What's up

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CAPITOLO 6 

Si possono definire infiniti i muniti quelli che sto passando, a fissare la televisione di fronte a me. Oggi è un'altra delle mie giornate no, in cui avrei bisogno di tirare fuori tutto, di non sentirmi più così perché non mi piace. Ma non ne sono capace. Ci sono voluti la bellezza di trentadue minuti e diciotto secondi per far si che il mio cervello ricominciasse a pensare.

Si stava facendo tutto troppo tosto e non sapevo se ce l'avrei fatta, quando mi immaginavo come sarebbe stato venire a Miami, non mi immaginavo nulla del genere. Persino stare da sola si stava rivelando frustrante.

Sono seduta sul divano, stranamente non ho la mia canzone preferita a tutto volume, per non farmi sentire i pensieri nella mia testa, la sola luce che proviene dalla finestra mi lascia in penombra. Non sono mai stata brava a spiegare al mondo come mi sento, cosa mi tormenta e cosa c'è che non va in me. La gente conosce solo una parte di me, la ragazza all'apparenza forte ma un po' sulle sue, ma non sanno quanto tutto quello è solo una maschera. Io ho solo oscurità e dolore dentro di me. Mi imbarazza persino dire che mi sento sola, io che ho sempre allontanato tutti dalla mia vita, mi sono sempre bastata e ho sempre contato solo su me stessa, eppure vorrei qualcuno che mi capisse a pieno. Vorrei qualcuno che fosse in grado di placare i brividi che sento in questo momento, vorrei qualcuno che mi amasse per quella che sono, ma come posso volere qualcuno che mi ami se sono la prima che non ama se stessa.

E ho paura, sì la forte e dura Camille Delacroix ha paura, di non andare bene a nessuno, di non essere mai all'altezza, di essere sempre fuori posto, mai apprezzata e di non essere mai accettata e che la gente finga con me

Mamma non si faceva sentire dal compleanno della piccola Berta ed erano passate due settimane, e la cosa non mi piaceva perchè sapere che stava arrivando a Miami per compare una nuova villa e venire a trovare la sua bambina non aiutava, specialmente non sapere quando, mi tormentava. Non avevo nessuna delle persone che amavo affianco, ad aiutarmi ad affrontarla nel migliore dei modi. Non sapevo cosa fare, la tentazione di prendere e andarmene era allettante

Mi stava per venire un crollo emotivo e mentale, sapevo che se sarei entrata di nuovo in depressione sarebbe stato più difficile dell'ultima volta uscirne, quindi dovevo distrarmi.

Non era semplice, specialmente per una come me, non era assolutamente semplice.

A fatica mi alzai dal divano, ripensai anche a questi giorni, a come Lucy e Jessica mi guardavano in negozio, facevo fatica a spiaccicare una parola, Niko credeva che ce l'avessi con lui, siccome ogni volta che mi chiedeva qualcosa o altro, non gli rispondevo, ma semplicemente la sua voce mi pareva un sussurro, troppo soffocata dai miei mille pensieri.

Distrarsi era il modo giusto per affrontare la situazione, ma era difficile trovare qualcosa da fare. Per prima cosa mi dissi che un bagno caldo e rilassante sarebbe stata la cosa giusta, così mi avviai a passo di lumaca verso il bagno. Riempì la vasca da bagno di acqua calda, per poi adagiare una bomba di sapone alla lavanda.

Cominciai a spogliarmi osservando la mia immagine allo specchio, ero cambiata con gli anni, non sembravo più l'adolescente incontrollabile, ingestibile che non sapeva se voleva le attenzioni dei suoi genitori che le avevano mentito o preferiva restare da sola.

Mi immersi nell'acqua calda non prima di essermi legata i capelli in una crocchia disordinata, accesi la candela al mio fianco e presi un grosso respiro, le candele mi calmavano. Mamma sorrideva sempre quando mi perdevo in attimi infiniti a guardare la piccola fiammella che oscillava a un ritmo tutto suo, mi sarebbe piaciuto avere una vita che andasse ad un ritmo costante e non in costante cambiamento.

Il profumo della lavanda mi era sempre piaciuto, era un odore che mi ricollega al mio passato, per quanto doloroso e orribile fosse, quell'odore collegava alla mia mente qualcosa di positivo, come un'ancora di salvezza. Adoravo piantare con nonna, la mamma di mio padre Etienne, la lavanda nel suo giardino.

208 settimane - Be more wildDove le storie prendono vita. Scoprilo ora