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"Forse gli piace stare da solo, vuole trovare una strada diversa."

La spiaggia di Montrose Beach, non era solo uno dei posti prediletti dai turisti che venivano a visitare Chicago, era un posto prediletto per raccogliere i pensieri. Soprattutto in autunno.

2 Ottobre 2012

Era arrivato l'autunno a Chicago e due figure, che splendevano di felicità, si inquadravano sulla riva di Montrose Beach, erano Margaret e Nicole.

"Mamma, stanno arrivando" Nicole indicava il cielo, nella stagione autunnale su quella spiaggia arrivavano numerosi uccelli migratori, nel cielo si muovevano a schiera, compatti, seguivano la scia. Questo affascinava tanto Nicole.

"Guarda tesoro, uno di loro si è poggiato su quel tronco". Disse Margaret alla sua bambina, indicando il piccolo uccello che si era distaccato dal suo stormo.

"Ora si sentirà solo senza i suoi amici uccelli" Disse rattristata la bambina.

"Forse gli piace stare da solo, vuole trovare una strada diversa". Concluse la madre di Nicole, alzandosi dalla sabbia, prese per mano la bambina e continuarono la loro passeggiata.

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2 Ottobre 2020

Questa spiaggia sembrava sempre più diversa, non si vedevano più i tanti uccelli migratori che un tempo ammiravo con mia madre, e la spiaggia era sempre più affollata, i miei pensieri come le persone sempre offuscavano la mia visuale.
Quel giorno, sulla sabbia, piansi, tanto.
Pensavo ai miei zii e alle parole che avevano pronunciato la notte precedente, quello che avevo sentito appariva per me come un grande punto interrogativo e non sapevo decifrare ciò che loro avevano voluto intendere con "Se continui così noi porteranno via Nicole".
Pensavo anche a quanto forse potessi essere un forte peso per loro, ma anche a quanto fossi grata a mia Zia Kelly e mio zio Pit, erano le uniche persone che potevano starmi accanto, le uniche persone che avevano per me un posto nel loro cuore, apparte mio padre di cui non avevo notizie da un po'.
Prima chiedevo tutti i giorni a mia zia come stesse, pian piano iniziai a chiederle sempre più di rado. E non perché mi dimenticassi, forse era perché avevo paura, paura che anche lui potesse abbandonarmi per sempre, ma dentro di me immaginavo che lui lo avesse già fatto.
Non ero mai andata nella clinica che lo stava ospitando, e per me quello rappresentava un forte ostacolo, che prima o poi avrei dovuto superare, era mio padre e la cosa che più mi spaventava era proprio il fatto che non riuscivo a capire il motivo del mio rifiuto nei suoi confronti dopo che era andato via di casa.
Quel giorno, lo avevo lasciato andare, guardavo l'ambulanza e lui che veniva trascinato lì dentro, su una barella, dopo una forte crisi.
Quel giorno non sapevo cosa fare, l'unica cosa che feci fu comporre il numero di Zia Kelly, lei si apprestò a chiamare i soccorsi e dopo dieci minuti bussarono alla nostra porta. Mio padre sul filo del rasoio, io accovacciata sul water gettando via la mia anima.
Ricordare ciò mi faceva male, ma essere nel luogo preferito di mia madre, rendeva le cose un po' più semplici. Lì mi sentivo protetta dal suo spirito, la sua essenza mi circondava e non avrei potuto chiedere di meglio.

Quando dovetti ritornare alla triste realtà che mi circondava, mi ritrovavo su un mezzo pubblico per raggiungere lo studio del dottor Halley, dopo scuola mia zia mi aveva chiamato chiedendomi il perché avevo mentito il giorno prima e non mi ero recata lì.

Gli studi degli psicologi sono sempre maledettamente ordinati e le sale d'attesa profumate di essenze naturali, forse avevano lo scopo di far rilassare il paziente con l'atmosfera, ma per me era paragonabile ad una trovata pubblicitaria dei prodotti per capelli.
Fui chiamata dalla sua assistente e mi recai nel suo ufficio.

A beautiful empty soulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora