5. Aernohn figli del Dio

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    -Comi am grohn, kil kah-len. Terhi am le-am valle, terhi am prut kil dorr. Arri am biak kil com 'thaul, dergi am kil bon, boni am kil derg. Dami, haeki, comi, dergi, boni, terhi. Kil dorr'biak.-
    Un'esplosione di luce azzurra inondò il cielo nel momento in cui Ragnor completò il suo incantesimo. Il ciottolato del sentiero sembrava bruciare a causa della magia. L'aria attorno all'enorme portale era piena di miraggi, sembrava che dovesse andare a fuoco tutto ciò che fosse visibile ad occhio nudo. Se non fosse stato per Laegon e il suo incantesimo di occultamento, il portale, alto più degli alberi, sarebbe stato visibile fino a Set. Il primo ad entrare fu Vraljorg, con le sue ali già spalancate, poi entrò Laegon, seguito a ruota dal nano. Appena fuori Ragnor urlò –KAHT!- e il portale si chiuse all'istante, con un colpo secco.
Quando l'elfo e il nano si girarono verso il loro compagno di viaggio, videro tre esseri di forma bipede, ma con il corpo squamato che assomigliava a quello di un drago.
-Laegon, Ragnor, questi sono tre dei miei quattro discepoli. I più potenti tra gli Aernohn.- Quando Vraljorg abbassò la mano sulla testa di uno dei tre, questo spalancò le ali approntandosi a partire. –Lui verrà con te, Sankl.- Si spostò su quello più a destra e poi il processo fu uguale. –Lui invece accompagnerà te, Tartoh.-
-Prima di partire, mio signore- uno degli Aernohn si era alzato e si ergeva sulle zampe posteriori. La sua trasformazione in drago era già in corso. –se posso chiedere, dove stiamo andando?-
Dapprima Vraljorg lo guardò con occhi truci, poi gli spiegò cos'era successo. –Vogliamo solo andare a controllare il tempio, nulla di più.- Gli Aernohn finirono la loro trasformazione, per poi chinarsi e assumere completamente la forma di un drago.
Dopo che i due passeggeri furono saliti sopra alle loro schiene, i discepoli spiccarono il volo con un solo salto. Si sentivano i muscoli tendersi al di sotto delle squame, le possenti ossa muoversi, il sangue pulsare. Quando anche Vraljorg si alzò in volo, la musica cambiò: la sua mole era di gran lunga superiore a quella dei discepoli, le sue ali erano di un nero opaco, mentre il resto del corpo era candido come il latte. La massa d'aria che spostò con un solo colpo di ala fece quasi cadere Laegon dalla groppa dell'Aernohn.
L'elfo notò solo in quel momento che l'ultimo dei discepoli era più grosso degli altri due. Anche lui aveva le ali nere, ma al contrario, il suo corpo era di un giallo molto sbiadito, come se la sua età fosse stata superiore. Certo, era più piccolo di Vraljorg, ma anche lui sembrava non avere eguali tra gli Aernohn.
-Lui è Ren no Kal', il primo venuto dopo di me, il discendente al trono.- Vraljorg guardò il suo secondo. –È il più potente dopo di me, ha un potere che supera la nostra stessa immaginazione. Quando il Vamper ci ha dato il diritto di scegliere i nostri quattro discepoli, io non avevo neppure la parvenza di un dubbio.- Il rumore delle loro ali sembravano tuoni a ciel sereno, preludio di una tempesta in piena regola. –Potrei consegnargli la cosa più importante che ho e si assicurerebbe con qualunque mezzo la sua salvaguardia. Non ha una cieca obbedienza, piuttosto una fiducia incondizionata.- Continuò a guardarsi attorno. Gli alberi erano di un blu acceso, con le macchie rosse dei frutti invernali. Il vento che smuoveva le fronde, dava un senso di movimento a quella foresta vecchia come gli Dei stessi. Guardò verso l'alto, dove le nuvole creavano delle forme incomprensibili che richiamavano altre forme, anch'esse indecifrabili.
Ragnor era in testa, sopra all'Aernohn che lo accompagnava, intento a studiare la mappa dei templi che gli aveva dato l'elfo prima di partire. Stava notando che le lettere assegnate dagli umani ai vari templi, formavano la parola Noingen, ovvero il nome del loro Dio. –Sono monoteisti, vero?- Chiese il nano.
-Si, Tartoh. Gli umani credono in un unico Dio. Pensano che tutto sia stato creato dal loro Dio... Come si chiama?-
-Noingen, si chiama Noingen.- Disse, ispezionando ancora la mappa alla ricerca di un indizio di qualunque genere su qualunque cosa. –Non capisco perché siano ancora convinti che il Dio sia uno e non dodici com'è in realtà. Sarà uno dei misteri della vita.- guardò oltre la spalla dell'Aernohn. Stavano passando sopra al fiume che scendeva verso Tra'beh Sabaksol, che si univa infine ad uno dei due fiumi importanti di Aelgrich. Poi tornò a concentrarsi sulla mappa.
