La danza

70 1 0
                                    


Pov's Emily

L'attesa non può essere che più stressante di così.

Sto aspettando Lily fuori dalla porta di casa sua e, dietro di me e in piedi, c'è Aric.

Non ci parliamo, non ci diciamo assolutamente niente.

Com'era in passato.

Ma non ne sono ancora del tutto abituata.

Cosa devo fare? Cosa devo dire?

Con lui, non so mai come iniziare un discorso.

«Emily?» mi volto verso di lui da un lato, quando sento la sua voce profonda.

Mi squadra dall'alto al basso:«Io...» viene fermato da sua madre che osserva sia me che il figlio.

Mi alzo e mi metto davanti a lei:«Buongiorno, signora Carter. Mi scuso se mi sono appostata qui un attimo, ma sto aspettando Lily»

«Oh, tesoro, quanto sei educata. E dammi pure del tu. Su, vieni, entra» mi sorride e io ricambio.

Mia madre mi aveva detto che la sua migliore amica è molto gentile come la figlia.

Non potrei dire lo stesso di suo figlio.

«Aric, perché non l'hai invitata a casa?» si volta verso il figlio, mentre mi fa accomodare sulla sedia.

«Non mi sembrava il caso» borbotta, vicino alla porta della cucina.

La madre sospira:«Vuoi qualcosa, cara?»

«No, grazie. Devo solo aspettare Lily»

«Perdona mio figlio. Ha un caratteraccio» nella cucina entra anche il padre e io mi alzo in piedi.

«Buongiorno, signor Carter» faccio un lieve inchino.

Sorride:«Hai preso tutto da tua madre»

Io arrossisco: molti me lo dicono, ma non ne sono ancora abituata.

«Aric, portala un attimo in camera tua. Appena, Lily scende vi chiamiamo»

«No, ma io resto anche qua, non è un problema» gesticolo, imbarazzata, ma Aric mi prende per un polso, trascinandomi su per le scale.

Faccio attenzione a non cadere per le scale e in un attimo siamo davanti ad una porta in legno.

Lui la apre lasciandomi il polso ed entrando senza guardarmi.

E io mi ritrovo a stare lì come un ebete, fissandolo girare nella sua stanza.

Si gira verso di me e con la testa, mi fa cenno di entrare.

«Molto carina» sussurro, guardandomi intorno.

Il letto è a destra, insieme a un comodino e alla scrivania vicino alla porta.

Dall'altra parte, invece, c'è un'altra porta e un armadio.

Esco sul balcone davanti a me e mi appoggio alla ringhiera tirando fuori la foto.

La osservo, mentre Aric si mette di fianco a me, guardandomi.

«I miei genitori sono partiti per lavoro» inizio e lui ha occhi solo per me.

«Penso che... l'avventura inizierà proprio da qui» sussurro, preoccupata.

«Tu pensi che non torneranno?» mi domanda, voltandosi per guardare il panorama che c'è dalla sua finestra.

«Si.. e sarà per sempre colpa mia» mi nascondo il viso tra le mani, tristemente.

«Per quanti giorni stanno via?» chiede Aric, disinvolto.

Io, lui e un'isolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora