Capitolo 5

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15 ottobre 2020

Steve e Jeffrey stavano andando a New York. Il giorno precedente Steve era andato a casa per l'ultima volta. Voleva prendere il cane. A lui non erano mai piaciuti i suoi padroni, a parte Steve. Con lui stava bene. Così bene che gli pisciava sulla scarpa.

Quando vide arrivare Steve, abbaiò con gioia e corse da lui.

- Ecco qui il mio campione! - il ragazzo lo prese in braccio e gli diede un bacio in testa.

- Ecco qui il fratellastro sparito! -
Dalla porta c'era la sorella maggiore, che teneva per mano la sorellina.
Entrambe lo guardavano con odio. Probabilmente avevano dovuto lavare i piatti.

Nella visuale del ragazzo comparirono pure i genitori. La matrigna si avvicinò a lui e gli diede uno schiaffo. Il cane le ringhiò contro.

- Si può sapere dov'eri finito? Tutto il giorno a cercarti ieri! E alla fine eri con questo cretino qui! Dovrei cacciati di casa! -

Jeffrey si intromise un attimo nella discussione - Signora, la prego di moderare i termini e... -

- E tu stai zitto, drogatello! È una questione di famiglia e tu non centri niente! Ora tu vieni con me! Devi recuperare il lavoro perduto di ieri. -

- No. -

- E io non sono un drogatello. -

La matrigna che stava rientrando in casa si girò verso Steve - Come sarebbe a dire "no"? Tu sei della nostra famiglia! E tu hai quella faccia e non ti droghi? Preoccupati. -

- Ma questo non significa che io non possa abbandonarvi. Mi avete stancato. I vostri lavori, i nomignoli che mi date e tutto il resto. Trovatevi qualcun altro. E, se volete un cane trovatene un altro, tanto questo vi ha sempre odiati. - disse Steve.

Il padre provò a fermarlo - E dove credi di andare? -

Steve si girò verso di lui - Non ne ho la più pallida idea. Seguirò Jeffrey. Mentre se volete posso dire a voi dove potreste andare: in un paese qui vicino. Si chiama "Fanculo"! - poi i due ragazzi corsero via, ridendo come pazzi.


Jeffrey non disse precisamente dove stavano andando. Steve sapeva che sarebbero andati a New York, ma poi nient'altro.

Presero un treno verso le 15, dopo essersi fermati a un ristorante a mangiare qualcosa. Steve si era preso una pizza margherita, Jeffrey invece non prese niente (semplicemente rubò il tovagliolo a Steve e di nascosto se lo mise in bocca, masticando con gusto e ingoiando).

Il viaggio era molto noioso. All'inizio lui è Jeffrey avevano parlato di molte cose. Jeffrey aveva parlato di sé, ma solo su alcune cose. Voleva che il resto potesse dirglielo quando sarebbero stati al sicuro. Poi si addormentò e Steve cominciò ad annoiarsi. Non c'era niente da fare lì. Si guardò intorno, guardando i passeggeri sul vagone. Sembravano tutte persone normali, ma dopotutto si sarebbero potuti trasformare in pochi secondi in mostri, come era successo a scuola. Aveva i sensi all'erta. Sarebbe stato pronto nel caso fosse stato necessario scappare da lì.

L'ambiente circostante sembrava tranquillo. Vide un uomo che continuava a lavorare sul suo computer da quando erano partiti, con la moglie che continuava a cercare di attirare la sua attenzione ma che lo infastidiva soltanto. Vide due bambini che giocavano con dei lego e un neonato che veniva allattato dalla madre che canticchiava "Sweet child o'mine".

Cominciò a sentire la stanchezza pervadere nel suo corpo. Una dormita gli avrebbe fatto bene, dopotutto il viaggio era ancora lungo. Ma non sarebbe stato facile addormentarsi con il chiasso che i bambini facevano.
Si chiese se quello che stava facendo fosse giusto. Abbandonare così la sua famiglia affidataria portando via il cane, andarsene dalla scuola, forse non era una buona idea.

LA BATTAGLIA DEGLI DEIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora