"Hai tolto tutto il cioccolato?" Ridacchió Jackson, durante il pranzo, interrompendo i genitori che parlavano del più e del meno.

Sunhee calció da sotto il tavolo la gamba del fratello che si morse il labbro per il dolore.

"Che cioccolato?" Chiese la madre confusa e nel mentre anche lo sguardo del padre si fece curioso.

"No niente, per sbaglio ho fatto cadere la cioccolata calda a terra e ho pulito prima che voi tornaste a casa"

"Ah bene! Vedi Jackie, perché non fai anche tu come tua sorella?"

"Perché forse non sono come lei? Sono un ragazzo, perché dovrei pulire per terra?"

"Perché quando andrai all'università io non ci sarò e non potrò pulirti casa!" alzò di poco il tono la madre.

"Ah si, con quali soldi?" rise il figlio per poi alzarsi e andare nella sua piccola camera.

"Come dobbiamo fare con lui.." sussurrò la madre stanca del carattere del figlio e il marito la guardò sospirando per poi sorridere, cercando di tirarla su col morale... anche se in quel momento c'era poco per cui essere felici.

"Cambiando argomento, oggi ho fatto un po' di ritardo a scuola, scusatemi!" ridacchiò Sunhee, grattandosi la nuca.

"Come mai? Spero non sia da giustificare" chiese la madre.

"Oh no tranquilla, la professoressa ha detto che dato che non arrivo mai in ritardo non me l'ha messa e poi..per sbaglio sono inciampata ma niente di brutto, adesso sto meglio. Sono arrivata in ritardo perché non riuscivo ad andare più veloce" ridacchiò.

"Va bene, non ti preoccupare" sorrise il padre per poi continuare "adesso sarai stanca, vai sul letto e riposati un po', oggi sarà sicuramente stata una giornata piena e impegnativa. Noi intanto laviamo i piatti e mettiamo a posto"

"Si...giornata impegnativa..." sussurrò la ragazza ripensando a ciò che aveva passato.

"Come cara?" sorrise la madre e la ragazza negò imbarazzata con le braccia.

"Niente, parlavo tra me e me. Vado! Grazie mille per il pranzo, è stato tutto buonissimo" disse per poi lasciare un piccolo bacio sulle guance di entrambi.

Adorava i suoi genitori. Per quanto passassero una vita povera e triste, erano sempre lì a supportarla e a coccolarla. Al contrario era invece col fratello, che era già tanto se si lasciava toccare. Erano anni che i suoi genitori pensavano sarebbe cambiato, eppure più diventava grande più sembrava diventare acido. Ci avevano quasi rinunciato.

La ragazza intanto si sdraiò sul proprio letto e osservò il soffitto, cercando di organizzarsi la giornata al meglio. Aveva intenzione di riposarsi una mezz'oretta, studiare, fare la sua pausa tè e andare in quella biblioteca. Non di certo per il proprietario, ma per il luogo di cui si era già innamorata.

Chiuse gli occhi e sorrise immaginandosi lei che camminava tra quel mucchio di libri.

Amava quel luogo perché l'odore dei libri era forte e buono e gli piaceva il fatto che il marciapiede che portava al negozio fronteggiasse una delle strade con più rumori e traffico della città, ma che nello stesso momento scendendo quelle scale e entrando nell'edificio si trovava un silenzio tombale. Adorava ciò.

Inizialmente sentire i rumori di tutti i giorni e dopo di che quel silenzio. Silenzio che le serviva per non esplodere ogni tanto.

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Scritto il 24-25/11/20 00:13
Pubblicato il 25/11/20 23:14

Probabilmente d'ora in poi inizierò gradualmente ad allungare i capitoli, quindi ad inserirci più parole :)

-Giù💗

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 25, 2020 ⏰

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