Visto da lontano, il tempio sembrava più un ammasso di macerie poste in maniera casuale. Ma più da vicino, capirono che invece era una struttura più complessa e originale. Il caldo che arrivò dal vulcano, investì tutti i presenti, lasciandoli per un momento senza fiato. Solo avvicinandosi alla montagna si poteva percepire lo sbalzo di temperatura, ed era alquanto elevato persino per i draghi.
I tre discepoli di Vraljorg atterrarono all'unisono, mentre lui si involse a mezz'aria atterrando già trasformato. Ripose la spada nella sua guaina, facendola aderire bene alla schiena. Il nano e l'elfo invece, si appostarono immediatamente davanti all'enorme fenditura rocciosa che faceva da entrata al tempio, studiando i simboli e le rune che adornavano il portone naturale. Sembrava che il tempio fosse stato fuso alla montagna, come se si fosse materializzato lì quando l'ammasso roccioso già esisteva. Si guardarono attorno, cercando di riconoscere qualcosa di famigliare, ma notarono solo le rune appartenenti al Kilin, la lingua degli Dei e della magia.
I piccoli soffi di vento che passavano attraverso l'entrata, creavano un sibilo che rimbombava persino dentro alla roccia. Sembrava di udire il suono dello sferragliare di un fabbro.
-C'è qualcosa di strano.- Disse Vraljorg interrompendo i pensieri dei compagni. –C'è poca magia in questo posto, come se fosse stata sigillata all'interno di un oggetto. O come se fosse stata improvvisamente risucchiata da qualcosa, o qualcuno.- Cercava di annusare l'aria in cerca di qualche odore, ma niente. Solo i profumi della foresta gli arrivavano. –Hai detto che c'è un guardiano vero, Sankl?-
Laegon guardò stranito il drago, concentrandosi su quello che aveva appena detto. –C'è qualcosa di strano. Di solito il Guardiano si presenta davanti ai visitatori, mettendoli alla prova in un qualche modo.- Si girò verso le effigi di "Fuoco" e "Fiamma" posto in alto, all'apice del fregio del portale. –In quello dell'acqua era successo questo, magari qui è diverso.-
-Vuoi dirmi che la magia di questi posti non è rilevabile normalmente?- Vraljorg stava cominciando ad andare verso il portale, con passo deciso e imperterrito. –Qualcosa qui puzza di morto. E non sono le carcasse della foresta.-
Il primo ad entrare dall'apertura fu proprio il drago, seguito a ruota dal nano e l'elfo, per quarto e ultimo passò Ren no Kal'. Gli altri due discepoli rimasero fuori ad aspettare e sorvegliare l'entrata, anche se con molta probabilità non ce ne sarebbe stato bisogno.
Stranamente, notarono tutti, dentro all'entrata faceva più freddo che all'esterno. Quanta irrazionalità in questo posto, pensò Vraljorg mentre faceva strada ai suoi compagni. Le rocce avevano persino un colore strano: passavano dal rosso acceso al giallo, come se ci fosse una fiamma ardente all'interno, però non emanavano nessuna sorta di calore o conforto.
Ciò cambiò invece appena arrivarono dentro al tempio. La roccia era completamente nera, ma sembrava che ci fosse un fuoco al centro ad irradiare tutto con una luce accogliente. Una miriade di statue facevano da cornice alla sala rotonda. Sembravano tutti guerrieri, alti e fieri. Erano presenti anche delle femmine di diverse razze e differenti taglie. Era tutto molto chiaro. Tutto eccetto la statua enorme al centro della sala. Un colosso più alto di Vraljorg, teneva in mano una spada molto più piccola di quella del Drago. Sembrava che l'avesse già finita di forgiare, ma sembrava comunque intento ad appoggiarla sopra all'incudine. Nell'altra mano stringeva un martello da guerra dei nani, che però superava di molto la propria stazza.
-"Kasai no Nik", il fabbro della fucina del Fuoco. Quella statua dovrebbe essere la sua rappresentazione.- L'elfo si espresse, dando una risposta alle domande che erano nella testa di Vraljorg.
-Non va bene, è sbagliato!- Pronunciò Ragnor.
-Con che coraggio mi accusi di star sbagliando?-
-Non ti sbagli, Sankl. Semplicemente nei tuoi documenti runici non vi è nessun disegno della statua, né tantomeno ne parla.- Il nano fissò negli occhi l'elfo.
-Quei documenti non sono errati, sono perfetti.-
-Quindi abbiamo una statua che non dovrebbe esserci, siamo entrati senza che il Guardiano si presentasse a noi, non c'è nessuna traccia di magia.-
-Quella non è la statua del Guardiano, mio signore.- Si girarono verso Ren no Kal'. –Quello "È" il guardiano.-

Le Cronache dei Cavalieri di YaelngonhDove le storie prendono vita. Scoprilo ora