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"Qualcuno la vada a riprendere...Silente lo verrà a sapere" disse il professore.

"Vado io signore" esclamò Blaise, che però venne subito portato indietro dal cappuccio della tunica che Piton gli tirò bruscamente. "Non ti muovere da qui"

Poi si voltò, e diede un'occhiata agli studenti uno a uno, indeciso su chi fosse più adatto per andare a riacchiappare la ragazza. Secondo il suo modesto parere, quella persona doveva essere rassicurante e tranquilla, convincente e in grado di saper ascoltare. 
Doveva riuscire a ritrascinarla sulla giusta strada, sulla buona educazione e sicurezza di sé stessi.

"Potter?" propose. "Devo andare io?" domandò poi Harry, già pronto ad alzarsi.

Solo che, gli occhi di Piton caddero accidentalmente sull'amico affianco a Potter: Weasley. Lui sarebbe stato un perfetto aiutante, col suo modo di fare riuscirebbe a costringere Christal a seguire il suo esempio. Sarebbe stato dolce, carino e simpatico, per poi aiutare nel momento giusto. Anche se impaccione e timido, seguendo la logica di Severus, Ron avrebbe potuto tirare il suo miglior lato pieno di orgoglio e coraggio proprio in certi casi, dove aiuterebbe chiunque ad inseguire i propri ideali, e a risolvere insieme i problemi.

Con il suo carattere sarebbe riuscito a far credere a Christal di essere superiore a lui, e adesso ditemi, esistono Serpeverde che accettano di essere messi al secondo posto? Smith non avrebbe fatto altro che seguire il suo esempio, cercando di superare chiunque, di ottenere il maggior successo.

"Weasley. Vai tu" esclamò.

Ron spalancò gli occhi: lui?! Perché proprio lui?! Si chiedeva come un timido e spacciato come lui avrebbe potuto competere con una tosta e scorbutica di prima categoria. Che cosa avevano in comune che fece scattare la scintilla al professore? Cosa? Secondo lui potevano davvero combaciare due caratteri così diversi? Che poi a Weasley neanche piacevano le lezioni di pozione, quindi al massimo avrebbe seguito più l'esempio di Christal.

"I-io signore?" borbottò il Grifondoro, mentre il suo viso si colorava di rosso, proprio come i suoi capelli. "Sì"

Ron si guardò intorno un'ultima volta, e Harry gli lanciò un sorrisino divertito ed incoraggiante, prima che si alzasse dal suo posto e raggiungesse lentamente il professore, guardando in basso e sentendosi osservato da tutta la classe. Poi alzò il capo, guardando spaventato negli occhi il professor Piton.

"V-vado" disse infine, iniziando ad incamminarsi verso la porta. 

"Weasley" pronunciò un'ultima volta Severus. "Sii convincente" 

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Christal entrò nella sala comune Serpeverde, e la prima cosa che le venne in mente di fare fu gettare i libri per terra, e vedere le pagine ammassarsi e stropicciarsi, quando avrebbe voluto solo buttarli nel cestino e non aprirli mai più: tutte quelle formule di pozioni non le interessavano proprio. 

Si sedette a braccia incrociate sul divano, circondata dal silenzio assoluto, dalla solitudine, dalle luci verdi delle lampade, dai muri rappresentanti i miglior Serpeverde che si rispettino. E mentre quelle persone lottavano per qualcosa di ben più importante delle stupide lamentele di Smith, lei non cambiava comunque la sua opinione per niente al mondo.

Era testarda, forse fin troppo, un professore di pozioni non le avrebbe di certo manipolato la mente, cercando di farla ragionare come si deve. E poi, venti punti in meno per aver fatto ritardo alla lezione. Chi si credeva di essere, l'insegnate di difesa contro le arti oscure? Nei suoi sogni. Anche se verrà poi nominato in seguito, ma questa è un'altra storia.

Intanto, un ragazzo dai capelli rossi camminava orgogliosamente per tutta Hogwarts, seguito dagli sguardi straniti di tutti quelli che si ritrovava di fronte, che si chiedevano cosa ci facesse a quell'ora gironzolando per la scuola.

