminare verso il culmine del mitsuri, una festa tradizionale celebrativa che si svolge ogni anno in primavera.

Pensai di intrecciare la sua mano alla mia, ma rifiutai quell'idea. Insomma, oggi il nostro rapporto aveva fatto passi da gigante, ma se cedessi ora, probabilmente perderei già in partenza.
Incontrammo proprio tutti: Manyuda, Midari, Yumemi, Runa e Yuriko.
Kirari/Sayaka: buonasera!
Kirari lo disse non staccando la mano dalla mia, quel gesto mi fece sentire speciale.
Più avanti incontrammo anche Yumeko, anche lei mano nella mano con Saotome. Spero stiano insieme, tanto la presidente è già mia.
Loro due erano seguiti da Sumeragi e Suzui.
Kirari: Yumeko, ma che piacere! Hai ricevuto l'invito alla sfida?
Yumeko: si, assolutamente! Sono così eccitata di sfidarla, presidentessa Momobami.
Kirari: mi fa piacere. Ora ti saluto.
Così rimanemmo ancora una volta sole. Si fa per dire, era pieno di gente ma sentivo solo la presenza di Kirari.

She's a lady [kirari x sayaka]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora