Capitolo 11

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La nottata passò velocemente, tra birre, cocktail, un pò di MD, e loro erano davvero instancabili. Continuavano a muoversi a ritmo di musica, saltellando come dei canguri.

Erano quasi le 6 e mezza del mattino, quando uscirono dalla discoteca, e si sedettero sul muretto li fuori.

Erano esauste, senza contare che erano anche mezze fatte e mezze ubriache...o mezze ubriache e mezze fatte...non lo so, e non lo sapevano manco loro. Fatto sta che avevano bevuto tutta la notte e avevano preso anche qualche pasticchetta tra un salto e l'altro.

Beh su, non scherziamo...pasticchetta? le pasticchette erano passato ormai. Adesso c'erano le "Speed-Man", erano omini riempiti di droghe, e venivano assunti tipo "ecstasy" .

Ed erano li, sedute e confuse. Alessia estrasse un pò d'erba dallo zainetto, una sigaretta, e decise di fare su un piccolo spino, giusto per prendersi un pò di relax dopo quella lunga notte movimentata. Leandra nel frattempo, estrasse il suo smartphone dalla tasca, per scrivere un sms alla madre, per dirle che la serata era finita e che a breve sarebbero rientrate.

-Oh merda!!- disse Leandra. -Che succede??- chiese Alessia tutta impanicata. Leandra le mostrò il telefono, dove come sfondo, vi era la foto di Leandra, con una cannetta in bocca, e il padre appeso a mo di tarzan al filtro, a stretto contatto con le sue labbra. -Ahahahahahah e questa quando l'hai fatta?? ahahahahah- -Non per quella scema, questa l'ho fatta.....boh, qualche settimana fa. Guarda che giorno è..sono gli ultimi giorni di scuola, e ora come facciamo??- disse Leandra, Beh effettivamente, dopo una nottata del genere, era difficile ricordarsi che queste serate sono di venerdì sera, e non di sabato. Ognuno di noi (per chi ovviamente frequenta discoteche), immagina che una serata passata tra una birra, e 4 salti in disco, sia certamente un sabato sera, peccato che la mattina quando stai per rientrare a casa, ti rendi conto della cruda verità.

-Beh dai, avviamoci verso casa allora. Io ho bisogno di una doccia almeno.- -Sisi hai ragione, anche io avrei bisogno di darmi una lavata.-.

Così si alzarono dal muretto, e si diressero verso lo scooter di Alessia. Una volta acceso, si diressero verso casa di Leandra, che una volta arrivata, salutò l'amica.

Alessia ripartì verso casa, facendo come al solito la stupida per strada. Si diverte da sempre a fare lo slalom con il motorino tra una macchinina e l'altra (anche se avevano una corsia a loro dedicata per evitare incidenti, alle ragazze sotto i 22 anni era consentito entrare e divertirsi, a patto che se succedeva qualcosa, erano loro a ripulire il disastro, e a gettare i "resti" nel cassonetto più vicino), lo faceva anche da piccola con la bmx, o con il monopattino, o con i pattini..o perché no, correndo!

Qualche anno prima...

Quando aveva 7 anni, insieme ad una sua amichetta di 11, fecero a gara a chi riusciva a prendere la macchinina del padre (della sua amica li presente) e a schiacciarla. Fu una corsa entusiasmante, ma fu la figlia ad arrivare per prima che posò il suo 33, calzato da una infradito, sulla piccola vettura del padre. -Ciao papino, dove vai così di corsa?- -ehhmm...beh io...andrei a lavorare..se me lo consenti..- disse il pare un pò spaventato. -Beh, io e la mia amica avremmo fatto un patto..chi riusciva a raggiungere per prima la macchinina di babbo, poteva schiacciarla con lui dentro..e avrei vinto io..- il padre subito sbiancò e iniziò a farfugliare qualcosa di incomprensibile. - si ma...beh..i..i..io..- -pà smettila di blaterare, non si capisce nulla quando sei spaventato ahahah- -ppp--per favore..iio..porto i soldi a voi lavorando..sse...m..mi schiacci..ii..iio muoio..- -beh è figo dai, una figlioletta di 11 anni che uccide il padre per divertimento è una cosa figa no?- disse guardando l'amichetta Alessia, che annuiva sorridente.