Il suo passo era svelto, aveva un'andatura decisa che faceva invidia, tanto che Harry la trovava scherzosamente "sexy", cosa che a Ron faceva molto piacere. Sì, poteva sembrare il timido di turno, ma cavolo, quando voleva era proprio attraente e carino.

Piton gli suggerì di andare a vedere nella sala comune Serpeverde, facendogli dare la parola d'ordine dai quadri sotto sua visione, questa poi sarebbe stata cambiata la sera dello stesso giorno. Così, con l'affanno ed il fiatone, arrivò nel luogo prestabilito: i sotterranei.

"Certo che proprio a me doveva mandare" sbuffò.

Quei corridoi bui ed inquietanti, che quasi a Weasley mettevano paura. Si chiedeva come cavolo facevano le serpi a trovare il coraggio di percorrerli tutti i giorni, beh, semplice, abitudine. O pure se ne andavo in gruppetti di due, quattro, o preferibilmente in tre. Gli amici per loro erano la vita, soprattutto se la tua famiglia non ti dava retta o non ti capiva, nel caso di Smith.

Poi la sua espressione si fece pallida quando davanti ai suoi occhi apparve il quadro ridotto in mille pezzi, ormai paralizzato, mentre i dipinti accanto piangevano dispiaciuti e terrorizzati dall'accaduto. "Chi è stato?" chiese avvicinandosi coraggiosamente.

"Una ragazza" singhiozzarono. "Una Serpeverde dai capelli castani...quella lurida maleducata, ce la pagherà cara!" 

Weasley, senza aggiungere altro, corse subito verso la sala comune, trovandosi davanti ad una porzione di muro in pietra, e convinto che quella fosse l'entrata pronunciò la parola d'ordine, ed improvvisamente il muro scivolò di lato, lasciandolo entrare. Prese fiato, e varcò la porta, trovandosi in una sala cupa, dove dal soffitto pendevano lampade verdastre, e c'era il camino acceso che illuminava un po' tutto, decorato dalla stupefacente scultura di un serpente.

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"Un Grifondor-...CHE CI FAI QUI?!" sobbalzò Smith, alzandosi immediatamente dal divanetto.

"Ascoltami, mi ha mandato Piton" rispose Ron, cercando di fare il tosto. "Torna in classe...o quello ti ammazza!"

"Vorrei prima spiegazioni su come cavolo sei riuscito ad entrare qui" aggiunse Christal, che prese e se andò.

"H-hey, aspetta"

Subito Weasley corse verso di lei, e senza rendendosene conto l'afferrò per un polso con lo stesso atteggiamento che aveva con Hermione. Smith non poté fare altro che voltarsi, concedendogli i suoi occhi nocciola, che ancora per una volta incrociarono quelli del ragazzo. Ron rimase paralizzato, era convinto di aver commesso la sua ennesima figura di merda, e la voce gli si bloccò in gola, non sapendo più cosa dire.

I suoi occhi spalancati comunicavano perfettamente la sua vergogna, mentre ingoiò la saliva come se avesse paura, e il silenzio tombale regnava nella sala comune. Lei invece percepì tutto, già dalla maniera in cui il rosso gli afferrò involontariamente il polso, per questo volle aspettare la sua risposta, curiosa di sentire la cavolata che le avrebbe sparato.

Labbra serrate e immobili, sembrò come se il tempo fosse stato bloccato, e la voglia di Christal di tirargli un ceffone si stava elevando sempre più, quando dopo qualche secondo che Ron visse nella vergogna più totale, le lasciò timidamente il polso guardando in basso, per poi tossire un paio di volte: "Per favore..."




||ANGOLINO AUTRICE|| 

Penso che questa storia durerà più del dovuto. Sorry

Che carino panzerottino bellino quando si intimidisce UWUWUW

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Che carino panzerottino bellino quando si intimidisce UWUWUW.

- Angy

𝐈𝐥 𝐝𝐞𝐬𝐭𝐢𝐧𝐨 𝐡𝐚 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐮𝐚𝐥𝐢𝐭𝐚̀ || 𝑹𝒐𝒏Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora