chapter 5

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<Kim, un'altro quattro.>
la voce del professore riecheggiava nella mia testa.

questi sarebbero stati guai a casa.

<a cosa pensi?>
jimin.

mi é stato vicino negli ultimi giorni.
è strano, sai?

mi sta vicino anche quando voglio rimanere da solo.

mi ricorda un pó il tuo carattere.
ma lui non è te.

<nulla di importante>
bugia.

immagino già la reazione di papà una volta raccontato del brutto voto.

quell'uomo mi terrorizza.

<va bene, io vado a casa. qualunque cosa chiamami>
risponde prima di prendere la strada opposta alla mia.

si è rivelato un ottimo amico.
e ha cercato di consolarmi nonostante non sappia cosa mi passi per la testa.

dici che dovrei raccontargli quel che è successo tra di noi?

uh.. esiste ancora quel 'noi'?

mi ritrovo davanti la porta di casa.
infilo le chiavi nella serratura e apro lentamente.

<sono a casa>

<quanto hai preso nella verifica? mh?>

oh si papà, la giornata è andata benissimo, grazie per avermelo chiesto.

ignoro la risposta che avrei voluto dare, non voglio peggiorare la situazione più di tanto

<quattro>
mi esce come un sussurro
ma le sue urla mi fanno capire che ha sentito perfettamente.

<UN'ALTRO QUATTRO? TI RENDI CONTO TAEHYUNG?>

non lo faccio apposta..

<sei una delusione.>

lo so.

<vai dove vuoi, ma non farti vedere.
per oggi non ho voglia di vedere in faccia un tale disastro>

quelle parole mi colpirono in pieno.
si, lo diceva sempre.

me nelle sue parole c'è disprezzo.

con passo lento mi dirigo alla porta, una volta aperta mi fermo per dire un'ultima cosa

<torno stasera>

<anche mai, se vuoi>

gli occhi presero a pizzicare, ed esco da quella casa, che ormai, non sentivo più mia.

il cellulare prese a squillare.

è jimin

<ei>
rispondo alla chiamata

<tutto bene Tae?>

<si. tutto bene, si.>
altra bugia

non c'è nulla che va bene

<hai mangiato?>

<mi hai chiamato per farmi il terzo grado?>

odio le persone appiccicose.

<ouch, scusa se mi preoccupo per te>

<dio, jimin. non sono un fottuto bambino.>

questa conversazione mi sta facendo innervosire.

<ti va di vederci?>
parla dopo minuti di silenzio

<ma ci siamo appena visti>
non capisco

<voglio parlare con te>
il suo tono è fermo e anche tremendamente freddo.

<va bene. al parco, tra cinque minuti>
non gli do il tempo di ribattere e inizio a caminare verso il parco.

dimmi kookie, sei vivo?

mi pensi mai?

non ti rendi conto ma
mi stai distruggendo.

dovrei odiarti.
ma non ci riesco.

cosa mi hai fatto?

mi hai reso debole e poi mi hai voltato le spalle.

hai finto tutto il tempo o ti importava realmente di me?

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