-Beh dai, posso schiacciarti allora?- disse sorridente al padre. -N..no..per fa..- senza lasciargli il tempo di rispondere, iniziò ad aumentare un pò il peso, e la macchina iniziò a cigolare. Guardò il padre, sollevando un sopracciglio, e dicendogli -Perché scusa, chi me lo impedisce, tu? ahahahahahah ma non scherzare dai ahahah- -ii..io no..ma..la mm..mamma si..- -Ah tu dici? bene, allora perché non la chiami e mi ci fai parlare?-. Il padre era sconvolto, vedeva sua figlia, pericolosa sopra di lui, e la sua "amichetta" che rideva, la situazione era grave, e la sua unica speranza era sua moglie. Prese il telefono, e digitò il numero di casa, dove rispose sua moglie, e subito le disse di chiamare la figlia sul telefono. (Si, le bambine avevano già il telefono dai 5 anni in poi, perché dato che non esistevano uomini ecc, loro li avevano, in modo tale che se dovevano fare qualche richiesta alla madre, o robe simili, potevano restare sempre in contatto)

-Pronto, ciao mammina mia- -ciao tesoro, il tuo microbetto mi ha chiesto di chiamarti che dovevi chiedermi una cosa importante, dimmi pure- -Beh mammina, io e la mia amica avremmo fatto un patto..chi riusciva a raggiungere per prima la macchinina di babbo, poteva schiacciarla con lui dentro..e avrei vinto io..- -beh, e tuo padre mi ha chiesto di chiamarti per questa piccolezza?- beh si, volevo chiederti il permesso..- disse la figlioletta, con un tono di voce che sembrava dicesse "per favooooooooore". -Ma certo che ti do il permesso, ci mancherebbe, era una scommessa.- disse la mamma, sua figlia sorrise -Davvero??davvero posso schiacciarlo??- disse iniziando a saltellare come una dannata, mentre il padre sbiancò nuovamente. -Mamma, dillo in viva voce, babbo non ci crede ahahah- la madre quindi, tolse ogni dubbio al povero padre, che si rassegnò. -Ale, che dici se prima di schiacciarlo, ci giochiamo un pò insieme? così, giusto per divertirci un pò "a sue spese", potrebbe essere divertente- -si dai, passamelo- disse Alessia, e la sua cara amichetta VANESSA diede un "calcettino" alla piccola vettura del padre, ammaccandola, e facendogli fare qualche capriola. fecero questo gioco per un paio di metri al massimo, la macchina era mezza disfata, e il padre era all'interno, tutto sanguinante. -Ahahahah babbo, se ti vedesse la mamma che risate ahahahah.- disse Vanessa, alzandosi in piedi e posando il suo "piedino" sulla vettura. -Ciao babbo, grazie del divertimento ahahah- il padre chiese pietà per l'ultima volta, quando il piede della figlioletta aumentò di peso, nel momento in cui lei sollevò l'altro piede da terra. In quel momento, la lamiera si piegò ulteriormente, fino ad appiattirsi completamente a terra, tra le risate delle 2 amichette. Ancora oggi, Vanessa, possiede quella piccola autovettura appiattita, sulla scrivania della camera.

Tornando ad oggi.

Alessia arrivò a casa, spense lo scooter e salì in casa correndo. Passando dalla sala, vide sua madre che faceva colazione.

-Beh, bentornata, vedo che abbiamo fatto seratina eh?- -Eh si mamma, era il compleanno di un'amica, e ci siamo tirati un pò troppo..-.

Immediatamente scappò al piano di sopra, si spogliò, e si infilò sotto la doccia calda. Si mise un pò si shampoo sulla mano, per poi strofinarlo sul suoi bellissimi capelli (o meglio, su quella striscia di capelli, dato che dai lati era rasata). Poi prese la spugna, e si insaponò per bene, per poi sciacquarsi sotto quell'acqua quasi bollente. Lei adorava farsi la doccia con l'acqua caldissima, la rilassava molto, e soprattutto in quel momento, era un vero toccasana. Uscì dalla doccia, e si mise il suo accappatoio verde muschio, si sentiva davvero rigenerata. Intravide il padre e il nonno dall'altro lato della stanza, che spingevano le sue infradito verso di lei. (Diciamocelo, aveva visto le infradito che andavano verso di lei, se no figuriamoci se lei avrebbe notato loro) Si avviò verso di loro, indossò le infradito, e, a turno, sollevava un tallone, dando modo sia al padre che al nonno, di sdraiarsi all'interno dell'infradito, per fare in modo che loro potessero "massaggiare" la pianta morbida, dato che era appena uscita dalla doccia. Si diresse verso la camera da letto, con i 2 omini sempre saldi sotto i piedi. Si spruzzò un pò di deodorante, e si vestì controvoglia, dato che voleva andare a dormire. Si diresse nuovamente in bagno, e "scalciò" letteralmente le 2 infradito, facendo volare i 2 omini direttamente in bagno. -Pulite sto schifo, se no mamma poi rompe il C***o!- disse Alessia autoritaria.

Tornò in camera, indossò un paio di fantasmini, e indossò un paio di DC mezze consumate. Buttò qualche quaderno e qualche libro a casaccio nel suo zainetto, e una volta mangiato un bombolone alla crema, che sua madre le aveva lasciato sul tavolo, uscì di casa, diretta a scuola.

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