Capitolo 5: Diagon Alley

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"Diagon Alley"

Iniziò Molly, mentre due persone pensavano al capitolo precedente e si ripromettevano che alla fine di questo avrebbero chiesto scusa a Potter.

Il mattino dopo, Harry si svegliò di buon'ora. Benché si rendesse conto che era giorno fatto, tenne gli occhi ben chiusi. 'E' stato tutto un sogno ' si disse con fermezza.

"Decisamente non hai preso l'ottimismo di James" disse Sirius al figlioccio mentre ripensava a come suo fratello riusciva ad essere sempre ottimista, per esempio quando era morta Marlene
Già, la sua Lene era morta da 14 anni e ancora lui non riusciva a non piangere al suo ricordo.
Perché sì signori, Sirius Black piangeva, non era mica a prova di dolore lui, anzi ne provava più di altri.
Si ricordava ancora nei particolari la bellissima Marlene McKinnon, la sua ragazza, con quei lunghi capelli biondi, gli occhi azzurro cielo e quella determinazione che lui aveva imaprato ad amare al suo settimo anno nonostante si fossero messi insieme solo alla fine di Hogwarts, proprio il loro ultimo giorno, perché erano entrambi troppo orgogliosi e non volevano ammettere di essersi finalmente innamorati anche loro. 
Il Black, però, si ripromise che in quella sala, davanti  al suo figlioccio, non si sarebbe mostrato debole, doveva essere forte per quel ragazzo che aveva avuto una vita di... schifo, si, di schifo, e che ora era costretto anche a riviverla.
Si accorse in quel momento che Molly aveva ripreso a leggere e si rimise ad ascoltare.

'Ho sognato che un gigante di nome Hagrid è venuto a dirmi che avrei frequentato una scuola per maghi. Quando aprirò gli occhi mi ritroverò a casa dentro lo sgabuzzino'. D'un tratto si sentì bussare forte. 'Ecco zia Petunia che bussa alla porta' pensò Harry con il cuore che gli si faceva piccolo piccolo. Ma continuò a tenere gli occhi chiusi. Era stato un sogno così bello! Toc. Toc. Toc. 'E va bene' borbottò Harry, 'mi sto alzando'. Si mise seduto e il pesante pastrano di Hagrid gli cadde di dosso. La catapecchia era tutta illuminata dal sole, la bufera era passata; Hagrid, in carne e ossa, dormiva sul divano sfondato, e un gufo raspava con gli artigli alla finestra, tenendo un giornale nel becco. Harry scattò in piedi, ed era talmente contento che si sentiva leggero come un palloncino. Andò alla finestra e la spalancò. Il gufo volò dentro e lasciò cadere il giornale su Hagrid, e poiché non si svegliava, cominciò a svolazzare sul pavimento beccando il suo soprabito. 'Non fare così'. Harry cercò di scacciarlo con la mano, ma quello batté il becco con aria feroce e continuò a infierire sul mantello. 'Hagrid!' disse Harry a voce alta. 'C'è un gufo!' 

"Pagalo" risposero in molti senza pensarci.

"E secondo voi come dovrebbe fare se non lo ha mai fatto?" chiesero i Nati babbani

 'Pagalo' grugnì Hagrid dal divano. 

"Appunto"

'Come?' 

"Appunto" dissero gli altri facendogli il verso

'Bisogna pagarlo per la consegna del giornale. Guarda nelle tasche'. Sembrava che il pastrano di Hagrid fosse fatto soltanto di tasche. Mazzi di chiavi, proiettili per fionda, gomitoli di spago, mentine, bustine di tè... finalmente, Harry tirò fuori una manciata di monete dall'aspetto strano. 'Dagli cinque zellini' disse Hagrid con voce assonnata. 'Zellini?' 'Le monetine di bronzo'. Harry contò cinque piccole monete di bronzo e il gufo allungò la zampa per consentirgli di mettere il denaro in un borsellino di cuoio che vi portava legato. Poi volò via dalla finestra aperta. Hagrid sbadigliò rumorosamente, si mise seduto e si stiracchiò. 'Meglio che andiamo, Harry, abbiamo un sacco di cose da fare, oggi: dobbiamo arrivare a Londra e fare gli acquisti per la scuola'. Harry si stava rigirando tra le mani le monete magiche e le osservava. Gli era appena venuto in mente un pensiero che lo fece sentire come se quel palloncino di felicità gli si fosse bucato. 'Ehm... Hagrid?' 'Che cosa c'è?' chiese Hagrid mentre si infilava gli enormi stivali. 'Io non ho soldi... e hai sentito zio Vernon ieri sera... Lui non tirerà fuori una lira perché io frequenti la scuola di magia'. 

Harry Potter legge la sua storia [in pausa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora