capitolo 2

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Ok, finalmente sono davanti alla porta di quel ragazzo, sono po' nervoso perchè forse potrei non piacergli oppure è a dormire. Non c'è tempo per pensare a queste cose, ormai sono qua davanti e un dottore potrebbe vedermi.
Quindi apro e entro velocemente nella stanza.

Vedo quel ragazzo che sta leggendo un libro ed é disteso sul suo letto, appena mi sente entrare si spaventa e lo lascia cadere a terra.

"M-ma che cosa stai facendo, questa è la mia camera tu non dovresti essere qui!"

"Hey ragazzo emo, calmati sono qui solo per fare amicizia"
L'ho chiamato così solo perchè quando è entrato nell'ospedale era vestito tutto di nero e poi sembra molto timido.

Raccolgo il libro che gli era caduto e glielo rendo.
"Non sono emo..."

"Ok, fai come ti pare, io sono Kokichi Oma"

"Ehm... io sono Shuichi Saihara"

"Perché sei qua?"

"Ecco...non mi piace parlarne..."

"Guarda che non sei costretto a dirmelo, ti ho fatto solo una domanda"

"Ma forse non ti interessa..."

"Allora lo dico prima io. Sono in quest'ospedale da due anni perchè i miei genitori sono morti"
Non mi piace mentire alle persone, ma devo farlo se non voglio essere giudicato. Poi le persone potrebbero considerarmi uno sfigato e a quel punto rimarrei completamente solo.

"Anche i miei genitori sono morti, sai.. tutti dicono che io sono un detective solo perchè i miei genitori erano poliziotti e un giorno mentre erano a svolgere delle indagini su un omicidio trovai il colpevole per puro caso. I miei genitori poi sono stati uccisi e io potevo facilmente scoprire chi era stato ad ucciderli ma non ce l'ho fatta a indagare sui loro corpi"

"Capisco...non doveva essere molto facile per te indagare"

"Già..."

A quel punto non sapevo più che dire quindi ho cambiato discorso per farlo pensare ad altro.
"Allora non sei così tanto noioso"

"D-davvero ti sembravo noioso?..."

"No, stavo solo scherzando, sei molto simpatico"

"Grazie, Oma-kun"
Dice Shuichi arrossendo.

"Magari posso venire qualche altra volta qua, non deve essere bello stare in una stanza tutto solo, vero?"

"Mi farebbe molto piacere"

"Io ho un compagno di stanza ed è molto simpatico anche se a volte quando parlo con lui a volte ho una strana sensazione"

"Vabbè dai almeno te hai qualcuno in stanza con te"

"Guarda che se vuoi posso farti compagnia io"
Dico con uno sguardo malizioso e Shuichi subito arrossisce. Purtroppo però devo andare via anche perchè ho sonno.

"Mi sa che devo andare via ora, a domani!"

"A domani..."

Appena torno in camera vedo Rantaro che inizia a fissarmi

"Dove sei stato?"

"Ero andato solo a fare una passeggiata non ti preoccupare"

"Ok, io torno a dormire..."

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Sono passati cinque giorni e non è successo nulla di particolare. Shuichi e Rantaro sembrano andare d'accordo e io cerco di stare con tutti e due anche se a volte è difficile.
Il mio rapporto con entrambi è diventato più stretto e sono felice di avere loro due sempre al mio fianco.

Devo dire che ora sto molto meglio.

Shuichi's pov

Mi sveglio e penso ancora ai miei genitori che sono stati uccisi.
Sono proprio uno stupido, se solo avessi avuto il coraggio di indagare avrei punito il colpevole e non sarei finito in quest'ospedale pediatrico anche se devo dire che non mi è dispiaciuto conoscere Kokichi. È un ragazzo molto allegro, eppure quando ero entrato avevo notato che era molto triste e poi perchè ha quei bracciali ai polsi? Forse all'inizio mentiva sul fatto di sentirsi bene ma forse ora lo è realmente.
E se io e Rantaro lo avessimo aiutato a stare meglio? Può darsi.

Mentre penso a Kokichi entra un'infermiera nella mia stanza.
Ha dei lunghi capelli viola e sembra che siano stati tagliati completamente a caso, ha delle bende ovunque e in mano ha un vassoio con la mia colazione. A quanto ho capito si Chiama Mikan Tsumiki.

Mentre cammina, cade a terra e fa cadere anche il vassoio e non è la prima volta che succede. Vado verso di lei e la aiuto ad alzarsi.

"Scusa....ho fatto cadere tutto.."
E poi si è messa a piangere

"Tranquilla, tanto non ho fame"
Faccio per rassicurarla.

E dopo aver pulito tutto se n'è andata.

Esco dalla mia camera e mi dirigo verso la camera di Kokichi, dopo aver bussato apro la porta.
"Shuichi!"
E subito mi salta addosso abbracciandomi.

"Buongiorno Kokichi"
Dietro a lui c'è Rantaro che aveva appena finito di mangiare.

Rantaro poi è andato sul suo letto per lasciarci parlare.
"Hey Kokichi ma non mangi ancora?"
"No non voglio mangiare"

Prendo un biscotto in mano e glielo do.
"Dai Kokichi mangia qualcosa"

"Ok, ma solo perchè me lo dici te"
Mentre il ragazzo mangia Rantaro mi sta guardando veramente male anche se non capisco il motivo, ma almeno ora sono felice perchè ho aiutato Kokichi.

"Shuichi, io devo andare a fare una vita ma più tardi ci potremo rivedere"

"Ok, ciao Kokichi"

"Ciao Shuici, a più tardi Rantaro!"
Kokichi dopo avermi abbracciato se n'è andato via saltellando e rimango da solo con Rantaro che continua a guardarmi come se avessi fatto qualcosa di male.

"A te piace Kokichi?"

"Eh? Ma che domanda è questa?"

"Ti ho appena chiesto se ti pace Kokichi, non mi sembra così difficile rispondere"

"Ma io non voglio risponderti"

Rantaro scende dal letto e si avvicina lentamente a me con un sorriso stampato in faccia e in mano ha un coltello. Non l'ho mai visto così e inizio ad avere molta paura di quello che potrebbe fare.

"Non...avvicinarti..mai più..a Kokichi o ti ammazzo!"
Mi ha scaraventato contro il muro e sono caduto a terra.

"Che male..."
Ha avvicinando il coltello alla mia faccia e sento il respiro che inizia a mancarmi.

"oggi gli dirai che la vostra a amicizia deve terminare, così starà solo con me, hai capito?"

"M-ma Kokichi è un mio amico..."

"HAI CAPITO?"
Dice Rantaro urlando.

Sono troppo spaventato in questo momento e per andarmene gli rispondo:
"S-sì, ho capito!"

Sono corso subito nella mia stanza spaventato.
Quindi oggi dovrò abbandonare l'unico amico che ho... ma se non lo faccio quel pazzo mi ucciderà. Forse questa è la scelta migliore, anche se lui sembra molto affezionato a me...

꧁𝚂𝚊𝚒𝚘𝚞𝚖𝚊 / 𝕆𝕦𝕣 𝕔𝕣𝕒𝕫𝕪 𝕤𝕚𝕔𝕜 𝕝𝕠𝕧𝕖 / 𝙾𝚞𝚖𝚊𝚜𝚊𝚒꧂Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora