Rapimento

119 7 3
                                    

Come ogni giorno, la segretaria, non avendo molto lavoro sa svolgere, si limava le lunghe unghie mentre masticava una chewingam (nn so se si scrive così).
Però quella mattina, con gran stupore, si vide apparire davanti un giovane uomo.
Era più alto della media, portava capelli neri, lunghi fino a metà schiena e racchiusi in un laccio. Pelle chiara e occhi neri come l'inchiostro. Vestito interamente di nero.

Seg:”Cosa posso fare per lei?” esponendo il suo miglior sorriso, nell'intento di attirare la sua attenzione.
Uomo:”Sono qui per parlare con il Direttore.” con voce incolore senza dargli la minima importanza.
Seg:”Di chi devo dire?” mentre prendeva su il telefono.
Uomo:”Itachi Uchiha”
Seg:”Attenda per favore” e gli fece segno verso le poltrone che si trovano li all'ingresso. “Direttore, c'è il Sig. Uchiha! ... Ok!” e mise giù il telefono.
Seg:”Prego. Il direttore lo attende.” e gl'indicò la porta alla sua sinistra.
Ita:”Grazie” e alsatosi, si diresse verso la porta dove dall'altra parte lo attendeva la persona più importante del Rasengan SpA, un'azienda d'informatica.

Una volta dentro...
Dir:”Allora Itachi, cosa ti porta da queste parti?” fece una voce sconosciuta, dall'altra parte della scrivania. Seduto comodamente in una poltrona di pelle, girevole. Girato verso le vetrate, da dove si vedeva il parco sottostante.
Ita:”Voglio sapere perchè non gliel'hai detto? Non sai che per colpa tua è da tre giorni che rimane chiuso in camera sua! Non vuole più uscire ne vedere nessuno!.”
Ritornando al suo posto originario, rispose al suo intelocutore, poggiando in contemporanea, le mani unite, sotto il mento.
Dir:”E tu!? A quanto pare non gli hai detto che appartieni all'organizzazione “Nove Code”, colloro che combattono contro l'Akatsuki.! E che il Rasengan SpA è solo una copertura per non farci trovare dalle forse armate di tutto il paese.”
Ita:”...” non sapeva cosa dire. Quelle parole l'avevano zittito.
Dir:”e presumo quindi, che non abbia ancora scoperto il tuo tatuaggio. L'intreccio di 8 code, il sinbolo che rappresenta il grado più alto nella nostra organizzazione.”
Ita:”infatti. Però questo non spiega il tuo comportamento, Naruto! Se lo ami, come io presumo, faglielo sapere. Oppure te ne pentirai più avanti.” era tornato dritto, ma la voce faceva capire che era molto arrabbiato.
Na:”rischierei solo di metterlo in pericolo. Ed è una cosa che non voglio. Per questo che ho sopresso i miei sentimenti nei confronti di tuo fratello. Se sta con mè rischia di sofrire ancora di più sopratutto se rimanessi ucciso in una delle mie battaglie. Preferisco che sofra adesso che dopo e che col tempo mi dimentichi.”
Ita:”Sai anche tu che non sarà così facile. Per lui sei il suo primo vero amore. Dopo di te sono sicuro che non troverà nessun'altro a cui donare il suo cuore. Resterà con quel dolore per tutta la vita.” intrestendosi.
Na:”...!”
Ita:”Se adesso credi che vada bene cosi, accetto la tua decizione. Ma vorrei che ci ripensassi. E lo dico sopratutto per te.” dopo ciò, usci dalla stanza. Lasciando Naruto a riflettere.
Na:-Non so più cosa fare. A chi posso chiedere consiglio?......... forse posso chiedere a loro. Sperando che non mi masacrino prima.- ed usci anche lui dall'ufficio.

Qualche ora più tardi...seduto comodamente, con una tazza di te al gelsomino racchiusa tra le mani, stava attendendo un consiglio. Aveva raccontato tutto alle due persone più importanti della sua vita, naturalmente dopo che aveva conosciuto Sasuke, erano andati al secondo posto, ma per lui, parlare con loro era stato sempre istruttivo.
Oltre che essere i suoi zii, Tsunade, la dottoressa più importante di Tokyo e Jiraya lo scrittore più famoso, erano i suoi padrini.
Dopo la morte dei suoi genitori, lui e sua sorella Naruko, erano stati presi sotto le loro ali.
Sono cresciuti con sani principi. Ricoperti d'amore e d'attensione.
Inoltre da quando aveva formato la sua organizzazione, loro erano stati i primi a saperlo. Certo, all'inizio erano contrari come qualsiasi genitore ma poi capendo le sue idee e convizioni, l'avevano appoggiato. Avevano paura ma accettavano tutto. Anche l'ultima notizia. Sapevano già della sua omosessualità, ma innamorato e che non aveva accettato l'amore del ragazzo, li aveva mandati sotto-shock.

Nove code Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora